1- I media: giornali, tv e siti internet. Eccessivi e urlatori nelle telecronache (specie nelle pay tv e su Mediaset, Pardo, Caressa e Trevisani/Adani i peggiori), sdraiati sulla Juventus senza eccezioni (due anni nei quali il massimo delle informazioni sono il menù del giorno di Ronaldo e le fantasmagoriche statistiche del portoghese), informano l'ascoltatore con articoli e servizi di poco superiori al gossip (l'immancabile patto-Cempions, il look di questo o di quello), zero interesse per la tattica (se voglio capirci qualcosa vado su l'Ultimo Uomo).
2- Le istituzioni: FIGC, Lega Calcio, AIA. Roba da cestinare nell'umido e portare subito in discarica. Presidenti pezzenti, arbitri incapaci se non schierati, regole che cambiano a seconda delle squadre, "reti di squadre" connesse tra loro che poi si affrontano come se nulla fosse, calendari scandalosi, campionati pletorici a 18 squadre con partite inutili.
3- L'eccessivo numero di partite, in Italia e in Europa: in nome del sacro dio soldo, si vedono maree di partite di cui si potrebbe fare a meno, pochissima qualità e pochissimi giocatori per i quali spellarsi le mani su un rettangolo verde, per non parlare di zero squadre per le quali comprare un biglietto allo stadio.
Continuo a seguire il calcio per due motivi:
A) Il tifo per il Milan: lo seguirei anche in C, è più forte di me.
B) La speranza di vedere qualche bel gesto tecnico: ieri, per esempio, le partenze di Neymar mi lustravano gli occhi, meno quelle di Mbappè, che, in linea con il trend generale, è più corsa in campo aperto che tecnica nello stretto.
Spero in un reset generale, ma so che non avverrà. Il calcio merita la discesa che sta affliggendo la NBA.