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Il punto focale, parlando di grandi squadre, è coniugare un bilancio sostenibile (che non vuol dire necessariamente in "attivo" od in "pareggio". Si possono fare debiti "sani", nel senso che ricavi e patrimonio li coprono e servono per intervenire nelle spese) con i risultati sportivi. Spendere quanto si guadagna è un discorso che, detto così, può star bene all'Udinese. Chi deve allestire squadre nate per vincere deve fare un passo in più: mantenere il livello qualitativo della rosa senza far soffrire eccessivamente i bilanci. Il Milan, se vende Ibra e Silva, è chiaro che ne trova un giovamento a livello finanziario, ma è questo che intendiamo per "autofinanziamento"? O non è piuttosto fare in modo di avere un bilancio che ti permetta di tenerti Ibra e Silva e un equilibrio finanziario sano o quasi? Perchè se "autofinanziamento" vuol dire riduzione della competitività, allora non so se sono tutti d'accordo sulla definizione del termine.
Autofinanziamento per una grande squadra vuol dire allestire team vincenti o competitivi senza chiedere soldi alla proprietà, ma utilizzando ciò che la società produce da sè. Questa è la linea da raggiungere.
In qualche modo devi partire. Non puoi azzerare in qualche anno il bilancio se non eliminasse le maggiori spese (emolumenti dei calciatori). Sportivamente non è un qualcosa di positivo, ci mancherebbe, ma finanziarmente, avendo fatto degli errori nel recente passato, è doveroso. Comunque non è detto che il Milan non possa coniugare negli anni a venire (ora è difficile) vittorie e bilancio sano. Nel calcio nulla è definitivo o scontato.