La scarsezza del calcio italiano. Parte 2.

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pazzomania;2325343 ha scritto:
Si vero, il mondo sta cambiando.

E noi nati a cavallo tra l' analogico e il digitale secondo me nemmeno possiamo pienamente comprenderlo.

secondo me invece siamo quelli che lo notano con più facilità.
stiamo creando generazioni che avranno tassi di suicidi e malati mentali impressionanti.
 
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willcoyote85;2325385 ha scritto:
secondo me invece siamo quelli che lo notano con più facilità.
stiamo creando generazioni che avranno tassi di suicidi e malati mentali impressionanti.

Certo, intendevo che non possiamo comprendere il modo di ragionare dei giovani di oggi
 

mandraghe

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Tifo'o;2325145 ha scritto:
Il calcio italiano però continua a sprofondare, magari c'è qualche anno dove al Rube arriva in finale, ma finisce lì... sempre figuracce in entrambe le coppe. Ormai sono 11 che si continua per questa strada. Ogni anno si parla di rifondare il calcio, ma non si fa nulla (va bene così i soliti noti devono mangiare), poi vedi Heil Gravina subito emette un decreto per far si che Inter, Juve e Milan non si aggiungano ad altri tornai.


Ormai siamo arrivati al punto in cui si devono rimpiangere Matarrese e Carraro. Il che è tutto dire.

Oggi si inneggia, giustamente, alla Premier come campionato eccelso. Ebbene la premier attuale rispetto alla serie A del periodo che va dalla cosiddetta riapertura delle frontiere, 1981, al 2003 è robetta.

Cito alcuni fatti per far capire che cosa eravamo:

In quegli anni quasi tutti i palloni d'oro hanno giocato in Serie A: Rummenigge, Matthaeus, Ronaldo il Fenomeno, Sammer, Gullitt, Van Basten, Papin, Weah, Sheva, Rossi, Platini, Baggio, Cannavaro, Rivaldo, Zidane, Nedved e Stoickov. Tranne Owen, i palloni d'oro che vanno dal 1981 al 2007 hanno giocato almeno un campionato in Italia. Pazzesco.

E non cito altri giocatori che per le regole di allora non potevano partecipare: Maradona, Passarella, Falcao o Zico, tra i tanti.


In quegli anni ben 8 squadre diverse hanno vinto lo scudetto: le tre grandi, Verona, Samp, Roma, Lazio e Napoli.

Eravamo talmente grandi che una squadra medio-bassa ingaggiava Zico, il Bari prendeva il miglior talento inglese del tempo, Platt, la Lazio ingaggiava Gascoigne, Junior giocava nel Pescara e nel Toro, la Samp andava dall'Ajax campione d'Europa e si comprava il loro miglior centrocampista: Seedorf.

La Roma schierava il centravanti della Germania campione del mondo, Voeller. L'Udinese invece aveva Bierhoff centravanti campione d'Europa. Il Cagliari aveva il miglior giocatore uruguaiano dell'epoca: Francescoli.

Per tacere dei casi eclatanti di Maradona e del Fenomeno strappati al Baça. Robe che oggi sembrano fantascienza. Insomma gli esempi sono tantissimi.


Delle rose dei campioni del mondo di quel periodo almeno la metà aveva giocato, giocava, o avrebbe giocato in Italia.

Appena un dirigente italiano chiamava, che si trattasse di Bayern, Barça, Ajax, o altri grandi club, tutti si piegavano.

Ricordare le decine di finali e vittorie nelle coppe europee è superfluo.

E' incredibile che in pochi anni siamo diventati una roba indegna.

La premier prima di potersi avvicinare a quel livello deve farne di strada.

Ad oggi svettano per organizzazione e ricchezza. Ma a livello di qualità dei giocatori mi pare che sia distante anni luce da quella seria A.
 

JoKeR

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mandraghe;2327577 ha scritto:
Ormai siamo arrivati al punto in cui si devono rimpiangere Matarrese e Carraro. Il che è tutto dire.

Oggi si inneggia, giustamente, alla Premier come campionato eccelso. Ebbene la premier attuale rispetto alla serie A del periodo che va dalla cosiddetta riapertura delle frontiere, 1981, al 2003 è robetta.

Cito alcuni fatti per far capire che cosa eravamo:

In quegli anni quasi tutti i palloni d'oro hanno giocato in Serie A: Rummenigge, Matthaeus, Ronaldo il Fenomeno, Sammer, Gullitt, Van Basten, Papin, Weah, Sheva, Rossi, Platini, Baggio, Cannavaro, Rivaldo, Zidane, Nedved e Stoickov. Tranne Owen, i palloni d'oro che vanno dal 1981 al 2007 hanno giocato almeno un campionato in Italia. Pazzesco.

E non cito altri giocatori che per le regole di allora non potevano partecipare: Maradona, Passarella, Falcao o Zico, tra i tanti.


In quegli anni ben 8 squadre diverse hanno vinto lo scudetto: le tre grandi, Verona, Samp, Roma, Lazio e Napoli.

Eravamo talmente grandi che una squadra medio-bassa ingaggiava Zico, il Bari prendeva il miglior talento inglese del tempo, Platt, la Lazio ingaggiava Gascoigne, Junior giocava nel Pescara e nel Toro, la Samp andava dall'Ajax campione d'Europa e si comprava il loro miglior centrocampista: Seedorf.

La Roma schierava il centravanti della Germania campione del mondo, Voeller. L'Udinese invece aveva Bierhoff centravanti campione d'Europa. Il Cagliari aveva il miglior giocatore uruguaiano dell'epoca: Francescoli.

Per tacere dei casi eclatanti di Maradona e del Fenomeno strappati al Baça. Robe che oggi sembrano fantascienza. Insomma gli esempi sono tantissimi.


Delle rose dei campioni del mondo di quel periodo almeno la metà aveva giocato, giocava, o avrebbe giocato in Italia.

Appena un dirigente italiano chiamava, che si trattasse di Bayern, Barça, Ajax, o altri grandi club, tutti si piegavano.

Ricordare le decine di finali e vittorie nelle coppe europee è superfluo.

E' incredibile che in pochi anni siamo diventati una roba indegna.

La premier prima di potersi avvicinare a quel livello deve farne di strada.

Ad oggi svettano per organizzazione e ricchezza. Ma a livello di qualità dei giocatori mi pare che sia distante anni luce da quella seria A.

ho scritto le tue stesse cose... machenesannoi2000 (in questo caso è vero)
 

Tsitsipas

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JoKeR;2325380 ha scritto:
Io ho scritto una tesi di diritto sportivo e ho parlato del problema degli stadi.
Sai che anno era?
Il 2009.
Ho pure seguito conferenze dal vivo con il ministro degli interni Maroni ed ospiti del calibro di Marotta (allora alla Sampdoria) e amministratori delegati vari + il deputato Lolli che illustrava il progetto di legge by-partizan Lolli-Butti per gli stadi in Italia.
Molte di queste conferenze erano sponsorizzate da Sky.
Tutta fuffa, siamo nel 2021 e non è cambiato nulla.

Non gli credevo allora che avevo 25 anni e non gli credo manco adesso.

Nel 2009 il comune di Milano, vado a memoria, aveva un canone di locazione sui 10 mln all'anno per San Siro... non ha mai voluto rinunciare a questo privilegio.

Potrei scrivere per ore sull'argomento ma è veramente tedioso.

Sugli anni '80-'90, che ho vissuto in primissima persona, visto che seguivo il Milan e andavo allo stadio a vedere il Bologna (quando era in C il Dall'Ara cmq faceva un bel colpo d'occhio), ti dico solo che i livelli italiani non sono mai stati raggiunti da nessuno e non saranno mai raggiunti per i prossimi 100 anni.
Ammesso che il calcio come lo conosciamo ci sia tra 100 anni e non venga sostituito dal calcio-padel in gabbia ad esempio.
La Premier League di ora non ha mai raggiunto quei livelli: ogni squadra aveva giocatori per cui valeva la pena pagare il prezzo del biglietto e tantissime sqaudre italiane raggiunsero livelli incredibili e successi (Napoli, Sampdoria, Milan, Inter, Lazio, Juventus, Atalanta qualificazioni nelle coppe, Torino in finale di Uefa, Parma, Roma).

Il calcio italiano era inarrivabile.
Ma invece di guardare avanti siamo andati indietro.... prima Pazzo c'erano campionati a 16 squadre con 4 retrocessioni, fa te.
in realtà quando c'erano 16 squadre le retrocessioni erano 3

e all'epoca molte partite erano inguardabili. squallidi 0-0 con la palla che ristagnava a metà campo, il portiere che bloccava la palla su passaggio del difensore e tutti a festeggiare i pareggini che erano delle mezze vittorie quando non esistevano i 3 punti a vittoria.

il calcio di oggi è molto meglio di quello di 30-40 anni fa.

poi, è chiaro, io sono un '83 e provo una nostalgia disumana per la serie A di Pasciullo e Corneliusson, ma non esageriamo con il disfattismo e il revisionismo
 

mandraghe

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JoKeR;2327615 ha scritto:
ho scritto le tue stesse cose... machenesannoi2000 (in questo caso è vero)

Faccio un paio di esempi di giocatori italiani, per far capire cos’era la serie A e la nazionale.

Pruzzo 3 volte capocannoniere, vanta ben 6 presenze in nazionale: leggere di gente che si spippetta per Immobile e Belotti perciò non può non far sorridere.

Di Bartolomei addirittura nessuna presenza in nazionale.

Tassotti vanta ben 7 presenze. E solo perché c’era Sacchi.

Perfino Baresi prima dell’avvento di Sacchi al Milan non era titolare in nazionale dove mi pare non raggiungesse le 20 presenze. E stiamo parlando di Baresi.

Non è quindi un caso che dall’82 al 2006 abbiamo due mondiali vinti, un secondo ed un terzo posto, più la sconfitta immeritata ai rigori con la Francia e l’assurdo Moreno in Corea.

Ok che oggi la competizione è aumentata ed è tutto più complicato. Ma chissà se riusciremo mai a rivedere un campionato come quella serie A. Penso di no, oggi sarebbe impossibile. Perfino le squadre medie inglesi, seppur ricche di soldi, non riescono ad accedere ai pezzi da 90 come invece facevano le squadre italiane, grandi, medie ed in certi casi anche piccole, in quegli anni.
 

7AlePato7

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gabri65;2325244 ha scritto:
Sarò rozzo e superficiale, ma secondo me il calcio nostrano fa schifo perché segue semplicemente il progressivo ed inarrestabile degrado della nazione.

Se la nostra fosse una nazione non inquinata da corruzione, incompetenza e malapolitica, cosa esplosa esponenzialmente negli ultimi anni (chissà perchè ...), vedremmo anche lo sport trarne giovamento.
L'Italia diventerà un paese per venirci in vacanza dal lavoro, quando non ci stanno i locdaun per preservare la salute dei pensionati (resteranno solo loro, i giovani scappano). E così sarà pure il calcio: la serie A sarà il cimitero di elefanti, gente che ormai ad alti livelli non può contribuire in alcun modo.
Stato fallito = calcio fallito.
 

Rivera10

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mandraghe;2327698 ha scritto:
Faccio un paio di esempi di giocatori italiani, per far capire cos’era la serie A e la nazionale.

Pruzzo 3 volte capocannoniere, vanta ben 6 presenze in nazionale: leggere di gente che si spippetta per Immobile e Belotti perciò non può non far sorridere.

Di Bartolomei addirittura nessuna presenza in nazionale.

Tassotti vanta ben 7 presenze. E solo perché c’era Sacchi.

Perfino Baresi prima dell’avvento di Sacchi al Milan non era titolare in nazionale dove mi pare non raggiungesse le 20 presenze. E stiamo parlando di Baresi.

Non è quindi un caso che dall’82 al 2006 abbiamo due mondiali vinti, un secondo ed un terzo posto, più la sconfitta immeritata ai rigori con la Francia e l’assurdo Moreno in Corea.

Ok che oggi la competizione è aumentata ed è tutto più complicato. Ma chissà se riusciremo mai a rivedere un campionato come quella serie A. Penso di no, oggi sarebbe impossibile. Perfino le squadre medie inglesi, seppur ricche di soldi, non riescono ad accedere ai pezzi da 90 come invece facevano le squadre italiane, grandi, medie ed in certi casi anche piccole, in quegli anni.

Baresi giocava da titolare con Vicini il campionato del mondo del 1990. Era titolare altroché. In mezzo ad altri campioni lui era il fuoriclasse riconosciuto.
 
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Tifo'o;2325145 ha scritto:
Lasciamo perdere, per un momento, la solita Roma. Ma vorrei discutere del calcio italiano che sembra peggio di quello che pensassi. Nessuno agli addetti ai lavori si pone la questione, tutti ovviamente vogliono mangiare bene e continuare per questa strada mediocre. L'Inter lo scorso anno che avrebbe dovuto a vincere EL a mani basse non ci è riuscita, la Juve ormai in Europa non è più una realtà da anni. Poi c'è l'Atalanta che va in CL ma che dei risultati non frega nulla. L'importante per loro è incassare e prendere i giocatori da 300 mila euro e ricominciare così. Napoli/Lazio/Roma vanno tanto per e poi non riescono combinare nulla.

I parrucconi della UEFA parlano di Coppe di meritocrazia, quando c'è un chiaro dominio inglese o comunque sono sempre le stesse squadre che arrivano in fondo. Quest'anno, molto probabilmente, nelle due finali (EL/CL) saranno tutte inglesi, come nel 2019. Ditemi voi se è normale? Ci sono poi le spagnole e le francesi che danno qualche guizzo. Le spagnole hanno dominato per anni comunque. Poi c'è il Bayern e le altre comparse tedesche, che a differenza del Napoli/Lazio/Roma di turno, fanno figure migliori.

Il calcio italiano però continua a sprofondare, magari c'è qualche anno dove al Rube arriva in finale, ma finisce lì... sempre figuracce in entrambe le coppe. Ormai sono 11 che si continua per questa strada. Ogni anno si parla di rifondare il calcio, ma non si fa nulla (va bene così i soliti noti devono mangiare), poi vedi Heil Gravina subito emette un decreto per far si che Inter, Juve e Milan non si aggiungano ad altri tornai.

Come mai? Eppure vedendo i numeri del mercato la Serie A è quella che spende di più dopo le inglesi. A questo punto credo che il mercato si fossilizzi nei soliti magna magna dei procuratori che portano i soliti dinosauri, allenatori itagliani scarsi che sono sempre i soliti nomi che girano, le succursali, gli arbitri che fermano il gioco ogni 2 secondi per spintarelle da 4 soldi che spezza l'intensità.

Paradossalmente, quest'anno, la squadra che ha fatto la figura migliore di tutte è il Milan che è stata eliminata per una ladrata ma si è vista chiaramente uno straccio di DNA europeo nonostante facciamo schifo da anni.

Sono un classe 78 e quindi credo di poter dire anche la mia sul cambiamento del calcio.

Lo spartiacque è stato il passaggio dal vecchio calcio in cui vi era il presidente mecenate che pagava di tasca tutto alla trasformazione delle società calcistiche in società quotate in borsa e tutto il movimento che ha creato un business assurdo.
L'arrivo dei milioni delle pay tv ha prima gonfiato le tasche di tutti ma poi , ingolosendo squali e speculatori, ha spinto questo mondo a una trasformazione radicale.
I vecchi presidenti e le vecchie società a gestione familiare sono sparite, apparentemente tutto ciò sembrava un cambiamento anche ovvio visti i tempi ma all'atto pratico la riconducibilità di una proprietà era l'unica forma di tutela di cui poteva godere una squadra il cui motore sono solo i tifosi e la loro passione.

La mazzata finale l'hanno data la trasformazione della champions e la creazione del folle fpf.


In italia, per chi come me segue il calcio nostrano dagli anni 80 o per chi ha avuto la fortuna di godersi lo spettacolo anche dagli anni precedenti, siamo passati dal campionato più bello del mondo al quarto-quinto in europa.
La crisi del movimento è ovviamente riconducibile alla crisi economica, politica e delle amministrazioni nella quale siamo piombati dal mondiale del 90 in poi (quello fu il picco massimo per il calcio italiano con un mondiale bellissimo!!) ma non basta tutto ciò a spiegarne tutti i motivi.
Dietro la decadenza del nostro calcio vi sono anche i nostri limiti di sempre come quella spasmodica e irrefrenabile passione di non affrontare mai i problemi ma raggirarli solo ricorrendo all'arte di arrangiarsi o fregare il prossimo.

Il calcio è morto quando hanno tolto la meritocrazia sportiva e hanno annichilito la sana e feroce competizione per superarsi l'un l'altro.
Una 'scolaresca' è giusto che abbia dei valori umani ma non vi saranno mai miglioramenti se il punto di riferimento per tutti è anzichè superare il primo della classe stare a sguazzare nella mediocrità.
Ecco, con le dovute proporzioni in italia e in europa con gli anni è successo qualcosa del genere, il calcio si è livellato ma verso il basso dentro uno stagno di acque torbide nelle quali il fine è solo magnare e sguazzare.

I lotito, adl , preziosi , ecc ecc rappresentano a pieno la decadenza del nostro calcio mentre le proprietà straniere che hanno preso di mano le nostre big certificano la decadenza dei valori fondamentali di questo gioco quali il senso di appartenenza e il legame indissolubile con la tifoseria.

Fino a quando nel calcio ci saranno premi per chi partecipa, paracadute per chi retrocede, paletti economici in base al fatturato fittizio senza guardare i debiti non si potrà che peggiorare.

Chi oggi critica la superlega e chiama in causa i valori di questo sport citando a sproposito i tifosi è lo stesso che questo sport negli anni lo ha ucciso.
Il calcio è morto con la spartizione ingiusta dei proventi dei diritti tv e con una champions che oggi viene dipinta come unico palcoscenico giusto ed equo ma che , di fatto, ha creato una forbice incredibile tra piccole e grandi realtà.
E' stato imbandito un tavolo pieno di leccornie dove ognuno ha occupato il suo posto e ha la sua parte ma della competizione e dello sport frega una mazza, tanto i soldi non li mettono di tasca e devono solo badare alla 'sostenibilità'.
I lotito , i preziosi, i pozzo, gli adl sono i mostri che questo calcio ha prodotto.

I raiola forse stanno antipatici a noi tifosi ma state certi che sono dei grimaldelli fondamentali per chi mira a rubare risorse a questo mondo.


E' un mondo che ormai mi ha profondamente schifato perchè di sport è rimasto più nulla.
Lo sport è sport quando ha storie da raccontare e qua i racconti ormai sono finiti da tempo.
 

mandraghe

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Rivera10;2327717 ha scritto:
Baresi giocava da titolare con Vicini il campionato del mondo del 1990. Era titolare altroché. In mezzo ad altri campioni lui era il fuoriclasse riconosciuto.

Infatti ho scritto che Baresi venne preso in considerazione dopo l'avvento di Sacchi al Milan, cioè nel 1987.

Prima di allora vantava una manciata di presenze nonostante fosse nel giro della nazionale da oltre 5 anni. Ed appunto giocò anche gli europei dell'88 da titolare con Ferri e Bergomi. Si provò a sostituire Scirea con Tricella ma Vicini capì che non era all'altezza. Infatti l'ex capitano del Verona poi non venne nemmeno convocato per l'europeo dell'88 dove andò invece Cravero. Ma a spazzare via tutto fu appunto l'arrivo di Sacchi al Milan che aprì gli occhi a tutti su chi era veramente Baresi.

Viceversa Tassotti, ma anche Mussi o Benarrivo, per esordire in nazionale dovettero attendere l'arrivo di Sacchi come ct nel 92.
 
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