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La GDS in edicola svela il nuovo progetto di Milan e Inter per il nuovo San Siro e la nuova Cattedrale che ora è ovale. Riportate anche tutte le dichiarazioni di ieri di Scaroni e Antonello
Ecco l'articolo completo con i render.
Tuttosport: è scomparsa la Cattedrale. Cambia il progetto ma non la capienza da 60.000 posti. La messa della Cattedrale del calcio milanese è finita ancora prima di cominciare. È bastato vedere l’immagine dell’ultima versione del progetto dei due club, proiettata ieri durante la conferenza stampa dell’amministratore delegato interista (per la parte economica) Alessandro Antonello e del presidente milanista Paolo Scaroni alla vigilia del primo incontro del dibattito pubblico, per capire che l'idea iniziale potrebbe essere andata definitivamente in soffitta. Nel nuovo rendering campeggia una struttura diversa, più ovale, non più rettangolare come la precedente, senza le guglie e le vetrate che in qualche modo dovevano richiamare il Duomo e la Galleria. Inter e Milan stanno valutando di modificare le linee del nuovo stadio, dopo avere dichiarato vincitore il disegno di Populous a dicembre dell’anno scorso. Lo studio di architettura americano non cambierà. Populous, che ha rapporti consolidati con RedBird, prosegue. Ma deve subire modifiche sostanziali la prima creazione. Il motivo è legato alla crescita esponenziale dei costi delle materie prime che ha fatto aumentare le spese di costruzione, ora fissate a 1,3 miliardi (inizialmente erano 1,2 con volumi superiori): tra le voci la realizzazione dello stadio incide per 603 milioni, il resto degli edifici dell’area per 359, la demolizione di San Siro per 52. «Ma non è nemmeno sicuro che quella sarà la cifra finale», ammette Scaroni. L’incertezza del quadro geopolitico mondiale, determinato dalla guerra in Ucraina, rende impossibile calcolare esattamente l’impatto dell’inflazione. Lo stesso Piano Economico Finanziario, depositato dai club, spiega che ogni previsione non sarebbe «seria, fondata o sostenibile nel tempo». Ecco perché diventa necessario rivedere il progetto della Cattedrale per ottimizzare le spese di realizzazione. Il momento di svelare la nuova immagine dello stadio dovrebbe arrivare con il progetto esecutivo che seguirà la dichiarazione di pubblica utilità della Regione Lombardia. Non cambierà, però, la capienza ipotizzata che resta di 60-65mila spettatori, quindi con una netta riduzione rispetto ai 75mila di San Siro. Nonostante l’attuale media di Inter e Milan che viaggiano oltre quota 70mila per ogni partita di campionato. I club preferiscono fare riferimento alle medie prima del Covid (62mila per i nerazzurri, circa 50mila per i rossoneri) ritenendo che i numeri di questa fase siano influenzati dalla voglia di tornare allo stadio in massa come effetto di reazione alle porte chiuse della pandemia. I posti corporate della nuova struttura potranno variare da 9.000 a 13.500 in modo da consentire anche agli spettatori non invitati dagli sponsor di vivere l’esperienza delle zone ospitalità grazie all’acquisto del biglietto. I club sottolineano l’importanza dell’intervento per la città: «Sarà una delle zone verdi a traffico limitato più grandi di Milano», spiega Antonello che fissa il via dei lavori nel secondo semestre del 2024 e la prima stagione con le partite nel nuovo stadio all’annata 2027- 28. Anche le sedi dei due club potrebbero trovare spazio nel nuovo impianto. Ma resta la possibilità della ricerca di una zona alternativa in caso di mancato accordo col Comune di Milano al termine del dibattito pubblico (Sesto San Giovanni come ipotesi più accreditata): «Guardiamo anche altrove per avere alternative – dice Scaroni – ma non sono piani B, abbiamo solo piani A». I prossimi tre mesi saranno determinanti per capire se migliorerà il clima con Palazzo Marino. L’eco delle frizioni degli ultimi tre anni è rintracciabile nelle parole di Scaroni: «Al momento della presentazione, tre anni fa, avevo detto che Milano è la città del fare. Ma pensavo del fare più velocemente di quanto è successo. Ma almeno ci siamo incamminati. Certo, il dibattito pubblico ci ha fatto perdere un altro anno. Non sarà stato inutile se avremo il via libera. E poi, in caso di esito positivo, la spinta del dibattito pubblico depotenzierebbe i ricorsi al Tar».
Ecco l'articolo completo con i render.

Tuttosport: è scomparsa la Cattedrale. Cambia il progetto ma non la capienza da 60.000 posti. La messa della Cattedrale del calcio milanese è finita ancora prima di cominciare. È bastato vedere l’immagine dell’ultima versione del progetto dei due club, proiettata ieri durante la conferenza stampa dell’amministratore delegato interista (per la parte economica) Alessandro Antonello e del presidente milanista Paolo Scaroni alla vigilia del primo incontro del dibattito pubblico, per capire che l'idea iniziale potrebbe essere andata definitivamente in soffitta. Nel nuovo rendering campeggia una struttura diversa, più ovale, non più rettangolare come la precedente, senza le guglie e le vetrate che in qualche modo dovevano richiamare il Duomo e la Galleria. Inter e Milan stanno valutando di modificare le linee del nuovo stadio, dopo avere dichiarato vincitore il disegno di Populous a dicembre dell’anno scorso. Lo studio di architettura americano non cambierà. Populous, che ha rapporti consolidati con RedBird, prosegue. Ma deve subire modifiche sostanziali la prima creazione. Il motivo è legato alla crescita esponenziale dei costi delle materie prime che ha fatto aumentare le spese di costruzione, ora fissate a 1,3 miliardi (inizialmente erano 1,2 con volumi superiori): tra le voci la realizzazione dello stadio incide per 603 milioni, il resto degli edifici dell’area per 359, la demolizione di San Siro per 52. «Ma non è nemmeno sicuro che quella sarà la cifra finale», ammette Scaroni. L’incertezza del quadro geopolitico mondiale, determinato dalla guerra in Ucraina, rende impossibile calcolare esattamente l’impatto dell’inflazione. Lo stesso Piano Economico Finanziario, depositato dai club, spiega che ogni previsione non sarebbe «seria, fondata o sostenibile nel tempo». Ecco perché diventa necessario rivedere il progetto della Cattedrale per ottimizzare le spese di realizzazione. Il momento di svelare la nuova immagine dello stadio dovrebbe arrivare con il progetto esecutivo che seguirà la dichiarazione di pubblica utilità della Regione Lombardia. Non cambierà, però, la capienza ipotizzata che resta di 60-65mila spettatori, quindi con una netta riduzione rispetto ai 75mila di San Siro. Nonostante l’attuale media di Inter e Milan che viaggiano oltre quota 70mila per ogni partita di campionato. I club preferiscono fare riferimento alle medie prima del Covid (62mila per i nerazzurri, circa 50mila per i rossoneri) ritenendo che i numeri di questa fase siano influenzati dalla voglia di tornare allo stadio in massa come effetto di reazione alle porte chiuse della pandemia. I posti corporate della nuova struttura potranno variare da 9.000 a 13.500 in modo da consentire anche agli spettatori non invitati dagli sponsor di vivere l’esperienza delle zone ospitalità grazie all’acquisto del biglietto. I club sottolineano l’importanza dell’intervento per la città: «Sarà una delle zone verdi a traffico limitato più grandi di Milano», spiega Antonello che fissa il via dei lavori nel secondo semestre del 2024 e la prima stagione con le partite nel nuovo stadio all’annata 2027- 28. Anche le sedi dei due club potrebbero trovare spazio nel nuovo impianto. Ma resta la possibilità della ricerca di una zona alternativa in caso di mancato accordo col Comune di Milano al termine del dibattito pubblico (Sesto San Giovanni come ipotesi più accreditata): «Guardiamo anche altrove per avere alternative – dice Scaroni – ma non sono piani B, abbiamo solo piani A». I prossimi tre mesi saranno determinanti per capire se migliorerà il clima con Palazzo Marino. L’eco delle frizioni degli ultimi tre anni è rintracciabile nelle parole di Scaroni: «Al momento della presentazione, tre anni fa, avevo detto che Milano è la città del fare. Ma pensavo del fare più velocemente di quanto è successo. Ma almeno ci siamo incamminati. Certo, il dibattito pubblico ci ha fatto perdere un altro anno. Non sarà stato inutile se avremo il via libera. E poi, in caso di esito positivo, la spinta del dibattito pubblico depotenzierebbe i ricorsi al Tar».
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