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Sono le stesse società che accettano di agire cosi.Ciao amico, non si tratta di sentimentalismo (almeno da parte mia).
Si tratta di analizzare come il sistema stia letteralmente esplodendo.
Una volta i cartellini costituivano un mercato, le società vendevano e compravano, la forbice tra club era meno ampia e quindi esistevano le condizioni per far sì che un giocatore potesse scegliere la maglia rispetto ai tir di dollari che vengono rovesciati addosso oggi.
Il mio punto è che le società, che alla fine sono aziende, si assumono tutti i rischi di impresa quando in realtà i benefici sono solo dei giocatori.
Si dovrebbe prendere atto di questo e cambiare le cose, altrimenti hai voglia a sperare che il nostro Milano possa tornare ad alzare i trofei che contano.
I calciatori si trasformino in liberi professionisti e si paghino tutti i costi connessi (tasse, procuratori, etc etc).
Ogni anno sono liberi di andare dove vogliono e di puntare allo stipendio che desiderano.
I cartellini non hanno più senso di esistere.
Alla fine se i giocatori vogliono fare le aziende, si comportino da aziende in tutto e per tutto.
Piangono, ed il giorno dopo esce la notizia del rinnovo milionario a Tizio.
Sta bene a tutti, non mi stanco mai di ricordare che NON A CASO, le società dei procuratori hanno quasi sempre la sede in paradisi fiscali o segretati.
Non so se mi spiego.