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Come riporta Adnkronos, solo per quanto concerne la questione energetica creata dalla situazione ucraina i governi Draghi e Meloni hanno già bruciato 76 miliardi di euro dei cittadini italiani.
Da maggio a dicembre sono andati via fondi paragonibili a quattro-cinque manovre.
Tutto ciò mentre saltano puntualmente decreti attuativi o si tagliano misure per servizi nazionali con cifre a dir poco risibili rispetto a tali miliardi di euro
Ovviamente è non solo un bilancio parziale sulla questione energetica, visto che non sembra concludersi a breve, bensì è appena una voce di spesa di tutto ciò che è accaduto per la volontà di non restare neutrali.
Bisogna sommare il costo delle armi mandate, gli interventi europei a supporto di Kiev in quota parte italiana, la produttività intaccata delle imprese italiane, il calo del PIL, la perdità di potere d'acquisto delle famiglie italiane, i mancati investimenti russi in Italia e italiani in Russia, il costo maggiorato dei nuovi contratti energetici rispetto a quelli vigenti, idem per i contratti di fornitura di beni e servizi oggetto di sanzioni dunque presi altrove pagando maggiormente, il mantenimento dei beni russi congelati a nostro carico, i danni alle imprese che commerciano con il mercato russo, l'accoglienza degli ucraini espatriati (a fine settembre erano circa 170.000 secondo il ministero), l'inconsistenza dei flussi turistici dalla Russia, i problemi occupazionali scaturiti, la vicenda Lukoil, infine i tagli alla spesa pubblica corrente e gli interessi dovuti all'ulteriore deficit per trovare fondi per l'Ucraina
Una cifra enorme non ancora del tutto definita, che rende bruscolini i soldi sperperati in altri interventi militari passati, solo per assecondare gli interessi anglo-americani in Ucraina.
E si continua a far credere di potere perseverare su questo modus operandi...
Da maggio a dicembre sono andati via fondi paragonibili a quattro-cinque manovre.
Tutto ciò mentre saltano puntualmente decreti attuativi o si tagliano misure per servizi nazionali con cifre a dir poco risibili rispetto a tali miliardi di euro
Ovviamente è non solo un bilancio parziale sulla questione energetica, visto che non sembra concludersi a breve, bensì è appena una voce di spesa di tutto ciò che è accaduto per la volontà di non restare neutrali.
Bisogna sommare il costo delle armi mandate, gli interventi europei a supporto di Kiev in quota parte italiana, la produttività intaccata delle imprese italiane, il calo del PIL, la perdità di potere d'acquisto delle famiglie italiane, i mancati investimenti russi in Italia e italiani in Russia, il costo maggiorato dei nuovi contratti energetici rispetto a quelli vigenti, idem per i contratti di fornitura di beni e servizi oggetto di sanzioni dunque presi altrove pagando maggiormente, il mantenimento dei beni russi congelati a nostro carico, i danni alle imprese che commerciano con il mercato russo, l'accoglienza degli ucraini espatriati (a fine settembre erano circa 170.000 secondo il ministero), l'inconsistenza dei flussi turistici dalla Russia, i problemi occupazionali scaturiti, la vicenda Lukoil, infine i tagli alla spesa pubblica corrente e gli interessi dovuti all'ulteriore deficit per trovare fondi per l'Ucraina
Una cifra enorme non ancora del tutto definita, che rende bruscolini i soldi sperperati in altri interventi militari passati, solo per assecondare gli interessi anglo-americani in Ucraina.
E si continua a far credere di potere perseverare su questo modus operandi...
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