Italia rischia oltre 2 milioni disoccupati

Andris

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il presidente della Fondazione Adapt, Francesco Seghezzi all'AGI:

"Il calo del 9,3% degli occupati a tempo pieno stimato per il 2020 dall'Istat è un'enormità, che tradotta fa oltre due milioni di posti di lavoro persi

È molto più complesso far riprendere l'intero mercato del lavoro con un calo cosi' drammatico di posti, piuttosto che far risollevare il Pil dal crollo stimato

Quando un posto di lavoro viene perso non è detto che poi un aumento del Pil ricreerà lo stesso posto di lavoro;
può portare infatti a creare un altro posto di lavoro o può creare nessun altro posto di lavoro perché magari il Pil cresce in settori che non hanno grande domanda di occupazione


se è vero che per quest'anno l'Istat prevede un calo degli occupati del 9,3% e la crescita ipotizzata per l'anno successivo è del 4,1%, quindi non torniamo certo ai livelli pre-Covid, anzi siamo distanti.
Perché, è la riflessione, se si perdono 2 milioni di posti di lavoro e poi la crescita di 4 punti ne fa recuperare circa 900.000, vuol dire che lasciamo per strada più di un milione di disoccupati

Ha un impatto politico talmente grande che la politica non dovrebbe occuparsi d'altro
pensare a una ripartenza oggi non può prescindere da un'economia che si rilanci soprattutto per generare occupazione. È questo ciò di cui abbiamo davvero bisogno".
 

Andris

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cose scritte e riscritte da mesi qui dentro.
appuntamento in autunno quando caleranno la maschera.
l'Italia ha un problema storico nel recuperare l'occupazione e ad ogni crisi una fetta esce per sempre dal mercato del lavoro

bella la parte finale
"la politica non dovrebbe occuparsi d'altro"
una politica seria,non quella che abbiamo noi purtroppo

se mettessimo insieme chi ha perso il lavoro quest'anno più chi neanche più lo cerca avremmo la città più popolata italiana.
prendendo per buone le stime per il 2021 con oltre un milione di disoccupati rimasti fuori avremmo la terza città per popolazione.
 

gabri65

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il presidente della Fondazione Adapt, Francesco Seghezzi all'AGI:

"Il calo del 9,3% degli occupati a tempo pieno stimato per il 2020 dall'Istat è un'enormità, che tradotta fa oltre due milioni di posti di lavoro persi

È molto più complesso far riprendere l'intero mercato del lavoro con un calo cosi' drammatico di posti, piuttosto che far risollevare il Pil dal crollo stimato

Quando un posto di lavoro viene perso non è detto che poi un aumento del Pil ricreerà lo stesso posto di lavoro;
può portare infatti a creare un altro posto di lavoro o può creare nessun altro posto di lavoro perché magari il Pil cresce in settori che non hanno grande domanda di occupazione


se è vero che per quest'anno l'Istat prevede un calo degli occupati del 9,3% e la crescita ipotizzata per l'anno successivo è del 4,1%, quindi non torniamo certo ai livelli pre-Covid, anzi siamo distanti.
Perché, è la riflessione, se si perdono 2 milioni di posti di lavoro e poi la crescita di 4 punti ne fa recuperare circa 900.000, vuol dire che lasciamo per strada più di un milione di disoccupati

Ha un impatto politico talmente grande che la politica non dovrebbe occuparsi d'altro
pensare a una ripartenza oggi non può prescindere da un'economia che si rilanci soprattutto per generare occupazione. È questo ciò di cui abbiamo davvero bisogno".

Aumentate la capienza e l'affidabilità dei barconi, che poi traghettare 2 milioni di migranti diventa difficile, alla fine tutte le mazzette per il traffico di esseri umani se ne vanno in benzina ...
 

joops

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cose scritte e riscritte da mesi qui dentro.
appuntamento in autunno quando caleranno la maschera.
l'Italia ha un problema storico nel recuperare l'occupazione e ad ogni crisi una fetta esce per sempre dal mercato del lavoro

bella la parte finale
"la politica non dovrebbe occuparsi d'altro"
una politica seria,non quella che abbiamo noi purtroppo

se mettessimo insieme chi ha perso il lavoro quest'anno più chi neanche più lo cerca avremmo la città più popolata italiana.
prendendo per buone le stime per il 2021 con oltre un milione di disoccupati rimasti fuori avremmo la terza città per popolazione.

Io non riesco nemmeno a seguire più il calcio, sono veramente preoccupato per la nostra situazione, molti ancora non si rendono conto di quanto sia grave, si bevono le bugie di conte ma la verità è che abbiamo superato il punto di non ritorno, l'Italia ormai è destinata a un futuro da terzo mondo senza che ci sarà data possibilità di ripartire perchè non abbiamo controllo sulla politica monetaria, si andrà avanti di inerzia finchè durerà con povertà e disoccupazione che continueranno ad aumentare, fino a quando infine verremmo schiacciati e colonizzati.
Qua serve una presa di coscienza del popolo che purtroppo non vedo. Tutt'ora c'è ancora gente che supporta il PD e il m5s, due partiti che pur di sopravvivere stanno affossando il paese. È a dir poco criminale il fatto che hanno ritardato l'emissione dei BTP quando c'era un disperato bisogno di liquidità. Sta gente non capisce che non è più una questione ideologica, siamo in mano a dei pazzi criminali disposti a tutto, se il popolo non si unisce nemmeno ora, se non capisce che qua non si salva nessuno, allora sarà selezione naturale.
 

Milanforever26

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il presidente della Fondazione Adapt, Francesco Seghezzi all'AGI:

"Il calo del 9,3% degli occupati a tempo pieno stimato per il 2020 dall'Istat è un'enormità, che tradotta fa oltre due milioni di posti di lavoro persi

È molto più complesso far riprendere l'intero mercato del lavoro con un calo cosi' drammatico di posti, piuttosto che far risollevare il Pil dal crollo stimato

Quando un posto di lavoro viene perso non è detto che poi un aumento del Pil ricreerà lo stesso posto di lavoro;
può portare infatti a creare un altro posto di lavoro o può creare nessun altro posto di lavoro perché magari il Pil cresce in settori che non hanno grande domanda di occupazione


se è vero che per quest'anno l'Istat prevede un calo degli occupati del 9,3% e la crescita ipotizzata per l'anno successivo è del 4,1%, quindi non torniamo certo ai livelli pre-Covid, anzi siamo distanti.
Perché, è la riflessione, se si perdono 2 milioni di posti di lavoro e poi la crescita di 4 punti ne fa recuperare circa 900.000, vuol dire che lasciamo per strada più di un milione di disoccupati

Ha un impatto politico talmente grande che la politica non dovrebbe occuparsi d'altro
pensare a una ripartenza oggi non può prescindere da un'economia che si rilanci soprattutto per generare occupazione. È questo ciò di cui abbiamo davvero bisogno".

Non solo la politica, vedo anche il paese molto rilassato (tranne chi la crisi la sta toccando con mano già ora o vede il suo settore in ginocchio)
Giovani che hanno in mente solo l'aperitivo, statali che pensano allo smart working come strumento per non lavorare e professori che scioperano...tutta gente che pensa di stare col sedere al caldo...ma tutti questi mantenuti dal sistema se ne accorgeranno anche loro cosa succede se crolla l'occupazione in questo modo
 

Clarenzio

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Non solo la politica, vedo anche il paese molto rilassato (tranne chi la crisi la sta toccando con mano già ora o vede il suo settore in ginocchio)
Giovani che hanno in mente solo l'aperitivo, statali che pensano allo smart working come strumento per non lavorare e professori che scioperano...tutta gente che pensa di stare col sedere al caldo...ma tutti questi mantenuti dal sistema se ne accorgeranno anche loro cosa succede se crolla l'occupazione in questo modo

Basta ascoltare una conversazione al bar o alla fermata dell'autobus (ma anche leggendo alcuni commenti su questo sito) per capire quanta gente viva pesando solo al proprio misero orticello. Questa è una crisi senza precedenti dal dopoguerra ad oggi e diffonderà miseria in maniera trasversale senza risparmiare nessuno.

P.S.
Ad aprile record di suicidi, per lo più imprenditori. Vedremo i dati a fine anno...
 

Stanis La Rochelle

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Tanto basta taroccare i dati in mille modi, basta pensare che la disoccupazione ufficiale durante il lockdown è andata ai minimi storici tipo :muhahah:

Fondamentalmente in Italia comunque ha sempre lavorato realmente poca gente, tra privati e pubblico impiego utile e non imboscato saremmo tra i 10 e i 15 milioni, più verso i 10 che i 15.
 

danjr

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il presidente della Fondazione Adapt, Francesco Seghezzi all'AGI:

"Il calo del 9,3% degli occupati a tempo pieno stimato per il 2020 dall'Istat è un'enormità, che tradotta fa oltre due milioni di posti di lavoro persi

È molto più complesso far riprendere l'intero mercato del lavoro con un calo cosi' drammatico di posti, piuttosto che far risollevare il Pil dal crollo stimato

Quando un posto di lavoro viene perso non è detto che poi un aumento del Pil ricreerà lo stesso posto di lavoro;
può portare infatti a creare un altro posto di lavoro o può creare nessun altro posto di lavoro perché magari il Pil cresce in settori che non hanno grande domanda di occupazione


se è vero che per quest'anno l'Istat prevede un calo degli occupati del 9,3% e la crescita ipotizzata per l'anno successivo è del 4,1%, quindi non torniamo certo ai livelli pre-Covid, anzi siamo distanti.
Perché, è la riflessione, se si perdono 2 milioni di posti di lavoro e poi la crescita di 4 punti ne fa recuperare circa 900.000, vuol dire che lasciamo per strada più di un milione di disoccupati

Ha un impatto politico talmente grande che la politica non dovrebbe occuparsi d'altro
pensare a una ripartenza oggi non può prescindere da un'economia che si rilanci soprattutto per generare occupazione. È questo ciò di cui abbiamo davvero bisogno".

con queste premesse ci vorrebbe Trump in Italia
 
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il presidente della Fondazione Adapt, Francesco Seghezzi all'AGI:

"Il calo del 9,3% degli occupati a tempo pieno stimato per il 2020 dall'Istat è un'enormità, che tradotta fa oltre due milioni di posti di lavoro persi

È molto più complesso far riprendere l'intero mercato del lavoro con un calo cosi' drammatico di posti, piuttosto che far risollevare il Pil dal crollo stimato

Quando un posto di lavoro viene perso non è detto che poi un aumento del Pil ricreerà lo stesso posto di lavoro;
può portare infatti a creare un altro posto di lavoro o può creare nessun altro posto di lavoro perché magari il Pil cresce in settori che non hanno grande domanda di occupazione


se è vero che per quest'anno l'Istat prevede un calo degli occupati del 9,3% e la crescita ipotizzata per l'anno successivo è del 4,1%, quindi non torniamo certo ai livelli pre-Covid, anzi siamo distanti.
Perché, è la riflessione, se si perdono 2 milioni di posti di lavoro e poi la crescita di 4 punti ne fa recuperare circa 900.000, vuol dire che lasciamo per strada più di un milione di disoccupati

Ha un impatto politico talmente grande che la politica non dovrebbe occuparsi d'altro
pensare a una ripartenza oggi non può prescindere da un'economia che si rilanci soprattutto per generare occupazione. È questo ciò di cui abbiamo davvero bisogno".

purtroppo non se ne esce. Faccio l'esempio degli Stati Uniti. Hanno aumentato negli ultimi 13 anni il valore aggiunto del 40% ma sapete quante sono le ore lavorate? Esattamente le stesse (attenzione, la disoccupazione è calata ma perchè si lavora con mini-contratti o part time maggiormente). Perchè? Perchè i settori che sono cresciuti sono quelli tecnologici o della bio-genetica principalmente. Settori che creano ricchezza ma che impiegano sempre meno personale. Netflix oggi fattura quanto Blockbuster ma impiega una frazione della forza lavora, lo stesso vale per Apple, Google o Facebook o Amazon. Le più grandi aziende americane oggi impiegano 1/10 della forza lavoro di Wall Mart, General Motor o General Electric, le grandi aziende degli anni 90. Figuriamoci in Italia, dove il valore aggiunto è quasi fermo. Quei posti non si recuperano
 

Andris

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purtroppo non se ne esce. Faccio l'esempio degli Stati Uniti. Hanno aumentato negli ultimi 13 anni il valore aggiunto del 40% ma sapete quante sono le ore lavorate? Esattamente le stesse (attenzione, la disoccupazione è calata ma perchè si lavora con mini-contratti o part time maggiormente). Perchè? Perchè i settori che sono cresciuti sono quelli tecnologici o della bio-genetica principalmente. Settori che creano ricchezza ma che impiegano sempre meno personale. Netflix oggi fattura quanto Blockbuster ma impiega una frazione della forza lavora, lo stesso vale per Apple, Google o Facebook o Amazon. Le più grandi aziende americane oggi impiegano 1/10 della forza lavoro di Wall Mart, General Motor o General Electric, le grandi aziende degli anni 90. Figuriamoci in Italia, dove il valore aggiunto è quasi fermo. Quei posti non si recuperano

finchè ci saranno poveri disposti a tutto pur di lavorare ci saranno sempre delocalizzazioni.
sono pochi i paesi che si emancipano veramente.
se si svolgessero nei propri paesi le produzioni ci sarebbero tanti nuovi occupati.
abbiamo creato la Cina dal nulla ed altri paesi asiatici divenuti ricchi a scapito dei lavoratori occidentali.

iniziamo a fare il made in Italy veramente tutto in Italia.
non a pensare qui e realizzare altrove.

non si può pensare di avere un paese con tutti funzionali con abilità elevate,milioni devono sempre far lavori manuali o ripetitivi.

serve però una rivoluzione nel pensiero (non fare acquisti di zero valore per risparmiare,anche perchè nei fatti non va così dovendo sostituire più volte il prodotto nel tempo) e negli stipendi che devono salire.
 
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