CorSera: l'Inter è scossa da una
rivolta social e da forti tensioni interne, innescate da uno scontro verbale tra il capitano
Lautaro Martinez e
Hakan Calhanoglu. Dopo la sconfitta al Mondiale per Club contro il Fluminense, Lautaro ha aspramente criticato l'atteggiamento della squadra, generando una reazione a catena.
La "Lautarocrazia", la leadership del capitano argentina, sembra già zoppicante. Il presidente Marotta ha cercato di minimizzare, ma è evidente che il disappunto di Lautaro andasse oltre Calhanoglu. Quest'ultimo, infatti, ha ricevuto "like" di supporto su Instagram dalla sua famiglia, dall'amico Arnautovic, e, in modo inaspettato, da Marcus Thuram e Gaia Lucariello, moglie di Simone Inzaghi.
Il caso
Calhanoglu è diventato un elemento centrale delle tensioni. Il turco, rientrato in Italia per un infortunio, ha continuato a lanciare messaggi social ambigui, tra cui una foto in spiaggia prima della partita e riferimenti al Galatasaray tramite il suo barbiere. Lautaro, furioso, ha dichiarato: "Chi non vuole restare, arrivederci. Mi riferisco in generale". Marotta ha poi esplicitamente riferito le parole del capitano a Calhanoglu, sottolineando che, se ci sarà la possibilità di separarsi, l'Inter lo farà, ma senza svendere il giocatore.
La "ribellione" verso Lautaro non si è fatta attendere. La moglie di Calhanoglu, Sinem, ha postato un messaggio critico sulla lealtà, seguito da un lungo sfogo di Hakan stesso. Il centrocampista ha precisato che il suo rientro era dovuto a un infortunio, ma ha espresso delusione per le "parole dure che dividono, non uniscono", ribadendo di non aver mai tradito la maglia dell'Inter e di aver sempre scelto di restare in passato.
La leadership di Lautaro, consolidata dopo l'addio di Lukaku, non è apprezzata da tutti, inclusi Thuram e Dumfries.
Cristian Chivu, il nuovo tecnico, si trova a gestire una situazione complessa. Dopo aver rigenerato la squadra fisicamente e mentalmente nelle tre settimane in America, ora deve trovare un equilibrio per non allargare le crepe nello spogliatoio. Il confronto tra staff e squadra è già avvenuto.
Chivu ha ammesso di aver capito "le ferite, il carattere, l'orgoglio di questa squadra" durante il tour americano. Ha sottolineato la necessità di "remare tutti dalla stessa parte", facendo eco alle parole di Lautaro, ma con un approccio più "delicato". Intorno al 20 luglio, con il raduno della prima parte di giocatori, Chivu dovrà assumere il ruolo di quel "dittatore democratico" che ha dichiarato di voler essere, poiché la leadership di un solo capitano, in questo contesto, potrebbe non essere sufficiente.