Inchiesta Milan si allarga. Carte d'Arabia. Penalizzazione e parole chiave.

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Repubblica sulle 41 parole chiave cercate dagli inquirenti nell'indagine sul Milan: la sensazione è che la partita sia solo all’inizio, le squadre in campo tante e agguerrite, alcuni protagonisti ancora da scoprire. Ma gol e tacchetti non c’entrano. L’inchiesta sul Milan è destinata ad allargarsi. Oltre ai dubbi della procura di Milano su chi siano i reali proprietari del club — l’inchiesta coinvolge al momento 4 indagati tra cui l’ad Giorgio Furlani e il suo predecessore Ivan Gazidis — i pm vogliono capire se quel miliardo e 200 milioni di euro che servirono per l’ultimo contestato passaggio di mano della società rappresenti una cifra congrua o troppo alta, nonché illuminare le zone d’ombra dell’operazione. Anche grazie alla mole di documenti trovati dalla Finanza durante le perquisizioni di martedì: un patrimonio di informazioni che verrà passato al setaccio in modo mirato attraverso l’utilizzo di 41 «parole chiave». Per capire il rompicapo bisogna partire dall’accusa fondamentale dei magistrati Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi: cioè che il fondo statunitense Elliott «conservi il controllo sostanziale del Milan» nonostante alla Federcalcio sia stato comunicato che dal 2022 la proprietà è del fondo RedBird di Gerry Cardinale, dopo la cessione di Rossoneri Sport. Una compravendita che nel 2022 fa infuriare i soci di minoranza di Blue Skye, estromessi dalla partita, i quali a loro volta presentano un esposto. In quelle carte si denuncia, tra l’altro, una «serie impressionante di anomalie». La procura oggi indaga per ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza. Alle ombre che emergono dal braccio di ferro si aggiunge un rischio che potrebbe allarmare i tifosi, quello del conflitto d’interesse: per gli inquirenti Elliott è di fatto ai vertici del Milan e ha interessi anche sul club francese del Lille, «iscritta alle medesime competizioni europee» dei rossoneri: circostanza vietata dalle norme Uefa. «RedBird Fund IV e i suoi sottoscrittori possiedono il 99,93% di AC Milan; il restante 0,07 è in mano a singoli azionisti italiani tifosi di lunga data del club. L’idea che RedBird non possieda e non controlli l’Ac Milan è assolutamente falsa ed è contraddetta da tutte le prove e i fatti, compresi quelli che presumibilmente sono alla base dell’indagine — la replica del portavoce del fondo — Quando abbiamo assunto il controllo del club dopo il closing, Elliott ha fornito un prestito a RedBird con scadenza a 3 anni e nessun diritto di voto». Il Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf milanese deve ora esaminare il contenuto di documenti, chat, mail, dispositivi e ogni supporto utile alle indagini. La bussola dei finanzieri è rappresentata anche dalle “parole chiave” che servono a setacciare il mare magnum di dati. Tra le chiavi c’è “Kaiser”, che suggerisce approfondimenti su “Kaiser Permanente”, colosso della sanità privata americana che avrebbe ipotizzato un impegno iniziale da 200 milioni nel Milan (prima del dietrofront). Un’altra traccia è “Investcorp”, dal nome del fondo arabo di cui si è parlato durante le trattative per l’acquisto dei rossoneri. Ecco, la pista araba. Viene evocata nel decreto di perquisizione, quando si parla della possibilità che il Milan ceda quote a investitori «del mondo arabo» e si fa riferimento a un documento della società in cui si mettono in fila milioni, quote e percentuali. Stando alle carte, al Cda del Milan, l’11 giugno 2022, (prima del closing), sarebbe stato comunicato che a versare 400 milioni di euro, ovvero una parte del miliardo e 200 milioni necessari all’acquisto del club, sarebbe stato il fondo “Rb Fund Iv Fc Aiv Cv”. Un complicato nome che non compare, invece, negli atti inviati da RedBird alla Sec, la commissione di vigilanza sui mercati statunitense. Per i pm, quel fondo indicato per l’acquisto non «è gestito da RedBird». Elemento che, assieme ad altri, fa sospettare che «la maggior parte del capitale utilizzato per la compravendita» sia «proveniente da un veicolo societario non riferibile» a Cardinale. Secondo la procura, Elliott controllerebbe il Milan anche grazie a un «prestito del venditore» concesso a RedBird per 560 milioni di euro. A quale scopo Elliott manterrebbe il suo ruolo di grande manovratore? La risposta, puramente ipotetica, potrebbe trovarsi nell’esposto di Blue Skye: mantenere potere nella società e continuare a esserne creditore «a tassi d’interesse molto elevati». Alcuni atti potrebbero essere mandati presto dalla magistratura alla Federcalcio per le valutazioni sul fronte della giustizia sportiva. Palla al centro, è solo l’inizio.


Tuttosport sulle news già riportate sull'indagine per il prezzo di acquisto del club da 1,2 mld ritenuto troppo alto: nei radar degli inquirenti milanesi entra anche il prezzo di vendita del Milan da Elliott a RedBird. L’inchiesta della Procura, che due giorni fa ha disposto la perquisizione nella sede del club rossonero eseguita dalla Guardia di Finanza, mira a fare luce sulla congruità del costo sostenuto dal fondo di Gerry Cardinale secondo gli accordi stipulati con la famiglia Singer alla fine di agosto del 2022, oltre a capire se il passaggio di proprietà è stato effettivo. La somma della vendita tra i due fondi americani era stata fissata a 1,2 miliardi. Come spiega l’Ansa, questa cifra sarebbe ritenuta troppo alta e per questo i pubblici ministeri vogliono vederci più chiaro. Nel 2017 il Milan era stato valutato 520 milioni da Fininvest al momento del closing con Yonghong Li. Ma, nei mesi che hanno preceduto la cessione a RedBird, il fondo Investcorp del Bahrein aveva messo sul piatto 1,1 miliardi. L’inchiesta, che ha portato l’attuale a.d. Giorgio Furlani (oggi potrebbe raggiungere la squadra a Praga) e il suo predecessore Ivan Gazidis nel registro degli indagati per ostacolo all’attività di vigilanza della Figc, vuole fare luce sullo schema di vendita da Elliott a Cardinale: il vendor loan da 600 milioni e il resto della somma che, secondo indiscrezioni, non è scontato sia stato già interamente pagato da RedBird a Elliott. Per questo motivo erano in corso contatti di Cardinale con società finanziarie del mondo arabo, tra Arabia Saudita ed Emirati Arabi, curiosamente nella stessa area mediorientale dove ha sede Investcorp, la cui proposta di acquisto del Milan, un anno e mezzo prima, era stata rifiutata da Elliott che ha preferito seguire la strada della continuità senza tagliare il filo dell’hedge fund col Milan, ormai datato 2017. Queste trattative col mondo arabo, da un lato, servirebbero a trovare i soldi per completare l’operazione con Elliott. Dall’alto, avrebbero lo scopo di individuare nuovi investitori per il Milan. Queste negoziazioni potrebbero essere finalizzate a cercare un soggetto finanziario in grado di sostituire Elliott nel maxi-prestito entro giugno. Senza dimenticare che RedBird sta conducendo insieme a Interantional Media Investments, gruppo controllato dal governo di Abu Dhabi, un tentativo di acquisto del quotidiano inglese Telegraph. La nomina di Paolo Scaroni a presidente di Red Bird International sarebbe riconducibile proprio alla volontà di avvalersi dell’attività del presidente dell’Enel in questa scalata. Le notizie sull’inchiesta potrebbero frenare l’avanzamento dei contatti di Cardinale nel mondo arabo per il Milan. I vertici delle aziende del Medio Oriente preferiscono sempre muoversi nella massima riservatezza. Questo clamore non è l’ideale. Intanto la proprietà del Milan precisa che «l’idea che RedBird non possieda e non controlli il club è assolutamente falsa ed è contraddetta da tutte le prove e i fatti, compresi quelli che presumibilmente sono alla base dell’indagine. RedBird è il proprietario di controllo del Milan e tale rimarrà». Il Milan è piuttosto tranquillo per la posizione di Furlani e Gazidis rispetto all’indagine penale. In parallelo muoverà i suoi passi l’inchiesta della Procura Figc. I pubblici ministeri di Milano invieranno alla Federcalcio gli atti già notificati alle parti, come il decreto di perquisizione. E valuteranno quali altre carte spedire tra quelle ancora coperte da segreto investigativo e non messe a disposizione dei legali. Anche l’inchiesta sportiva non sembra preoccupare il Milan, convinto di riuscire a dimostrare che non esiste una finzione nel passaggio di proprietà da Elliott a RedBird. Quindi non sarebbe necessario nella difesa arrivare ad argomentazioni di diritto sull’impossibilità di applicare gli articoli 31 e 32 del Codice di Giustizia Sportiva a questa fattispecie. I tempi previsti, però, potrebbero essere piuttosto lunghi. Gli inquirenti Figc attendono gli atti da Milano per cominciare a orientarsi.


Altre news di giornata:


—)
Prof. Matera:"Milan, ecco cosa rischi. La Juve insegna".


—) Elliott: il controllo sul Lille e il prezzo di Leao...


—) Giudice:"Redbird, i dubbi sull'inchiesta. Le carte...".


—) Milan: Musah e i titolari a Praga. Vietato sbagliare.


—) Ag. Tomori:"Vuole restare, ma...".


—) Inchiesta Milan si allarga. Carte d'Arabia. Penalizzazione e parole chiave.
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La cosa importante, anzi fondamentale, è che questa inchiesta faccia sloggiare rabbini pervertiti e pupazzi prestanome. Al più presto, ovviamente.
Ma per farli sloggiare basterebbe che gli arabi entrassero in società, questa inchiesta sicuramente non aiuta.

Spero che Redbird dimostri rapidamente che i soldi dati ad Elliott per la prima tranche di acquisto siano suoi, il resto per me è fuffa.
Avendo Elliott un grosso credito verso Redbird non trovo così strano che vogliano avere qualcuno nel CDA, come l'Inter con Oaktree.

Se gli arabi dessero a Cardinale quei circa 500 milioni con quei soldi lui ripagherebbe in gran parte il debito verso Elliott.
 

Lineker10

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Tuttosport sulle news già riportate sull'indagine per il prezzo di acquisto del club da 1,2 mld ritenuto troppo alto: nei radar degli inquirenti milanesi entra anche il prezzo di vendita del Milan da Elliott a RedBird. L’inchiesta della Procura, che due giorni fa ha disposto la perquisizione nella sede del club rossonero eseguita dalla Guardia di Finanza, mira a fare luce sulla congruità del costo sostenuto dal fondo di Gerry Cardinale secondo gli accordi stipulati con la famiglia Singer alla fine di agosto del 2022, oltre a capire se il passaggio di proprietà è stato effettivo. La somma della vendita tra i due fondi americani era stata fissata a 1,2 miliardi. Come spiega l’Ansa, questa cifra sarebbe ritenuta troppo alta e per questo i pubblici ministeri vogliono vederci più chiaro. Nel 2017 il Milan era stato valutato 520 milioni da Fininvest al momento del closing con Yonghong Li. Ma, nei mesi che hanno preceduto la cessione a RedBird, il fondo Investcorp del Bahrein aveva messo sul piatto 1,1 miliardi. L’inchiesta, che ha portato l’attuale a.d. Giorgio Furlani (oggi potrebbe raggiungere la squadra a Praga) e il suo predecessore Ivan Gazidis nel registro degli indagati per ostacolo all’attività di vigilanza della Figc, vuole fare luce sullo schema di vendita da Elliott a Cardinale: il vendor loan da 600 milioni e il resto della somma che, secondo indiscrezioni, non è scontato sia stato già interamente pagato da RedBird a Elliott. Per questo motivo erano in corso contatti di Cardinale con società finanziarie del mondo arabo, tra Arabia Saudita ed Emirati Arabi, curiosamente nella stessa area mediorientale dove ha sede Investcorp, la cui proposta di acquisto del Milan, un anno e mezzo prima, era stata rifiutata da Elliott che ha preferito seguire la strada della continuità senza tagliare il filo dell’hedge fund col Milan, ormai datato 2017. Queste trattative col mondo arabo, da un lato, servirebbero a trovare i soldi per completare l’operazione con Elliott. Dall’alto, avrebbero lo scopo di individuare nuovi investitori per il Milan. Queste negoziazioni potrebbero essere finalizzate a cercare un soggetto finanziario in grado di sostituire Elliott nel maxi-prestito entro giugno. Senza dimenticare che RedBird sta conducendo insieme a Interantional Media Investments, gruppo controllato dal governo di Abu Dhabi, un tentativo di acquisto del quotidiano inglese Telegraph. La nomina di Paolo Scaroni a presidente di Red Bird International sarebbe riconducibile proprio alla volontà di avvalersi dell’attività del presidente dell’Enel in questa scalata. Le notizie sull’inchiesta potrebbero frenare l’avanzamento dei contatti di Cardinale nel mondo arabo per il Milan. I vertici delle aziende del Medio Oriente preferiscono sempre muoversi nella massima riservatezza. Questo clamore non è l’ideale. Intanto la proprietà del Milan precisa che «l’idea che RedBird non possieda e non controlli il club è assolutamente falsa ed è contraddetta da tutte le prove e i fatti, compresi quelli che presumibilmente sono alla base dell’indagine. RedBird è il proprietario di controllo del Milan e tale rimarrà». Il Milan è piuttosto tranquillo per la posizione di Furlani e Gazidis rispetto all’indagine penale. In parallelo muoverà i suoi passi l’inchiesta della Procura Figc. I pubblici ministeri di Milano invieranno alla Federcalcio gli atti già notificati alle parti, come il decreto di perquisizione. E valuteranno quali altre carte spedire tra quelle ancora coperte da segreto investigativo e non messe a disposizione dei legali. Anche l’inchiesta sportiva non sembra preoccupare il Milan, convinto di riuscire a dimostrare che non esiste una finzione nel passaggio di proprietà da Elliott a RedBird. Quindi non sarebbe necessario nella difesa arrivare ad argomentazioni di diritto sull’impossibilità di applicare gli articoli 31 e 32 del Codice di Giustizia Sportiva a questa fattispecie. I tempi previsti, però, potrebbero essere piuttosto lunghi. Gli inquirenti Figc attendono gli atti da Milano per cominciare a orientarsi.


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Se tutto questo servisse per toglierci di mezzo Elliott Redibird e la combriccola di cialtroni che li accompagnano, per far posto ad una proprietà seria e ambiziosa, accetterei pure di giocare in Serie B, altro che penalizzazione.
 

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Tuttosport sulle news già riportate sull'indagine per il prezzo di acquisto del club da 1,2 mld ritenuto troppo alto: nei radar degli inquirenti milanesi entra anche il prezzo di vendita del Milan da Elliott a RedBird. L’inchiesta della Procura, che due giorni fa ha disposto la perquisizione nella sede del club rossonero eseguita dalla Guardia di Finanza, mira a fare luce sulla congruità del costo sostenuto dal fondo di Gerry Cardinale secondo gli accordi stipulati con la famiglia Singer alla fine di agosto del 2022, oltre a capire se il passaggio di proprietà è stato effettivo. La somma della vendita tra i due fondi americani era stata fissata a 1,2 miliardi. Come spiega l’Ansa, questa cifra sarebbe ritenuta troppo alta e per questo i pubblici ministeri vogliono vederci più chiaro. Nel 2017 il Milan era stato valutato 520 milioni da Fininvest al momento del closing con Yonghong Li. Ma, nei mesi che hanno preceduto la cessione a RedBird, il fondo Investcorp del Bahrein aveva messo sul piatto 1,1 miliardi. L’inchiesta, che ha portato l’attuale a.d. Giorgio Furlani (oggi potrebbe raggiungere la squadra a Praga) e il suo predecessore Ivan Gazidis nel registro degli indagati per ostacolo all’attività di vigilanza della Figc, vuole fare luce sullo schema di vendita da Elliott a Cardinale: il vendor loan da 600 milioni e il resto della somma che, secondo indiscrezioni, non è scontato sia stato già interamente pagato da RedBird a Elliott. Per questo motivo erano in corso contatti di Cardinale con società finanziarie del mondo arabo, tra Arabia Saudita ed Emirati Arabi, curiosamente nella stessa area mediorientale dove ha sede Investcorp, la cui proposta di acquisto del Milan, un anno e mezzo prima, era stata rifiutata da Elliott che ha preferito seguire la strada della continuità senza tagliare il filo dell’hedge fund col Milan, ormai datato 2017. Queste trattative col mondo arabo, da un lato, servirebbero a trovare i soldi per completare l’operazione con Elliott. Dall’alto, avrebbero lo scopo di individuare nuovi investitori per il Milan. Queste negoziazioni potrebbero essere finalizzate a cercare un soggetto finanziario in grado di sostituire Elliott nel maxi-prestito entro giugno. Senza dimenticare che RedBird sta conducendo insieme a Interantional Media Investments, gruppo controllato dal governo di Abu Dhabi, un tentativo di acquisto del quotidiano inglese Telegraph. La nomina di Paolo Scaroni a presidente di Red Bird International sarebbe riconducibile proprio alla volontà di avvalersi dell’attività del presidente dell’Enel in questa scalata. Le notizie sull’inchiesta potrebbero frenare l’avanzamento dei contatti di Cardinale nel mondo arabo per il Milan. I vertici delle aziende del Medio Oriente preferiscono sempre muoversi nella massima riservatezza. Questo clamore non è l’ideale. Intanto la proprietà del Milan precisa che «l’idea che RedBird non possieda e non controlli il club è assolutamente falsa ed è contraddetta da tutte le prove e i fatti, compresi quelli che presumibilmente sono alla base dell’indagine. RedBird è il proprietario di controllo del Milan e tale rimarrà». Il Milan è piuttosto tranquillo per la posizione di Furlani e Gazidis rispetto all’indagine penale. In parallelo muoverà i suoi passi l’inchiesta della Procura Figc. I pubblici ministeri di Milano invieranno alla Federcalcio gli atti già notificati alle parti, come il decreto di perquisizione. E valuteranno quali altre carte spedire tra quelle ancora coperte da segreto investigativo e non messe a disposizione dei legali. Anche l’inchiesta sportiva non sembra preoccupare il Milan, convinto di riuscire a dimostrare che non esiste una finzione nel passaggio di proprietà da Elliott a RedBird. Quindi non sarebbe necessario nella difesa arrivare ad argomentazioni di diritto sull’impossibilità di applicare gli articoli 31 e 32 del Codice di Giustizia Sportiva a questa fattispecie. I tempi previsti, però, potrebbero essere piuttosto lunghi. Gli inquirenti Figc attendono gli atti da Milano per cominciare a orientarsi.


Altre news di giornata:


—)
Prof. Matera:"Milan, ecco cosa rischi. La Juve insegna".


—) Elliott: il controllo sul Lille e il prezzo di Leao...


—) Giudice:"Redbird, i dubbi sull'inchiesta. Le carte...".


—) Milan: Musah e i titolari a Praga. Vietato sbagliare.


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Se tutto questo servisse per toglierci di mezzo Elliott Redibird e la combriccola di cialtroni che li accompagnano, per far posto ad una proprietà seria e ambiziosa, accetterei pure di giocare in Serie B, altro che penalizzazione.
Io no.
Tanto prima o poi la proprietà cambierà, è fisiologico.

Andare in B sarebbe una macchia nella storia e vorrebbe dire che nella migliore ipotesi ci vorrebbero almeno 5 anni per arrivare ad un livello simile a quello attuale.

Poi tra l'altro non vedo quali vantaggi abbia ottenuto il Milan squadra, nel caso puniscano i dirigenti ma non la squadra.

Comunque tutto si basa sul dimostrare la provenienza dei soldi pagati ad Elliott per comprare il Milan, se Redbird potrà documentarlo allora tutto finirà in una bolla di sapone.
 

Lineker10

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Io no.
Tanto prima o poi la proprietà cambierà, è fisiologico.

Andare in B sarebbe una macchia nella storia e vorrebbe dire che nella migliore ipotesi ci vorrebbero almeno 5 anni per arrivare ad un livello simile a quello attuale.

Poi tra l'altro non vedo quali vantaggi abbia ottenuto il Milan squadra, nel caso puniscano i dirigenti ma non la squadra.

Comunque tutto si basa sul dimostrare la provenienza dei soldi pagati ad Elliott per comprare il Milan, se Redbird potrà documentarlo allora tutto finirà in una bolla di sapone.
Era una provocazione chiaramente...
Per me se questo serve per mandare via SUBITO sia Elliott che Redbird ben venga questa inchiesta.
 

mil77

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Sì sì, situazione proprio uguale all’Inter. IDENTICA.


Elliott il diritto di voto ce l’ha in quanto è di fatto il padrone del Milan, visto che è sia il “venditore” che il prestatore di denaro.

Quindi fino a che lo sciacquapiatti americano non ripaga il debito che ha, la sua “proprietà” è tale quanto quella del suo precedessore cinese.

Tra l’altro la fai passare come una cosa marginale, sebbene Presidente e AD siano gente di Elliot, non di Cardinale.
No Elliot il diritto di voto non lo ha.
 

CS10

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Sì sì, situazione proprio uguale all’Inter. IDENTICA.


Elliott il diritto di voto ce l’ha in quanto è di fatto il padrone del Milan, visto che è sia il “venditore” che il prestatore di denaro.

Quindi fino a che lo sciacquapiatti americano non ripaga il debito che ha, la sua “proprietà” è tale quanto quella del suo precedessore cinese.

Tra l’altro la fai passare come una cosa marginale, sebbene Presidente e AD siano gente di Elliot, non di Cardinale.
Il fatto che Elliott abbia prestato denaro non significa che il bene sia suo.

Hai mai fatto un prestito o un mutuo? Il bene che acquisti diventa tuo, tant’è che per una casa acquistata con il mutuo fai comunque un atto dal notaio che sancisce la tua proprietà e di quel bene puoi disporre come vuoi, anche venderlo, anche se stai ancora ripagando il debito.
Se poi non paghi te lo pignorano, ovvero lo tolgono dalla tua disponibilità.

quindi qui la questione è un’altra, non si sta mettendo in dubbio che il veicolo del vendor loan sia lecito o meno, ma che sia stato fatto in maniera diversa da ciò che è dichiarato ufficialmente, ovvero che anche la parte che dovrebbe essere arrivata da Redbird sia in realtà di Elliott.
 

bobbylukr

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Il fatto che Elliott abbia prestato denaro non significa che il bene sia suo.

Hai mai fatto un prestito o un mutuo? Il bene che acquisti diventa tuo, tant’è che per una casa acquistata con il mutuo fai comunque un atto dal notaio che sancisce la tua proprietà e di quel bene puoi disporre come vuoi, anche venderlo, anche se stai ancora ripagando il debito.
Se poi non paghi te lo pignorano, ovvero lo tolgono dalla tua disponibilità.

quindi qui la questione è un’altra, non si sta mettendo in dubbio che il veicolo del vendor loan sia lecito o meno, ma che sia stato fatto in maniera diversa da ciò che è dichiarato ufficialmente, ovvero che anche la parte che dovrebbe essere arrivata da Redbird sia in realtà di Elliott.

Vero ma non è esattamente uguale: se non paghi la casa la banca la fa mettere all'asta ma chiunque può comprarla.
Col pegno le quote tornano a Elliott...
 
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