Che poi, a dirla tutta, non ci sarebbe nulla di male a cantare Bella Ciao. Il problema è che un certo partito, il solito, se ne è appropriato facendola diventare praticamente l'inno ufficiale. E non si sa perchè.
La ragione la sappiamo benissimo, sia te che io, come tanti altri.
A costo di passare come uno stucchevole saccente, la riscrivo qui, magari qualcuno apre gli occhi e ci riflette, perché quella che passa come una stupidaggine è invece un fatto gravissimo e degno di essere processato come crimine ai più alti livelli.
A parte l'impossessarsi di fatto di una proprietà "intellettuale" condivisa e patrimonio di tutti, in special modo di chi è morto per la libertà (che non aveva sicuramente nessun colore), questa gente che noi liquidiamo brevemente come idioti sono in realtà dei fini psicologi che studiano queste cose a tavolino e con premeditata malafede.
L'equazione "Bella Ciao" = PD, pubblicizzata e cantata nelle scuole crea una associazione inconscia tra la libertà e il partito politico. La mente dei ragazzi, ancora in formazione, non può fare a meno di collegare il periodo felice della scuola con il filone di appartenenza ad una certa parte, e contemporaneamente sviluppare l'odio per la parte opposta. "Eh, ce lo dicevano a scuola ...". Effettuare un imprinting profondo poi ti condiziona per tutta la vita, ed è la base dell'ideologia. Cambiare radicalmente idea non è facile man mano che passa il tempo.
Questa gente andrebbe giustiziata, senza se e senza ma, perché applica un vero e proprio condizionamento mentale di basso livello, meschino e disgustoso, con la scusa abbietta di propagandare una libertà che di fatto ti tolgono senza che tu te ne accorga consapevolmente. Ti tolgono la coscienza e la lucidità mentale con la forza.
Questa forzatura del "Bella Ciao" è un vero e proprio reclutamento politico. E' regime nazifascista cristallino.
Male, molto male. Il fatto che ci sia gente che non vuole capirlo è segno che il progetto funziona, e vedrete che ci insisteranno sempre di più. Vedrete che si impadroniranno di simboli e terminologia, l'essenza del linguaggio politico, facendone terra bruciata.