Controparte del topic aperto ieri (http://www.milanworld.net/oggi-hanno-vinto-tutti-gli-altri-vt55817.html) ma questa volta scritto a freddo dopo aver smaltito l'umiliazione di 20 ore fa.
Alla fine restiamo noi contro tutti. E se da una parte sembra il momento migliore per abbandonare la nave, o la baracca, o quello che volete voi, penso che sia anche un'occasione per ricompattarci.
Ieri abbiamo toccato il punto più basso. Si dice che quando pensi di aver raggiunto il peggio, poi arriva sempre la smentita, ma questa volta no. Personalmente mi sbilancio a dire che peggio di ieri non può esserci niente. Nè uscire male in Europa con l'Ostersund, né perdere male il derby di Coppa Italia (sempre se eliminiamo il Verona), né perdere al conad stadium con tripletta di De Sciglio, né sarà peggio perdere in casa al ritorno con lo stesso Benevento (perché sia che perdi 0-3, sia che vinci 8-0, non cancellerai i fatti di ieri). Insomma, peggio di ieri c'è solo il fallimento societario, che molti ancora ci augurano.
Siamo stati raggiunti al 95' da un gol del portiere di una squadra che aveva zero punti. Gol meritatissimo. Gol bellissimo. Ma ogni volta che lo rivedo penso che se ci riprova duemila volte non lo segna più. Semplicemente era destino. Doveva andare così.
E se il resto del mondo gongola, i tifosi del Milan devono stringersi oggi maggiormente attorno ai propri colori.
Abbiamo passato 5 mesi a prendercela con la vecchia società e con la nuova, con Galliani e con Mirabelli, con Kalinic e con Bacca, con Montolivo e con Bonucci, con Montella e adesso con Gattuso. Adesso la stagione è andata, le nostre speranze sono andate. Sarà l'ennesima stagione di transizione, va accettato. Restano solo i colori.
Se ieri alla fine del match scrivevo "Bastaaaaaaaaaaaa", oggi scrivo che giovedì arrivo in Italia e domenica sera sarò dentro il mio stadio per Milan-Bologna alle spalle del mio allenatore e dei miei ragazzi (a sostenere tutti, quelli che mi stanno più simpatici e quelli meno).
Ci vediamo lì per chi se la sente. Per raccontarci le barzellette che scrivono gli altri sul Milan, per ridere ironicamente delle nostre stesse disgrazie, ma anche per tornare a sperare ancora in una lenta o lentissima rinascita.
Il tempo che ci vorrà.
Alla fine restiamo noi contro tutti. E se da una parte sembra il momento migliore per abbandonare la nave, o la baracca, o quello che volete voi, penso che sia anche un'occasione per ricompattarci.
Ieri abbiamo toccato il punto più basso. Si dice che quando pensi di aver raggiunto il peggio, poi arriva sempre la smentita, ma questa volta no. Personalmente mi sbilancio a dire che peggio di ieri non può esserci niente. Nè uscire male in Europa con l'Ostersund, né perdere male il derby di Coppa Italia (sempre se eliminiamo il Verona), né perdere al conad stadium con tripletta di De Sciglio, né sarà peggio perdere in casa al ritorno con lo stesso Benevento (perché sia che perdi 0-3, sia che vinci 8-0, non cancellerai i fatti di ieri). Insomma, peggio di ieri c'è solo il fallimento societario, che molti ancora ci augurano.
Siamo stati raggiunti al 95' da un gol del portiere di una squadra che aveva zero punti. Gol meritatissimo. Gol bellissimo. Ma ogni volta che lo rivedo penso che se ci riprova duemila volte non lo segna più. Semplicemente era destino. Doveva andare così.
E se il resto del mondo gongola, i tifosi del Milan devono stringersi oggi maggiormente attorno ai propri colori.
Abbiamo passato 5 mesi a prendercela con la vecchia società e con la nuova, con Galliani e con Mirabelli, con Kalinic e con Bacca, con Montolivo e con Bonucci, con Montella e adesso con Gattuso. Adesso la stagione è andata, le nostre speranze sono andate. Sarà l'ennesima stagione di transizione, va accettato. Restano solo i colori.
Se ieri alla fine del match scrivevo "Bastaaaaaaaaaaaa", oggi scrivo che giovedì arrivo in Italia e domenica sera sarò dentro il mio stadio per Milan-Bologna alle spalle del mio allenatore e dei miei ragazzi (a sostenere tutti, quelli che mi stanno più simpatici e quelli meno).
Ci vediamo lì per chi se la sente. Per raccontarci le barzellette che scrivono gli altri sul Milan, per ridere ironicamente delle nostre stesse disgrazie, ma anche per tornare a sperare ancora in una lenta o lentissima rinascita.
Il tempo che ci vorrà.