Ciao a tutti amici e amiche rossoneri/e. La mia vuole essere una breve riflessione con ad oggetto una prerogativa essenziale: il Milan sta perdendo la sua identità.
Possiamo partire dal ritorno di Kakà per poi proseguire all'indietro: qualcuno può spiegarmi come si concilia un ritorno (tralasciando la questione "minestra-riscaldata") di un giocatore 31enne con la tanto decantata politica dei giovani?
Sinceramente penso che la nostra società, da Berlusconi a Galliani sino ad Allegri, sia totalmente priva di un progetto serio e che guardi al futuro: parlano di autosufficienza, ma i soldi incassati dalle illustri cessioni dello scorso anno e quelli ottenuti quest'anno non sono stati investiti.
Non è tutto. I soldi (quei pochi) investiti sono pure investiti male. Anche un ragazzino si accorgerebbe guardando le nostre partite che abbiamo una difesa traballante e un centrocampo modesto. Astori e un buon centrocampista erano e restano certamente più necessari di Matri e Kakà; ma soprattutto, repetita iuvant, se anche Matri serviva, continuo a non comprendere il ritorno di Ricky (per quanto da tifoso lo ami tutt'ora).
Dovevano essere fatte scelte più coraggiose (Ljajic o Eriksen), ma soprattutto scelte in continuità con un percorso intrapreso un anno fa volto a ricostruire la colonna vertebrale della nostra squadra.
Non abbiamo un centrale di difesa in grado di garantire sicurezza e dare tranquillità anche a Mexes, non ci sono alternative sulle fasce, ci manca un uomo di qualità a centrocampo e un trequartista vero.
Capitolo Allegri: tralasciando le mie personali opinioni tecnico-tattiche sul mister (che non ho mai amato, lo scudetto perso due anni fa IO NON RIESCO A DIGERIRLO; gestione Thiago Silva e Milan-Fiore su tutto), ancora mi soffermo sul capitolo identità. Che senso ha confermare un allenatore in scadenza? Anche qua la società dimostra la sua totale incoerenza: o dai fiducia e rinnovi il contratto, o abbi il coraggio di cambiare.
Capitolo Modulo: altra "pagliacciata", perdonate il termine forte. Ma come si fa a non improntare la campagna acquisti sin da subito sul 4-3-1-2? Come si fa a predisporre una preparazione sul 4-3-3 e decidere di cambiare sistema di gioco il 30 Agosto puntando su un giocatore di cui (nonostante quello che possano dire a Milan Lab) non si hanno garanzie fisiche?
Tutte domande cui francamente non riesco a rispondere. Ma il punto interrogativo più grande è il seguente: perchè il Milan ha acquistato Ronaldinho (grande giocatore, ma più serate che gol), perchè ha acquistato giocatori come Ibrahimovic e Cassano (grandi campioni, ma niente di più lontano dal nostro stile e dalla nostra IDENTITA'); come fa il miglior dirigente italiano a non vendere Pato a Gennaio per 37 mln, cedendolo poi l'anno dopo per una cifra risibile (Barbara per ora ha fatto più danni che il resto). Ricapitolando: qual'è il filo conduttore della nostra politica societaria dal 2009 ad oggi? Ancora un interrogativo senza risposta, perchè effettivamente un filo logico non c'è.
CAPITOLO TIFOSI: forse questo è il riscontro più amaro. Ciò che non posso davvero accettare è l'atteggiamento di chi si è disinteressato, di chi ha preferito starsene a casa, di chi è pronto a puntare il dito contro tutto e tutti, ma alla fine viene solo col Barcellona.
Signori, NOI SIAMO IL MILAN. Siamo i 90000 a Barcellona, ma siamo SOPRATTUTTO I 60000 CON LA CAVESE. Curva Sud a parte, è desolante vedere San Siro semi-vuoto, freddo, privo di entusiasmo. Al di là delle responsabilità della nostra società, la risposta è esserci sempre, nel bene e nel male. Essere del Milan significa anche vivere questi momenti buii, è sempre più lodevole chi critica in modo costruttivo di chi sta a casa.
C'era una frase sullo statuto di uno dei gruppi più longevi della nostra curva, con cui voglio concludere il mio post:
ESSERE MILANISTI VUOL DIRE ESSERE SEMPRE IN PRIMA FILA, A RISCHIARE, SOFFRIRE, PIANGERE PRIMA ANCORA CHE A GIOIRE E VIVERE INSIEME.
FORZA MILAN, RIEMPIAMO SAN SIRO A PARTIRE DA DOMENICA.
DITEMI LA VOSTRA
Possiamo partire dal ritorno di Kakà per poi proseguire all'indietro: qualcuno può spiegarmi come si concilia un ritorno (tralasciando la questione "minestra-riscaldata") di un giocatore 31enne con la tanto decantata politica dei giovani?
Sinceramente penso che la nostra società, da Berlusconi a Galliani sino ad Allegri, sia totalmente priva di un progetto serio e che guardi al futuro: parlano di autosufficienza, ma i soldi incassati dalle illustri cessioni dello scorso anno e quelli ottenuti quest'anno non sono stati investiti.
Non è tutto. I soldi (quei pochi) investiti sono pure investiti male. Anche un ragazzino si accorgerebbe guardando le nostre partite che abbiamo una difesa traballante e un centrocampo modesto. Astori e un buon centrocampista erano e restano certamente più necessari di Matri e Kakà; ma soprattutto, repetita iuvant, se anche Matri serviva, continuo a non comprendere il ritorno di Ricky (per quanto da tifoso lo ami tutt'ora).
Dovevano essere fatte scelte più coraggiose (Ljajic o Eriksen), ma soprattutto scelte in continuità con un percorso intrapreso un anno fa volto a ricostruire la colonna vertebrale della nostra squadra.
Non abbiamo un centrale di difesa in grado di garantire sicurezza e dare tranquillità anche a Mexes, non ci sono alternative sulle fasce, ci manca un uomo di qualità a centrocampo e un trequartista vero.
Capitolo Allegri: tralasciando le mie personali opinioni tecnico-tattiche sul mister (che non ho mai amato, lo scudetto perso due anni fa IO NON RIESCO A DIGERIRLO; gestione Thiago Silva e Milan-Fiore su tutto), ancora mi soffermo sul capitolo identità. Che senso ha confermare un allenatore in scadenza? Anche qua la società dimostra la sua totale incoerenza: o dai fiducia e rinnovi il contratto, o abbi il coraggio di cambiare.
Capitolo Modulo: altra "pagliacciata", perdonate il termine forte. Ma come si fa a non improntare la campagna acquisti sin da subito sul 4-3-1-2? Come si fa a predisporre una preparazione sul 4-3-3 e decidere di cambiare sistema di gioco il 30 Agosto puntando su un giocatore di cui (nonostante quello che possano dire a Milan Lab) non si hanno garanzie fisiche?
Tutte domande cui francamente non riesco a rispondere. Ma il punto interrogativo più grande è il seguente: perchè il Milan ha acquistato Ronaldinho (grande giocatore, ma più serate che gol), perchè ha acquistato giocatori come Ibrahimovic e Cassano (grandi campioni, ma niente di più lontano dal nostro stile e dalla nostra IDENTITA'); come fa il miglior dirigente italiano a non vendere Pato a Gennaio per 37 mln, cedendolo poi l'anno dopo per una cifra risibile (Barbara per ora ha fatto più danni che il resto). Ricapitolando: qual'è il filo conduttore della nostra politica societaria dal 2009 ad oggi? Ancora un interrogativo senza risposta, perchè effettivamente un filo logico non c'è.
CAPITOLO TIFOSI: forse questo è il riscontro più amaro. Ciò che non posso davvero accettare è l'atteggiamento di chi si è disinteressato, di chi ha preferito starsene a casa, di chi è pronto a puntare il dito contro tutto e tutti, ma alla fine viene solo col Barcellona.
Signori, NOI SIAMO IL MILAN. Siamo i 90000 a Barcellona, ma siamo SOPRATTUTTO I 60000 CON LA CAVESE. Curva Sud a parte, è desolante vedere San Siro semi-vuoto, freddo, privo di entusiasmo. Al di là delle responsabilità della nostra società, la risposta è esserci sempre, nel bene e nel male. Essere del Milan significa anche vivere questi momenti buii, è sempre più lodevole chi critica in modo costruttivo di chi sta a casa.
C'era una frase sullo statuto di uno dei gruppi più longevi della nostra curva, con cui voglio concludere il mio post:
ESSERE MILANISTI VUOL DIRE ESSERE SEMPRE IN PRIMA FILA, A RISCHIARE, SOFFRIRE, PIANGERE PRIMA ANCORA CHE A GIOIRE E VIVERE INSIEME.
FORZA MILAN, RIEMPIAMO SAN SIRO A PARTIRE DA DOMENICA.
DITEMI LA VOSTRA