Ibra: sì al Milan. Ma vuole affiancare Pioli.

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Complimenti alla societàh :asd:
Senza Ibra-Maldini Piollo ad ottobre va subito in difficoltà, squadra in crisi, giocatori regrediti, prime avvisaglie dei titolari contro l'allenatore-somaro.
Ma tu pensa, in estate ci erano arrivati persino gli "stupidi tifosottii" ma non coloro che guadagnano milioni per fare un emerito gazzo dalla mattina alla sera :sisi:
 

mandraghe

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Ma se non si dimettono allenatori che fanno disastri, pensi davvero che lo faccia un tecnico terzo in classifica?!


Infatti non è quello che penso io ma quello che molto probabilmente pensano in società.

Avrebbero dovuto avere il coraggio di licenziarlo a giugno invece di dargli anche più poteri. Probabilmente pensavano che licenziandolo con Maldini questo avrebbe attenuato le colpe dell'odiatissimo Maldini.

Come detto: politica, politica, politica.
 

malos

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Mediaser conferma le news ampiamente riportate in mattinata (di seguito) e aggunge: Ibra sta pensando seriamente di di tornare al Milan, ma ad una condizione: vuole un ruolo operativo. Ovvero, affiancare Pioli nella gestione del gruppo.

News precedenti

GDS in edicola: Stefano Pioli oggi ha due spalle larghe così: vanno da New York a Milanello, passando per via Aldo Rossi e i grattacieli di Porta Nuova, dove Zlatan Ibrahimovic presto scioglierà le riserve sulla sua terza vita rossonera, sempre più vicina. Tutti per Pioli, Pioli per tutti: perché la settimana appena andata in archivio non passerà certo alla storia come tra le più brillanti del Milan, ma non è questo il caso di drammatizzare. Anzi. Il Milan è una squadra viva – lo si è visto nello show dei primi 45’ del Maradona — e soprattutto è in piena corsa per gli obiettivi stagionali: lo scudetto al momen- to dista 3 punti e il calendario ini- zia a sorridere, gli ottavi di Champions sono in salita ma non impossibili. Un successo il 7 novembre con il Psg cambierebbe prospettive e percezioni. Le percezioni su Pioli invece, al Milan non sono mai cambiate: più i social lo bersagliano — i cambi, l’atteggiamento tattico, gli infortuni —, più il club lo sostiene.



Per la proprietà Pioli resta on fire, un gentiluomo che sa valorizzare il capitale tecnico a disposizione e ottenere risultati. Lo dicono le scelte societarie di questa estate, che hanno messo Pioli al centro del progetto come e più di prima: non è mai stato coinvolto nelle strategie di mercato come in questa stagione, e la sintonia con l’a.d. Furlani, il capo dell’area tecnica Moncada e il d.s. D’Ottavio è stata pressoché totale. Pioli si è speso in prima persona per l’ingaggio dei nuovi, da Pulisic a Loftus-Cheek, da Reijnders a Chukwueze, ha chiesto e ottenuto profili funzionali al Milan che aveva in mente. Alle scelte di mercato, poi, sono seguite quelle di campo, e qui Pioli ha stupito in positivo i vertici del club: con una rosa così profondamente rinnovata, un periodo di rodaggio era uno scenario da mettere in conto e invece il Milan è partito subito forte. Ha sbandato nel derby, vero, ma si è rimesso a correre arrampicandosi fino al primo posto in solitaria, poi perso dopo il ko con la Juve: Pioli insomma ha guadagnato tempo sulle previ- sioni iniziali, le frenate nei big match — Juve appunto, ma anche Psg e il pari di Napoli — non impediscono al Milan di guardare al resto della stagione con la stessa fiducia di agosto. Gerry Cardinale, numero uno di RedBird proprietario del Milan, non ha mai fatto mancare il suo sostegno all’allenatore: sarà a San Siro per il ritorno con il Psg di martedì prossimo. Allora, magari, il Milan avrà ripreso a vincere, perché sabato arriva l’Udinese: partita delicata ma assolutamente abbordabile e non è l’unica. Dopo essersi messi alle spalle tutti gli scontri diretti (manca l’Atalanta), da qui alla fine del girone di andata i rossoneri giocheranno 6 gare su 9 contro avversarie di me- dia-bassa classifica: è la grande occasione e chiama punti da scudetto.

Il ritorno di Cardinale a Milano potrebbe offrire l’assist per un nuovo incontro con Ibrahimovic, dopo gli appuntamenti di metà settembre, quando Mr. RedBird e l’ex attaccante si erano visti per due giorni di fila tra Milanello e un hotel in centro a Milano. Da allora a oggi, i contatti tra la proprietà a Zlatan sono rimasti vivi, vivissimi: Ibra ha parlato del possibile ritorno anche con l’a.d. Furlani e le riflessioni sono in corso, anche se chi conosce Zlatan racconta di un Ibra intrigato. La fumata bianca potrebbe essere molto più vicina di quanto non lascino intendere le parti in causa. E un Ibrahimovic di nuovo a Milanello, magari nelle vesti di collaboratore di Pioli, a stretto contatto quotidiano con la squadra, farebbe tutti contenti: l’allenatore, che con Zlatan ha saldato un asse determinante per riportare il Milan al successo in Italia, e lo stesso Ibrahimovic, coinvolto in un progetto che lo vedrebbe operativo.

Con Zlatan al suo fianco nello spogliatoio, Pioli ritroverebbe la leadership inimitabile (parole sue) di un campione che fino a pochi mesi fa ha dato l’esempio ai compagni. Ma la gestione del gruppo, per l’allenatore rossonero, non è mai stata un problema e non lo è nemmeno adesso: tra Parigi e Napoli non sono mancati momenti di tensione, dalle frasi di Calabria al Parco dei Principi alle reazioni di Leao e Giroud dopo i cambi del Maradona, ma tutto è rientrato velocemente, diciamo nel giro di un viaggio aereo. Una cosa però è sicura: Pioli, in quei post partita, non è stato l’unico a non aver gradito. Per quanto istintive, certe esternazioni non sono piaciute nemmeno alla società, e la squadra ha ricevuto il messaggio. Perché per decollare, questo Milan dovrà essere compatto.
Non penso Ibra accetti comunque segno evidente di ammissione di errore. Dare superpoteri a questo mediocre è segno di poca lucidità ad essere gentile. Sulla dignità del mister meglio sorvolare, la mia l'ho già detta in estate.
 

sampapot

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l'importante è che nelle gerarchie non sia sotto Pioli...solo così potremo sperare in qualcosa di positivo (topo fargli capire che Krunic vale zero)
 

Blu71

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Mediaser conferma le news ampiamente riportate in mattinata (di seguito) e aggunge: Ibra sta pensando seriamente di di tornare al Milan, ma ad una condizione: vuole un ruolo operativo. Ovvero, affiancare Pioli nella gestione del gruppo.

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GDS in edicola: Stefano Pioli oggi ha due spalle larghe così: vanno da New York a Milanello, passando per via Aldo Rossi e i grattacieli di Porta Nuova, dove Zlatan Ibrahimovic presto scioglierà le riserve sulla sua terza vita rossonera, sempre più vicina. Tutti per Pioli, Pioli per tutti: perché la settimana appena andata in archivio non passerà certo alla storia come tra le più brillanti del Milan, ma non è questo il caso di drammatizzare. Anzi. Il Milan è una squadra viva – lo si è visto nello show dei primi 45’ del Maradona — e soprattutto è in piena corsa per gli obiettivi stagionali: lo scudetto al momen- to dista 3 punti e il calendario ini- zia a sorridere, gli ottavi di Champions sono in salita ma non impossibili. Un successo il 7 novembre con il Psg cambierebbe prospettive e percezioni. Le percezioni su Pioli invece, al Milan non sono mai cambiate: più i social lo bersagliano — i cambi, l’atteggiamento tattico, gli infortuni —, più il club lo sostiene.



Per la proprietà Pioli resta on fire, un gentiluomo che sa valorizzare il capitale tecnico a disposizione e ottenere risultati. Lo dicono le scelte societarie di questa estate, che hanno messo Pioli al centro del progetto come e più di prima: non è mai stato coinvolto nelle strategie di mercato come in questa stagione, e la sintonia con l’a.d. Furlani, il capo dell’area tecnica Moncada e il d.s. D’Ottavio è stata pressoché totale. Pioli si è speso in prima persona per l’ingaggio dei nuovi, da Pulisic a Loftus-Cheek, da Reijnders a Chukwueze, ha chiesto e ottenuto profili funzionali al Milan che aveva in mente. Alle scelte di mercato, poi, sono seguite quelle di campo, e qui Pioli ha stupito in positivo i vertici del club: con una rosa così profondamente rinnovata, un periodo di rodaggio era uno scenario da mettere in conto e invece il Milan è partito subito forte. Ha sbandato nel derby, vero, ma si è rimesso a correre arrampicandosi fino al primo posto in solitaria, poi perso dopo il ko con la Juve: Pioli insomma ha guadagnato tempo sulle previ- sioni iniziali, le frenate nei big match — Juve appunto, ma anche Psg e il pari di Napoli — non impediscono al Milan di guardare al resto della stagione con la stessa fiducia di agosto. Gerry Cardinale, numero uno di RedBird proprietario del Milan, non ha mai fatto mancare il suo sostegno all’allenatore: sarà a San Siro per il ritorno con il Psg di martedì prossimo. Allora, magari, il Milan avrà ripreso a vincere, perché sabato arriva l’Udinese: partita delicata ma assolutamente abbordabile e non è l’unica. Dopo essersi messi alle spalle tutti gli scontri diretti (manca l’Atalanta), da qui alla fine del girone di andata i rossoneri giocheranno 6 gare su 9 contro avversarie di me- dia-bassa classifica: è la grande occasione e chiama punti da scudetto.

Il ritorno di Cardinale a Milano potrebbe offrire l’assist per un nuovo incontro con Ibrahimovic, dopo gli appuntamenti di metà settembre, quando Mr. RedBird e l’ex attaccante si erano visti per due giorni di fila tra Milanello e un hotel in centro a Milano. Da allora a oggi, i contatti tra la proprietà a Zlatan sono rimasti vivi, vivissimi: Ibra ha parlato del possibile ritorno anche con l’a.d. Furlani e le riflessioni sono in corso, anche se chi conosce Zlatan racconta di un Ibra intrigato. La fumata bianca potrebbe essere molto più vicina di quanto non lascino intendere le parti in causa. E un Ibrahimovic di nuovo a Milanello, magari nelle vesti di collaboratore di Pioli, a stretto contatto quotidiano con la squadra, farebbe tutti contenti: l’allenatore, che con Zlatan ha saldato un asse determinante per riportare il Milan al successo in Italia, e lo stesso Ibrahimovic, coinvolto in un progetto che lo vedrebbe operativo.

Con Zlatan al suo fianco nello spogliatoio, Pioli ritroverebbe la leadership inimitabile (parole sue) di un campione che fino a pochi mesi fa ha dato l’esempio ai compagni. Ma la gestione del gruppo, per l’allenatore rossonero, non è mai stata un problema e non lo è nemmeno adesso: tra Parigi e Napoli non sono mancati momenti di tensione, dalle frasi di Calabria al Parco dei Principi alle reazioni di Leao e Giroud dopo i cambi del Maradona, ma tutto è rientrato velocemente, diciamo nel giro di un viaggio aereo. Una cosa però è sicura: Pioli, in quei post partita, non è stato l’unico a non aver gradito. Per quanto istintive, certe esternazioni non sono piaciute nemmeno alla società, e la squadra ha ricevuto il messaggio. Perché per decollare, questo Milan dovrà essere compatto.

Ben venga uno con le p...
 
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Beh i più scafati penso lo abbiano capito da un pezzo. Ovvio che con Ibra non cesseranno gli infortuni, Krunic sarà sempre titolare e giocheremo sempre il calcio-rugby piolista. Anzi se tanto mi dà tanto penso che Pioli, per non sentirsi sotto tutela, probabilmente accentuerà i suoi puntigli.

E quindi? Beh credo che si voglia spingere Pioli alle dimissioni. Lo si umilia per farlo andar via. E facendo di lui l'unico responsabile. Diabolico. E' solo politica, ma politica fatta sulla pelle dei tifosi.

Maledetti.
No Pioli non si dimetterà perché Ibra lo strozzera prima
 

fabri47

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Io penso che Pioli non lo esonerano perchè l'unica alternativa è Abate (e fino a pochi mesi fa Sheva, che però ora è impegnato in politica). L'anno scorso era palesemente da esonero. Dal dopo Ancelotti facciamo una grossa fatica a prendere allenatori di curriculum, pazzesco! Dopotutto, da anni navighiamo a vista e senza un progetto serio nessun allenatore verrebbe. Nel 2016 ci fu uno straccio di progetto, ma abbiamo preso Montella. :facepalm:

Ibra è stata sul serio la nostra salvezza. Tutto il buono fatto finora è merito delle briciole da lui lasciate.
 

Jino

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Infatti non è quello che penso io ma quello che molto probabilmente pensano in società.

Avrebbero dovuto avere il coraggio di licenziarlo a giugno invece di dargli anche più poteri. Probabilmente pensavano che licenziandolo con Maldini questo avrebbe attenuato le colpe dell'odiatissimo Maldini.

Come detto: politica, politica, politica.

Gli mancavano due anni di contratto a 4 netti, questo il motivo per cui è rimasto. Avesse avuto una situazione contrattuale diversa, anche solo un anno di contratto, lo spedivano sulla luna assieme all'area tecnica.
 

mandraghe

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Gli mancavano due anni di contratto a 4 netti, questo il motivo per cui è rimasto. Avesse avuto una situazione contrattuale diversa, anche solo un anno di contratto, lo spedivano sulla luna assieme all'area tecnica.

Vero. Però ingaggiando Ibra paghi comunque uno stipendio in più. Fermo restando che per me alla fine Ibra rinuncerà. Resto perplesso che però gli abbiano poi dato più poteri.

Comunque dobbiamo sperare che gli riesca di centrare la qualificazione alla prossima champions per poi salutare. Ormai altri obiettivi realistici per quest’anno non ne vedo.
 

Jino

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Vero. Però ingaggiando Ibra paghi comunque uno stipendio in più. Fermo restando che per me alla fine Ibra rinuncerà. Resto perplesso che però gli abbiano poi dato più poteri.

Comunque dobbiamo sperare che gli riesca di centrare la qualificazione alla prossima champions per poi salutare. Ormai altri obiettivi realistici per quest’anno non ne vedo.

Assumere Ibra nello staff di Pioli con poteri decisionali significa che gli fa da tutor, se uno che è seduto 800 volte in carriera in panchina necessita di un tutor allora vuol dire che non hai fiducia, se non ne hai tanto vale esonerare.

Se Ibra lo metti in un ruolo dirigenziale invece, che vada a colmare un pò quel vuoto lasciato da Paolo, cioè quel collante tra società e gruppo squadra, quello che tutti i giorni va a milanello, prova ad aiutare dove può, lavora con la società per il futuro....allora è un'altra dinamica e ci può anche stare.
 
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