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Il Corriere della Sera in edicola oggi, 21 novembre, ha intervistato Sheva, Guidolin, Prandelli e Mauro sul ritorno di Ibra in Italia. Le news QUI --) http://www.milanworld.net/ibra-il-milan-spera-nella-scelta-di-cuore-vt82952.html Ecco le dichiarazioni:
Sheva:"Se Ibrahimovic vorrà tornare in Italia e sarà in condizione, potrà dare ancora tanto. È un ragazzo a posto, ha un enorme curriculum. Ovunque è andato ha fatto bene: se vuole rientrare al Milan potrà fornire una grande mano alla squadra». Inutile ricordare a Sheva che non sempre nel calcio i ritorni garantiscono le stesse emozioni della prima volta. Contano le motivazioni: accettare il Milan significherebbe assumersi grandi responsabilità. È alla fine della carriera, non sarebbe un passaggio qualsiasi".
Prandelli:"Io lo vedrei bene a Bologna, sarebbe un messaggio bellissimo per tutto il calcio. Sarebbe un segnale di riscossa per tutti i club non di prima fascia. Ibra ha già vinto 12 scudetti, non deve dimostrare niente. Sarebbe una scelta coraggiosa per un amico che sta soffrendo in un mondo dove si inseguono solo soldi e fama".
Mauro:"L’Ibra di un tempo era paragonabile a Van Basten e Careca ma quello attuale non è il giocatore di Juve, Inter o Milan. Lui era abituato a vincere campionati e giocare la Champions. Scegliendo il Milan al massimo può puntare al quarto posto. Se optasse per il Bologna avrebbe la possibilità di vivere un’esperienza tipo quella di Roberto Baggio. All’ipotesi Napoli credo meno, con tutti gli attaccanti che ha già. A mio avviso un suo ritorno in Italia sarebbe triste: Ibra era abituato a essere determinante, ora a 38 anni non sarebbe la stessa cosa. Il carisma si dimostra in campo, non nello spogliatoio a parole".
Guidolin:"Premesso che il giocatore ha qualità indiscusse ed è stato uno dei più forti centravanti degli ultimi vent’anni, che sa accollarsi le responsabilità di un’intera squadra e darebbe un plus di personalità a ogni club dove andrà, mi resta un dubbio: gli anni non sono pochi, bisogna vedere se è in piena efficienza fisica".
Sheva:"Se Ibrahimovic vorrà tornare in Italia e sarà in condizione, potrà dare ancora tanto. È un ragazzo a posto, ha un enorme curriculum. Ovunque è andato ha fatto bene: se vuole rientrare al Milan potrà fornire una grande mano alla squadra». Inutile ricordare a Sheva che non sempre nel calcio i ritorni garantiscono le stesse emozioni della prima volta. Contano le motivazioni: accettare il Milan significherebbe assumersi grandi responsabilità. È alla fine della carriera, non sarebbe un passaggio qualsiasi".
Prandelli:"Io lo vedrei bene a Bologna, sarebbe un messaggio bellissimo per tutto il calcio. Sarebbe un segnale di riscossa per tutti i club non di prima fascia. Ibra ha già vinto 12 scudetti, non deve dimostrare niente. Sarebbe una scelta coraggiosa per un amico che sta soffrendo in un mondo dove si inseguono solo soldi e fama".
Mauro:"L’Ibra di un tempo era paragonabile a Van Basten e Careca ma quello attuale non è il giocatore di Juve, Inter o Milan. Lui era abituato a vincere campionati e giocare la Champions. Scegliendo il Milan al massimo può puntare al quarto posto. Se optasse per il Bologna avrebbe la possibilità di vivere un’esperienza tipo quella di Roberto Baggio. All’ipotesi Napoli credo meno, con tutti gli attaccanti che ha già. A mio avviso un suo ritorno in Italia sarebbe triste: Ibra era abituato a essere determinante, ora a 38 anni non sarebbe la stessa cosa. Il carisma si dimostra in campo, non nello spogliatoio a parole".
Guidolin:"Premesso che il giocatore ha qualità indiscusse ed è stato uno dei più forti centravanti degli ultimi vent’anni, che sa accollarsi le responsabilità di un’intera squadra e darebbe un plus di personalità a ogni club dove andrà, mi resta un dubbio: gli anni non sono pochi, bisogna vedere se è in piena efficienza fisica".