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La GDS in edicola conferma le news che abbiamo riportato su Ibra ieri presente a Milanello ed aggiunge che lo svedese sarà con la squadra domenica ad Empoli.
Il Corsera sul piano di Ibra per rialzare il Milan: fa domande, un mucchio di domande. A tutti: giocatori, allenatore, staff, dirigenti, perfino ai giardinieri. Su tutto: mercato, tattica, strutture, avversari, obiettivi. «È uno Zlatan Ibrahimovic diverso», assicura quasi sorpreso chi gli sta vicino, chi lo segue giorno per giorno nella nuova avventura da «senior advisor della proprietà e del senior management del Milan», come da dicitura ufficiale. Il retroscena è che il suo Il retroscena Non vuole passare per «l’uomo forte», ora il suo obiettivo è capire: fa domande a tutti approccio al nuovo incarico ha spiazzato un po’ tutti, anche dentro a Milanello, dove evidentemente erano abituati all’Ibra calciatore, quello che alla bisogna ribaltava i tavoli e attaccava i compagni al muro. E invece no, niente di tutto questo: nelle sue prime settimane da consulente, ha pensato soprattutto ad ascoltare, osservare, analizzare. Se poi riuscirà davvero a fare la differenza lo dirà il tempo, ma una cosa è certa: il suo è un atteggiamento intelligente, maturo, lucido, di fronte a un lavoro nuovo e difficile, che deve ancora imparare. Il piano di Ibra è questo: capire e poi agire. Portando subito la propria energia, la pro- pria leadership, ma lasciando da parte facili slogan e sctando volutamente l’immagine dell’uomo forte che arriva e ribalta tutto. Una scelta, quella del profilo basso, che ha una finalità precisa: badare alla sostanza, per incidere davvero, per lasciare poi il segno, dando il suo contributo alla causa rossonera. La sua idea di fondo l’ha spiegata lui stesso: «Non voglio essere un simbolo, voglio fare la differenza». Di fatto è un consulente della proprietà, vale a dire di Cardinale, ma anche dei più alti dirigenti, cioè il presdente Scaroni e l’a.d. Furlani. E un consulente per definizione non prende decisioni, ma consiglia, suggerisce, fornisce pareri. Che possono però essere preziosissimi. Il suo raggio d’azione è ampio. Potrà ad esempio dire la sua sul mercato che si è aperto in questi giorni e vedrà inevitabilmente il Milan protagonista, soprattutto per sistemare la difesa a pezzi a causa dell’emergenza infortuni. Ieri Ibrahimovic è tornato da Miami — la famosa vacanza programmata da tempo che ha fatto molto discutere sui social ma sulla quale nessuno ai piani alti ha avuto da eccepire, anche se quei video dalla spiaggia comunicativamente non erano il massimo... — e dall’aeroporto di Malpensa è andato direttamente a Milanello. Ha salutato con affetto Pioli — il rapporto al di là delle ricostruzioni fantasiose è ottimo — e gli ex compagni, compresi i tanti ragazzini che hanno debuttato in queste settimane e che lui aiuterà a crescere. Poi ha seguito la seduta a bordo campo, accanto al capo scouting Moncada e al d.s. D’Ottavio, con i quali si è intrattenuto a lungo. Gennaio sarà decisivo per rinforzare la squadra. Il ritorno di Gabbia dal prestito al Villarreal è una buona notizia, ma servirà di più. C’è poi ovviamente anche l’Ibra motivatore: un ruolo che conosce già benissimo. «Ci aiuterà a vincere l’Europa League, lui l’ha già vinta e sa come si fa» ha detto qualche giorno fa Leao, sul quale Zlatan ha sempre avuto un enorme ascendente. Per l’Europa League però c’è tempo: testa al campionato, domenica si va ad Empoli. Per vincere. E Zlatan, in tribuna, ci sarà
Tuttosport: Zlatan Ibrahimovic è tornato a Milanello e lo ha fatto subito dopo esser rientrato in Italia da Miami. Ieri mattina lo svedese è atterrato all’aeroporto di Malpensa dalla California e subito, senza nemmeno passare da casa, si è fatto portare a Carnago per assistere all’allenamento della squadra di Stefano Pioli. Il Senior Advisor di RedBird, che ha nelle sue mansioni quella d’essere di supporto alla dirigenza milanista, ha affiancato Geoffrey Moncada a bordocampo e con il medesimo ha parlato di diversi temi, sia di campo sia di mercato. Le esigenze della rosa milanista sono evidenti, con Zlatan che cercherà di essere maggiormente presente nelle dinamiche di campo, ma anche con un confronto attivo e costruttivo con l’area sport. Domenica, con ogni probabilità, sarà a Empoli per il lunch match delle 12.30. Sarà la sua seconda uscita, sempre in trasferta, nella nuova veste di consigliere di Gerry Cardinale dopo l’esordio - non positivo in termini di risultato - di Salerno. Ibra è comunque un fattore, anche senza le scarpe da gioco ai piedi, perché non è un caso che Rafael Leao, nella sua lunga intervista concessa a Sky Sport, abbia parlato in maniera importante dello svedese e dell’impatto che la sua figura ha dentro il sistema operativo milanista: «Quando facevo buone partite lui non mi diceva niente, quando giocavo male invece lui arrivava e mi diceva ‘Rafa…’. Mi trasmetteva una pressione positiva. Quando sai che una persona ti parla per aiutarti, sai che ti vuole bene e quindi i consigli di Ibra mi hanno aiutato. Adesso con il suo ritorno mi aiuterà ancora di più, è una persona importante per tutti noi e per il Milan. Fondamentale averlo con noi». E anche ieri ci sono stati scambi di battute tra i due, con Leao che ha ritrovato anche la gioia del gol contro il Cagliari in Coppa Italia e, più in generale, è sembrato avere un ritmo di corsa nuovamente importante e maggiormente in linea con i suoi standard abituali. Adesso a Empoli sarà necessario un altro step, da parte sua e del Milan, perché servirà dare continuità ai risultati e un miglioramento delle prestazioni per dare maggior serenità a un ambiente che ha avuto troppi alti e bassi da ottobre a oggi. E poi, tenendo il focus su Leao, c’è un gol in campionato che manca dal 23 settembre scorso, quando decise Milan-Verona. Più di tre mesi di digiuno (con in mezzo 30 giorni di stop per infortunio) che vanno necessariamente interrotti. Empoli sarà la cartina di tornasole per capire che versione di Leao avremo in campo. Tutti a Milanello e non solo si augurano di vederlo in formato trascinatore, che poi è quello che conta.
Il Corsera sul piano di Ibra per rialzare il Milan: fa domande, un mucchio di domande. A tutti: giocatori, allenatore, staff, dirigenti, perfino ai giardinieri. Su tutto: mercato, tattica, strutture, avversari, obiettivi. «È uno Zlatan Ibrahimovic diverso», assicura quasi sorpreso chi gli sta vicino, chi lo segue giorno per giorno nella nuova avventura da «senior advisor della proprietà e del senior management del Milan», come da dicitura ufficiale. Il retroscena è che il suo Il retroscena Non vuole passare per «l’uomo forte», ora il suo obiettivo è capire: fa domande a tutti approccio al nuovo incarico ha spiazzato un po’ tutti, anche dentro a Milanello, dove evidentemente erano abituati all’Ibra calciatore, quello che alla bisogna ribaltava i tavoli e attaccava i compagni al muro. E invece no, niente di tutto questo: nelle sue prime settimane da consulente, ha pensato soprattutto ad ascoltare, osservare, analizzare. Se poi riuscirà davvero a fare la differenza lo dirà il tempo, ma una cosa è certa: il suo è un atteggiamento intelligente, maturo, lucido, di fronte a un lavoro nuovo e difficile, che deve ancora imparare. Il piano di Ibra è questo: capire e poi agire. Portando subito la propria energia, la pro- pria leadership, ma lasciando da parte facili slogan e sctando volutamente l’immagine dell’uomo forte che arriva e ribalta tutto. Una scelta, quella del profilo basso, che ha una finalità precisa: badare alla sostanza, per incidere davvero, per lasciare poi il segno, dando il suo contributo alla causa rossonera. La sua idea di fondo l’ha spiegata lui stesso: «Non voglio essere un simbolo, voglio fare la differenza». Di fatto è un consulente della proprietà, vale a dire di Cardinale, ma anche dei più alti dirigenti, cioè il presdente Scaroni e l’a.d. Furlani. E un consulente per definizione non prende decisioni, ma consiglia, suggerisce, fornisce pareri. Che possono però essere preziosissimi. Il suo raggio d’azione è ampio. Potrà ad esempio dire la sua sul mercato che si è aperto in questi giorni e vedrà inevitabilmente il Milan protagonista, soprattutto per sistemare la difesa a pezzi a causa dell’emergenza infortuni. Ieri Ibrahimovic è tornato da Miami — la famosa vacanza programmata da tempo che ha fatto molto discutere sui social ma sulla quale nessuno ai piani alti ha avuto da eccepire, anche se quei video dalla spiaggia comunicativamente non erano il massimo... — e dall’aeroporto di Malpensa è andato direttamente a Milanello. Ha salutato con affetto Pioli — il rapporto al di là delle ricostruzioni fantasiose è ottimo — e gli ex compagni, compresi i tanti ragazzini che hanno debuttato in queste settimane e che lui aiuterà a crescere. Poi ha seguito la seduta a bordo campo, accanto al capo scouting Moncada e al d.s. D’Ottavio, con i quali si è intrattenuto a lungo. Gennaio sarà decisivo per rinforzare la squadra. Il ritorno di Gabbia dal prestito al Villarreal è una buona notizia, ma servirà di più. C’è poi ovviamente anche l’Ibra motivatore: un ruolo che conosce già benissimo. «Ci aiuterà a vincere l’Europa League, lui l’ha già vinta e sa come si fa» ha detto qualche giorno fa Leao, sul quale Zlatan ha sempre avuto un enorme ascendente. Per l’Europa League però c’è tempo: testa al campionato, domenica si va ad Empoli. Per vincere. E Zlatan, in tribuna, ci sarà
Tuttosport: Zlatan Ibrahimovic è tornato a Milanello e lo ha fatto subito dopo esser rientrato in Italia da Miami. Ieri mattina lo svedese è atterrato all’aeroporto di Malpensa dalla California e subito, senza nemmeno passare da casa, si è fatto portare a Carnago per assistere all’allenamento della squadra di Stefano Pioli. Il Senior Advisor di RedBird, che ha nelle sue mansioni quella d’essere di supporto alla dirigenza milanista, ha affiancato Geoffrey Moncada a bordocampo e con il medesimo ha parlato di diversi temi, sia di campo sia di mercato. Le esigenze della rosa milanista sono evidenti, con Zlatan che cercherà di essere maggiormente presente nelle dinamiche di campo, ma anche con un confronto attivo e costruttivo con l’area sport. Domenica, con ogni probabilità, sarà a Empoli per il lunch match delle 12.30. Sarà la sua seconda uscita, sempre in trasferta, nella nuova veste di consigliere di Gerry Cardinale dopo l’esordio - non positivo in termini di risultato - di Salerno. Ibra è comunque un fattore, anche senza le scarpe da gioco ai piedi, perché non è un caso che Rafael Leao, nella sua lunga intervista concessa a Sky Sport, abbia parlato in maniera importante dello svedese e dell’impatto che la sua figura ha dentro il sistema operativo milanista: «Quando facevo buone partite lui non mi diceva niente, quando giocavo male invece lui arrivava e mi diceva ‘Rafa…’. Mi trasmetteva una pressione positiva. Quando sai che una persona ti parla per aiutarti, sai che ti vuole bene e quindi i consigli di Ibra mi hanno aiutato. Adesso con il suo ritorno mi aiuterà ancora di più, è una persona importante per tutti noi e per il Milan. Fondamentale averlo con noi». E anche ieri ci sono stati scambi di battute tra i due, con Leao che ha ritrovato anche la gioia del gol contro il Cagliari in Coppa Italia e, più in generale, è sembrato avere un ritmo di corsa nuovamente importante e maggiormente in linea con i suoi standard abituali. Adesso a Empoli sarà necessario un altro step, da parte sua e del Milan, perché servirà dare continuità ai risultati e un miglioramento delle prestazioni per dare maggior serenità a un ambiente che ha avuto troppi alti e bassi da ottobre a oggi. E poi, tenendo il focus su Leao, c’è un gol in campionato che manca dal 23 settembre scorso, quando decise Milan-Verona. Più di tre mesi di digiuno (con in mezzo 30 giorni di stop per infortunio) che vanno necessariamente interrotti. Empoli sarà la cartina di tornasole per capire che versione di Leao avremo in campo. Tutti a Milanello e non solo si augurano di vederlo in formato trascinatore, che poi è quello che conta.