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La GDS in edicola conferma le news che abbiamo già riportato ieri e aggiunge: Stefano Pioli si è detto«annoiato», ma anche «non infastidito» e «non preoccupato» dalle voci sulla sua panchina - in particolare dal nome di Conte -, nel mondo milanista c’è chi invece un certo fastidio lo starebbe provando. E se l’infastidito risponde al nome di Zlatan Ibrahimovic, allora l’indiscrezione acquista un certo peso. Un fastidio tendente all’aumento, ovvero direttamente proporzionale al montare sempre più insistente delle voci che lo vedrebbero accostato in prima persona al nome dell’ex allenatore del Tottenham in chiave rossonera. Conte si porta ovviamente dietro il nome di Pioli. E allora, se sulla questione Conte ciò che filtra da Z è soltanto a livello informale, su Pioli lo svedese è formalissimo, inequivocabile e assolutamente diretto nel suo messaggio di ieri: «È il nostro allenatore e siamo contenti di lui». Insomma, Ibra vota Pioli. Scenari Ibra sente, legge e vede scenari in cui viene associato al possibile arrivo di Conte, e a chi gli sta vicino spiega vigorosamente di non capirne il motivo, dal momento che il suo ultimo contatto con Antonio sarebbe datato 2016. Un rapporto che non si rinnova da otto anni insomma, sul quale tutti gli scenari che si stanno rincorrendo in queste settimane vengono bollati con determinazione dallo svedese come pettegolezzi. Il tutto nell’ambito di un contesto dove la vicinanza a Pioli è quindi certificata dalle sue parole, che non sono solo di facciata. In un’altra situazione è ragionevole pensare che Z avrebbe sorvolato, lasciando che chiacchiere e ipotesi facessero il loro corso. Ma in “questa” situazione le cose sono molto diverse. E decisamente più delicate. Perché Zlatan è il super consulente rossonero, chiamato all’opera direttamente dalla proprietà, un advisor a cui è stato consegnato un raggio d’azione pressoché totale all’interno dell’universo milanista. Si va dalle dinamiche spicciole di campo alla gestione/crescita dei giocatori (ovviamente rispettando i doverosi confini con l’operato dell’allenatore), dallo sviluppo globale del brand rossonero alla consulenza personale direttamente con Gerry Cardinale. Senza poteri decisionali, come ricordano sempre dal Milan, e senza incarichi nella gerarchia dirigenziale del club. Ma, evidentemente, in qualità di consigliere molto stimato e sicuramente ascoltato.
Ecco perché Zlatan non gradisce l’accostamento e vuole fare chiarezza. Il secondo motivo - che secondo, poi, non è - riguarda chiaramente Pioli. A cui Ibra è legato e del quale Z ha grande stima (ricambiata), in virtù di un rapporto pregresso allenatore-giocatore ottimale. Superfluo constatare che se Z si espone così, lo fa con l’avallo della proprietà e del club. Dopo di che, è evidente che i bilanci sull’allenatore si faranno a fine stagione, come sempre avviene. L’annata fino a questo momento ha visto l’addio a obiettivi importanti e a fine stagione sulla panchina rossonera verranno fatti dei ragionamenti. Anche (soprattutto) sulla piega che prenderà l’annata negli ultimi quattro mesi. Pioli è evidentemente obbligato in maniera imprescindibile al raggiungimento della qualificazione alla prossima Champions, e ha a disposizione l’Europa League per fare bella figura oltreconfine, seppure in un torneo meno luccicante. In altre parole: per giugno situazione fluida, è lecito pensare che possa verificarsi qualsiasi tipo di scenario. Ma se ci fermiamo al fotogramma attuale, parrebbe tutto molto chiaro per quanto filtra dal mondo di Ibrahimovic: il sostegno a Pioli è unanime. Poi, a giugno, si vedrà.
Anche il CorSera conferma: chi si è infastidito, e non poco, per le voci su Conte è stato Zlatan Ibrahimovic, dall’11 dicembre scorso consulente di RedBird e sempre più dentro ai processi decisionali della galassia rossonera. Una difesa reale, non di facciata, quella dell’ex campione svedese. A chi gli sta vicino, ha detto di non capire il motivo di queste voci, definendole pettegolezzi, dal momento che il suo ultimo contatto con Antonio Conte è datato 2016. Nessun incontro quindi da otto anni a questa parte: è questo il retroscena più significativo, che smonta le teorie di un dialogo già avanzato, con tanto di obiettivi di mercato.
Il Giornale: Ibra blinda Pioli. Per ora. Lo svedese protegge il tecnico dalle voci su Conte. Le parole dello svedese non escludono novità future ma cementano l'attualità.
—) Milan: tutte le news del 3 febbraio 2024
Ecco perché Zlatan non gradisce l’accostamento e vuole fare chiarezza. Il secondo motivo - che secondo, poi, non è - riguarda chiaramente Pioli. A cui Ibra è legato e del quale Z ha grande stima (ricambiata), in virtù di un rapporto pregresso allenatore-giocatore ottimale. Superfluo constatare che se Z si espone così, lo fa con l’avallo della proprietà e del club. Dopo di che, è evidente che i bilanci sull’allenatore si faranno a fine stagione, come sempre avviene. L’annata fino a questo momento ha visto l’addio a obiettivi importanti e a fine stagione sulla panchina rossonera verranno fatti dei ragionamenti. Anche (soprattutto) sulla piega che prenderà l’annata negli ultimi quattro mesi. Pioli è evidentemente obbligato in maniera imprescindibile al raggiungimento della qualificazione alla prossima Champions, e ha a disposizione l’Europa League per fare bella figura oltreconfine, seppure in un torneo meno luccicante. In altre parole: per giugno situazione fluida, è lecito pensare che possa verificarsi qualsiasi tipo di scenario. Ma se ci fermiamo al fotogramma attuale, parrebbe tutto molto chiaro per quanto filtra dal mondo di Ibrahimovic: il sostegno a Pioli è unanime. Poi, a giugno, si vedrà.
Anche il CorSera conferma: chi si è infastidito, e non poco, per le voci su Conte è stato Zlatan Ibrahimovic, dall’11 dicembre scorso consulente di RedBird e sempre più dentro ai processi decisionali della galassia rossonera. Una difesa reale, non di facciata, quella dell’ex campione svedese. A chi gli sta vicino, ha detto di non capire il motivo di queste voci, definendole pettegolezzi, dal momento che il suo ultimo contatto con Antonio Conte è datato 2016. Nessun incontro quindi da otto anni a questa parte: è questo il retroscena più significativo, che smonta le teorie di un dialogo già avanzato, con tanto di obiettivi di mercato.
Il Giornale: Ibra blinda Pioli. Per ora. Lo svedese protegge il tecnico dalle voci su Conte. Le parole dello svedese non escludono novità future ma cementano l'attualità.
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