FiglioDelDioOdino
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Per me va superato il concetto di acquisto dell'esclusività delle trasmissioni, che favorisce solo pochi colossi creando una situazione di monopolio.
In un libero mercato (che ora è libero solo al momento dell'asta per cedere i diritti in esclusiva, a cui chiaramente possono partecipare pochissimi competitor che si mettono d'accordo su altre aste...)
e in una libera televisione ci potrebbero e ci dovrebbero essere diverse emittenti che acquistano sì i diritti, ma non in esclusiva.
Così da avere un'offerta differenziata e su misura del cliente/spettatore; cosa oggi resa possibile dalla tecnologia digitale: abbiamo già centinaia di inutili canali, perchè non avere diversi canali che trasmettono le partite? Spartendosi le partite oppure anche trasmettendo le stesse partite in contemporanea?
La molteplicità dei canali sarebbe naturalmente contenuta per il fatto che i diritti avrebbero comunque un certo costo e il ritorno in spettatori e pubblicità potrebbe scoraggiare l'impresa.
Un'altra ipotesi parallela è che le squadre di Calcio -- alcune o chiunque voglia e possa, anche di Serie B e C -- inauguri il proprio canale che offra così le partite della propria squadra, chiaramente ad un costo mensile nettamente inferiore a quello imposto da Sky:
cosicchè, per esempio, il Milan avrebbe MilanTV con le relative partite, e il tifoso Milanista o l'appassionato in genere, non sarebbe obbligato ad acquistare un intero pacchetto televisivo al colosso di turno solo per vedere la propria squadra:
il modello attuale infatti ricatta il tifoso costringendolo ad un acquisto in un mercato non libero, che offre appunto una sola opzione, contenente una serie di proposte che non interessano, a proprio personale discapito e a beneficio di una singola azienda che fattura così miliardi di euro.
Azienda che sfrutta un accordo con le istituzioni (lo Stato, il governo, che con il proprio ministero soprassiede la FIGC) che gli assicurano il monopolio. Un accordo al di fuori di ogni etica che insinua la possibilità di accordi esterni e corruzione/concussione.
Tecnicamente ci sarebbero da superare, da cambiare, alcuni aspetti: per esempio Sky oggi gestisce negli stadi tutte le riprese televisive; le riprese quindi dovrebbero diventare super-partes, fruibili a chi acquisti i diritti (non esclusivi) delle partite. Oppure le riprese andrebbero gestiti o dai relativi Club, ovvero a terzi, a (piccole) aziende specializzate; anche in questo caso sarebbe opportuna una competizione tra aziende.
Altra ipotesi è che siano gestite dalla Federazione, o dall'associazione dei Club.
Un aspetto, una condizione da rispettare, sarebbe quella per cui il totale ammontare dei diritti concessi dovrebbe avvicinarsi alla cifra che oggi Sky corrisponde per il suo contratto in esclusiva.
Ma qui potremmo avere diverse ipotesi:
per esempio se il Milan trasmettesse le proprie partite, incasserebbe direttamente i relativi introiti: cioè il circolo Partita - TV - FIGC/UEFA - Club, verrebbe molto ridimensionato.
Per me è un'ipotesi fattibile. Sicuramente vantaggiosa per il tifoso di calcio e per il cittadino in genere.
Tra l'altro il problema dei diritti TV non riguarda solo il Calcio ma è un malcostume che prende l'intero mondo della TV. Creando anche episodi spiacevoli di eventi acquistati in esclusiva e poi non trasmessi per motivi vari, per un cambio del taglio editoriale, del palinsesto. Per esempio le gare di SBK spostate all'ultimo momento in differita, di notte, nonostante l'emittente ne avesse acquistato i diritti per trasmetterla in diretta.
Oppure piccoli eventi regionali per cui si muove la RAI, pagando i diritti in esclusiva, mobilizzando delle troupe mastodontiche che fanno riprese, registrazioni, interviste, ecc. di un evento però mai trasmesso, uno spreco finito nel dimenticatoio.
In generale tutta la TV nel suo insieme deve fare un passo verso la flessibilità, verso una via di mezzo tra il monopolio di Sky e l'offerta molteplice data da internet e dalla tv digitale/satellitare.
Sicuramente sto trascurando alcuni aspetti. Son curioso di sapere dove stanno gli errori.
Magari insieme riusciamo a sviluppare perfezionare questa idea, di cui probabilmente non ce ne faremo nulla ma almeno avremmo prodotto un minimo di cultura.
In un libero mercato (che ora è libero solo al momento dell'asta per cedere i diritti in esclusiva, a cui chiaramente possono partecipare pochissimi competitor che si mettono d'accordo su altre aste...)
e in una libera televisione ci potrebbero e ci dovrebbero essere diverse emittenti che acquistano sì i diritti, ma non in esclusiva.
Così da avere un'offerta differenziata e su misura del cliente/spettatore; cosa oggi resa possibile dalla tecnologia digitale: abbiamo già centinaia di inutili canali, perchè non avere diversi canali che trasmettono le partite? Spartendosi le partite oppure anche trasmettendo le stesse partite in contemporanea?
La molteplicità dei canali sarebbe naturalmente contenuta per il fatto che i diritti avrebbero comunque un certo costo e il ritorno in spettatori e pubblicità potrebbe scoraggiare l'impresa.
Un'altra ipotesi parallela è che le squadre di Calcio -- alcune o chiunque voglia e possa, anche di Serie B e C -- inauguri il proprio canale che offra così le partite della propria squadra, chiaramente ad un costo mensile nettamente inferiore a quello imposto da Sky:
cosicchè, per esempio, il Milan avrebbe MilanTV con le relative partite, e il tifoso Milanista o l'appassionato in genere, non sarebbe obbligato ad acquistare un intero pacchetto televisivo al colosso di turno solo per vedere la propria squadra:
il modello attuale infatti ricatta il tifoso costringendolo ad un acquisto in un mercato non libero, che offre appunto una sola opzione, contenente una serie di proposte che non interessano, a proprio personale discapito e a beneficio di una singola azienda che fattura così miliardi di euro.
Azienda che sfrutta un accordo con le istituzioni (lo Stato, il governo, che con il proprio ministero soprassiede la FIGC) che gli assicurano il monopolio. Un accordo al di fuori di ogni etica che insinua la possibilità di accordi esterni e corruzione/concussione.
Tecnicamente ci sarebbero da superare, da cambiare, alcuni aspetti: per esempio Sky oggi gestisce negli stadi tutte le riprese televisive; le riprese quindi dovrebbero diventare super-partes, fruibili a chi acquisti i diritti (non esclusivi) delle partite. Oppure le riprese andrebbero gestiti o dai relativi Club, ovvero a terzi, a (piccole) aziende specializzate; anche in questo caso sarebbe opportuna una competizione tra aziende.
Altra ipotesi è che siano gestite dalla Federazione, o dall'associazione dei Club.
Un aspetto, una condizione da rispettare, sarebbe quella per cui il totale ammontare dei diritti concessi dovrebbe avvicinarsi alla cifra che oggi Sky corrisponde per il suo contratto in esclusiva.
Ma qui potremmo avere diverse ipotesi:
per esempio se il Milan trasmettesse le proprie partite, incasserebbe direttamente i relativi introiti: cioè il circolo Partita - TV - FIGC/UEFA - Club, verrebbe molto ridimensionato.
Per me è un'ipotesi fattibile. Sicuramente vantaggiosa per il tifoso di calcio e per il cittadino in genere.
Tra l'altro il problema dei diritti TV non riguarda solo il Calcio ma è un malcostume che prende l'intero mondo della TV. Creando anche episodi spiacevoli di eventi acquistati in esclusiva e poi non trasmessi per motivi vari, per un cambio del taglio editoriale, del palinsesto. Per esempio le gare di SBK spostate all'ultimo momento in differita, di notte, nonostante l'emittente ne avesse acquistato i diritti per trasmetterla in diretta.
Oppure piccoli eventi regionali per cui si muove la RAI, pagando i diritti in esclusiva, mobilizzando delle troupe mastodontiche che fanno riprese, registrazioni, interviste, ecc. di un evento però mai trasmesso, uno spreco finito nel dimenticatoio.
In generale tutta la TV nel suo insieme deve fare un passo verso la flessibilità, verso una via di mezzo tra il monopolio di Sky e l'offerta molteplice data da internet e dalla tv digitale/satellitare.
Sicuramente sto trascurando alcuni aspetti. Son curioso di sapere dove stanno gli errori.
Magari insieme riusciamo a sviluppare perfezionare questa idea, di cui probabilmente non ce ne faremo nulla ma almeno avremmo prodotto un minimo di cultura.