Dal mio punto di vista, come sia l’organizzazione statale dell’Ucraina non fa cambiare la mia valutazione sulla questione guerra: quella della Russia è una criminale guerra di invasione che la pone fuori dal perimetro tracciato dalle regole della civile convivenza internazionale che gli Stati si sono dati.
Una volta detto questo, o smettiamo di parlare della guerra, o scriviamo milioni di post per ribadire il concetto, o proviamo a farci domande per stimolare la nostra curiosità intellettuale.
Io scelgo la terza strada e, per me, è inevitabile approfondire anche l’organizzazione interna dell’Ucraina per potermi fare un’idea su quelli che, rispetto al fatto-guerra, sono, per così dire, dei post-fatti. Per capire, per esempio, la mobilitazione dell’Occidente non si può non tenere conto dei vari report di istituzioni europee che descrivono l’Ucraina come uno Stato totalmente asservito a interessi economico-finanziari di soggetti privati: un eterno scontro tra corrotti filo-russi e corrotti filo-occidente. E questo è importante anche per capire cosa potrebbe succedere una volta che la questione si sarà risolta: quella che io considero un’auspicabile sconfitta russa, non porterà pace e benessere alla popolazione ucraina ma la sottometterà agli interessi degli oligarchi filo-occidentali, fino al prossimo scontro con gli oligarchi filo-russi.
Ho citato solo una questione, ma se ne potrebbero citare a decine.
Insomma, penso che parlare anche di questi “post-fatti” non significhi sminuire la gravità di quanto fatto da Putin, ma sia solo un buon esercizio per le nostre capacità di critica e di analisi delle questioni complesse. In fondo, le nostre son solo quattro chiacchiere in libertà tra persone che contano meno di zero nelle sedi in cui si prendono le decisioni concrete, quindi possiamo permetterci il “lusso” di parlare di questioni sulle quali, a livello diplomatico, è opportuno non accendere i riflettori per non dare vantaggi alla controparte.