Secondo varie indiscrezioni dei quotidiani giornalistici, il governo di Mario Draghi sarebbe ad un passo dalla caduta con ritorno alle urne a giugno 2022. Come si è visto negli ultimi giorni, c'è stato uno scontro sul catasto, definito da Giorgia Meloni una "patrimoniale mascherata". Riforma che è passata per un solo voto.
Il Corriere della sera riporta che c'è una spaccatura tra i partiti che reggono la maggioranza riguardo il Pnrr, dal nodo appalti fino al tema balneari, la cui riforma ha visto una forte opposizione del centrodestra, oppure il voto sul csm dove la Lega ha evocato "le mani libere" d'ora in poi. Ed, intanto, in aula si vocifera che si vuole affossare l'intera delega fiscale.
Il Tempo parla di un Mario Draghi stufo delle liti tra i partiti e potrebbe favorire un "incidente parlamentare" per far cadere il governo, prima della prossima legge di stabilità, che sarebbe un terreno scivolosissimo.
Alberto Maggi di Affari Italiani ha affermato: "Draghi è deluso e amareggiato per il mancato sostegno dei partiti del suo governo alla sua candidatura al Quirinale e diventare presidente della Repubblica. Con le elezioni alle porte sarà praticamente impossibile scrivere e soprattutto far approvare la manovra per il 2023. Con l’impossibilità di formare un nuovo governo, l’esito sarebbero le elezioni anticipate, nel più drammatico dei casi già prima dell’estate. D’altronde, Draghi potrebbe dichiarare di aver esaurito almeno uno dei suoi compiti – il contrasto della pandemia, con lo stop dello stato d’emergenza a fine marzo – e di aver ben instradato il secondo, cioè la messa a terra del Pnrr".
Draghi, in futuro, aspirerebbe ad una poltrona internazionale.