Avevo dato lo scoop di questa notizia in un mio messaggio precedente, che vi invito a rileggere
https://www.milanworld.net/threads/germania-si-ritorna-al-nucleare-per-far-fronte-alla-crisi-energetica.119539/post-2747495 (spero che mettere il link di un messaggio milanworld non mi faccia bannare). Evidentemente hanno finalmente fatto i calcoli che hanno confermato che c’è stato un guadagno netto d'energia. Comunque vorrei reiterare che questa macchina si e' cercato di dimostrate solo l'ignition (l’innescamento) della reazione a fusione. Essendo qualcosa che proviene da origini militari non ha niente intorno per produrre in maniera pratica energia (per esempio elettricità) utilizzabile. Come sempre "the devil is in the details". Anche quando si fecero i primi reattori nucleari a fissione si diceva che avrebbero prodotto energia "too cheap to meter" (cioè' che no valeva neanche la pena di avere un contatore perché non sarebbe costata quasi niente). In realtà i costi maggiori vennero proprio nella conversione dell'energia prodotta dalla reazione a fissione in energia elettrica. Il nocciolo di un reattore a fissione e' molto più piccolo di tutto a quello che c’è in una installazione nucleare. Lo stesso varrà per la fusione. Vi ho gia' esternato al mio scetticismo, specialmente in termini di materiali, in quanto ai problemi e alla sfida tecnologica che rappresenta un reattore a fusione nucleare, che, come reiterato da
@Milanoide, deve riprodurre qualcosa di simile alla situazione che c’è' nel sole. Siamo lungi da arrivarci. Andiamo adesso alla macchina dell' LLNL (Lawrence Livermore National Laboratory) la NIF (National Ignition Facility). Questa e' diversa dalle altre macchine Tokamak (tipo JET o ITER) a confinamento magnetico. In effetti qui si usano dei lasers superpotenti sparati su un bersaglio minuscolo (due millimetri di diametro) praticamente un pisello (legume) che contiene il combustibile, una miscela di deuterio e trizio. Grazie a questo si raggiungono condizioni di centinaia di milioni di gradi e svariati miliardi di atmosfere di pressione che consentono di innescare la fusione per qualche miliardesimo di secondo. Come vedete questo e' un processo non continuo ma pulsato, che richiederebbe quindi di cambiare il bersaglio per continuare a generare energia, che a sua volta, deve essere convertita in maniera pratica, non si sa come per il momento, in energia utilizzabile.
Se e' vero quello che di ce Atzeni, che tra l’altro ho conosciuto in gioventù' a Frascati quando mi era venuta la velleità di dedicarmi alla ricerca sulla fusione, si producono 25MJ per 20MJ inseriti. Estendiamo questo numero a una centrale normale. Diciamo che vogliamo produrre 1000MW (elettrici) netti tipici per soddisfare le necessita' di una citta' di un milione di abitanti negli Stati Uniti (in Europa credo che ce ne voglia la meta'). Dobbiamo quindi immettere 5000 MWe per produrne 6000. Qui finisce come in una bomba a idrogeno dove si fa esplodere una bomba atomica (a fissione) per innescare la reazione a fusione della bomba a idrogeno. Quello che voglio dire e' che ci vorrebbero 5 reattori nucleari a fissione da 1000 MWe per fornire l'energia necessaria al reattore a fusione. Mi sembra abbastanza problematico. Come al solito, forse fra 50 anni ce la faremo ad avere una risoluzione pratica per la fusione nucleare. Chi vivrà vedrà.