La Flat tax che ( dovrebbe ) entrare in vigore dal 2019 sarà così suddivisa : doppia aliquota , sotto gli 80mila euro 15% sopra gli 80mila 20%.
Oggi per fare un paragone con un reddito sopra i 75.000€ l aliquota è del 43%.
Ciao a tutti, sono nuovo nel forum anche se vi seguo da tempo per le vicende Milan, dove ammiro moltissimo le vostre competenze in ambito societario e finanziario.
Sono un abilitato consulente del lavoro, pertanto posso darvi la mia dal punto di vista puramente tecnico del mondo tributario e lavorativo. Non sono assolutamente politicizzato anzi mi piace sui temi in cui mi considero sufficientemente esperto di dare la mia a prescindere dagli orientamenti politici.
Mi permetto solamente di correggere il fatto che non è propriamente corretto dire che l'aliquota per un imponibile di Euro 75.000 sia del 43%. Questo per effetto del meccanismo della progressività marginale d'imposta che comporta l'applicazione di una aliquota sino al raggiungimento del limite massimo della stessa.
Ad esempio, un imponibile fiscale di Euro 75.000 comporta una tassazione pari a:
- 15.000 * 23% = 3.450
- (28000 - 15000) *27% = 3.510
- (55.000 - 28.000) * 38% = 10.260
- (75000 - 55.000) * 41% = 8.200
ad ogni euro ulteriore si applicherebbe il 43%.
Totale imposta di Euro 25.420 che applicata all'imponibile comporta un'aliquota media del 33,89%, senza considerare eventuali deduzioni/detrazioni.
Conseguentemente, minore è il reddito, minore sarà l'eventuale guadagno dalla aliquota secca. Per questo, si parla addirittura di "clausola di salvaguardia" per mantenere, a chi converrà (specialmente redditi medio-bassi), le aliquote attuali.
Questo per cercare di evitare di fare parallelismi della normativa fiscale attuale e quella potenziale della "flat tax", in quanto le analisi dovrebbero essere più approfondite.
Per dire la mia, l'IRPEF dovrebbe rimanere così com'è (idem la tassazione sulle società di capitali, già in flat tax al 24%) e destinare risorse per abbattere l'IVA e per ridurre il costo del lavoro (che comporta un costo per le aziende di circa il 30% in più del lordo stipendiale, per via dei contributi pensionistici a carico del datore di lavoro), purtroppo tema sottovalutato in campagna elettorale.