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La Corte dei Conti, che segue dal 2021 la gestione dei fondi PNRR, ha sollevato la questione ma è il ministro Fitto a certificarlo:
"L'Italia non potrà realizzare al 30 giugno 2026 certi progetti presentati nel PNRR
E' matematico, scientifico e bisogna dirlo con chiarezza"
La Commissione europea già si era espressa in merito e non ci sono proroghe alle scadenze fissate, per cui ci sarebbe stata anche una telefonata preoccupante di Gentiloni con il presidente Mattarella
A questo punto per Fitto c'è solo una via: recuperare i fondi per i progetti che non vedranno la loro realizzazione e destinarli altrove
Nel 2022 sono saltati già 40 obiettivi PNRR, ora ce ne sono altri 37 da attuare nel primo semestre di quest'anno
Le due motivazioni addotte sono l'aumento dei costi, in primis di materie prime, e l'incapacità della pubblica amministrazione nel reclutare personale qualificato nei comuni meno ricchi e popolati
I problemi erano già emersi durante il governo Draghi, tuttavia si era "drogato" il resoconto con l'aumento di spese per progetti già esistenti (crediti edilizi e bonus industria) piuttosto che con obiettivi nuovi infatti considerando solo questi ultimi la capacità di spesa è stata del 6% dei fondi stanziati (la metà della soglia ufficiale accettabile)
A Bruxelles non è una cosa stupefacente, dato che l'Italia da sempre ha problemi nel spendere in pieno i fondi europei
"L'Italia non potrà realizzare al 30 giugno 2026 certi progetti presentati nel PNRR
E' matematico, scientifico e bisogna dirlo con chiarezza"
La Commissione europea già si era espressa in merito e non ci sono proroghe alle scadenze fissate, per cui ci sarebbe stata anche una telefonata preoccupante di Gentiloni con il presidente Mattarella
A questo punto per Fitto c'è solo una via: recuperare i fondi per i progetti che non vedranno la loro realizzazione e destinarli altrove
Nel 2022 sono saltati già 40 obiettivi PNRR, ora ce ne sono altri 37 da attuare nel primo semestre di quest'anno
Le due motivazioni addotte sono l'aumento dei costi, in primis di materie prime, e l'incapacità della pubblica amministrazione nel reclutare personale qualificato nei comuni meno ricchi e popolati
I problemi erano già emersi durante il governo Draghi, tuttavia si era "drogato" il resoconto con l'aumento di spese per progetti già esistenti (crediti edilizi e bonus industria) piuttosto che con obiettivi nuovi infatti considerando solo questi ultimi la capacità di spesa è stata del 6% dei fondi stanziati (la metà della soglia ufficiale accettabile)
A Bruxelles non è una cosa stupefacente, dato che l'Italia da sempre ha problemi nel spendere in pieno i fondi europei