Credo di scrivere decentemente, ho scritto che sono stato favorevole al suo addio e che trovo il discorso sui soldi inutilmente retorico, populista e fuori luogo rispetto a questa discussione. Non considero Pioli un allenatore di alto livello, ho anche scritto che probabilmente non è nemmeno "uno zaccheroni" (sempre per me, perché a differenza di molti non credo di avere la verità in tasca). Detto questo, trovo surreale negare che abbia contributo anche minimamente alla nostra risalita, negandogli qualsivoglia merito. Quel gruppo che arrivò allo scudetto era in una tale simbiosi per raggiungere la quale lui è stato senz'altro una componente rilevante. Penso anche io che si sia trattato di qualcosa di quasi irripetibile, ma non per questo mi accoderó a questa crudele damnatio memoriae, come se quella squadra vincesse "a dispetto" del suo allenatore, e non insieme a lui. Non è assolutamente quello che ricordo io.
Guarda che non ti forzo a pensarla come me.
Tu citi solo lo scudetto a suo pro.
Purtroppo la bilancia ha due piatti, e su quell'altro ci sono delle gran belle pietre, una su tutte, che ha fatto da gnorri quando se ne è andato Paolo. Non è stato un bel gesto. Per carità, è stata una scelta, ma una scelta dettata dall'egoismo e dalla convenienza, che vanno a braccetto con soldi e carriera, che tu ti ostini a ignorare e non considerare parte integrante della discussione.
A me ha dato parecchio fastidio la sua testarda arroganza, che sta dimostrando anche adesso.
E, da milanista, non mi sento in debito con lui, anzi, sull'altra faccia dello scudetto ci sono derby persi e partite agghiaccianti. Giocatori tenuti a marcire in panchina per anni. Un qualsiasi altro allenatore mediocre avrebbe forse fatto anche meglio, visto l'ambiente e i giocatori a sua disposizione.
Non è una damnatio memoriae, è un sottolineare come, ai tempi, parecchia gente ci avesse visto lungo circa la sua competenza calcistica.