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Il giornalista intenditore di tv Massimo Falcioni, su Today, fa un editoriale duro verso Canale 5 e la sua crisi di ascolti: "Una crisi profonda, profondissima. Mascherata e negata a lungo, ma ormai sotto gli occhi di tutti. Canale 5 sta certamente affrontando il periodo più nero della sua esistenza, lunga quarantacinque anni. Quarantacinque anni di trionfi e cadute, tuttavia mai così rumorose e soprattutto reiterate. I numeri della prima serata raccontano di una leadership perduta per larga parte della settimana, con le uniche eccezioni rappresentate dai programmi di Maria De Filippi e, saltuariamente, dalla Coppa Italia. Poca roba rispetto alla sconfinata lista di insuccessi, titoli sbagliati e prodotti usurati, fatti proseguire per inerzia e per l’incapacità – o paura – di tentare dell’altro. E’ con questa filosofia che il “Grande Fratello” è arrivato a durare sette mesi. Spalmato su quasi tutta la stagione televisiva e addirittura chiamato a raddoppiare gli appuntamenti durante la settimana, il reality più longevo del piccolo schermo è stato spremuto come un limone...Non paghi della ‘prigionia’ da “Gf”, a Canale 5 decidevano pertanto di bissare col lancio di “The Couple”. Sulla carta un reality game con l’obiettivo del milione di euro come montepremi, nei fatti una protesi della trasmissione precedente. E, come se non bastasse, ecco pure “L’Isola dei Famosi”, propinata ad un pubblico già saturo e stanco.".
E poi cerca di spiegare le possibili origini della crisi dovuta anche all'invasione di soap in ogni fascia oraria provocando la fuga di un certo tipo di pubblico: "La verità è che Canale 5 è finita nel tunnel quando ha cominciato ad avere il terrore di sperimentare. Meglio puntare sull’usato sicuro, anche se quell’usato risultava a tutti appannato, tranne che agli occhi di quelli di Cologno. Un’involuzione che si può inoltre spiegare con l’epidemia di produzioni turche che hanno invaso il palinsesto. In origine fu “Il Segreto”, esploso una decina d’anni fa e collocato senza sosta e logica ad ogni ora del giorno e della notte. Poi, esaurito il tormentone spagnolo, spazio a Can Yaman e soci, con titoli come “DayDreamer”, “Terra Amara”, “Endless Love” e “Tradimento” sbattuti ovunque. Una sorta di reazione a catena che ha reso Canale 5 un ‘turchificio’ senza soluzione di continuità. Appiattirsi su un determinato genere, ignorare le sirene, affossare il livello qualitativo e chiudersi rispetto ad un bacino d’utenza più ampio, ha fatto sì che l’ammiraglia di Mediaset finisse col rivolgersi sempre alle stesse ‘teste’ – andate via via riducendosi – senza acquisirne altre. Il contemporaneo flop di nuove fiction e serie poco poco distanti da quei parametri sta lì a dimostrare che ce ne vuole (e vorrà) di lavoro per riconquistare chi in questi anni è scappato.".
Infine si sofferma sui bassi ascolti di Striscia La Notizia (che da settembre potrebbe essere sospesa per mandare in onda nell'access prime time La Ruota della Fortuna con Gerry Scotti n.d.s.): "L’emblema del tramonto, probabilmente, sta nel declino ormai irreversibile della trasmissione più identificativa e longeva di Canale 5 Striscia la Notizia'. Una graduale discesa negli inferi – sul fronte dell’Auditel – che costringe inevitabilmente la rete a guardarsi dentro, mettendo in discussione persino tradizioni incise sulla pietra e principi inossidabili siglati da prima che crollasse il Muro di Berlino. Ma rinviare ulteriormente il momento della rifondazione significa solo perdere altro tempo prezioso.".
E poi cerca di spiegare le possibili origini della crisi dovuta anche all'invasione di soap in ogni fascia oraria provocando la fuga di un certo tipo di pubblico: "La verità è che Canale 5 è finita nel tunnel quando ha cominciato ad avere il terrore di sperimentare. Meglio puntare sull’usato sicuro, anche se quell’usato risultava a tutti appannato, tranne che agli occhi di quelli di Cologno. Un’involuzione che si può inoltre spiegare con l’epidemia di produzioni turche che hanno invaso il palinsesto. In origine fu “Il Segreto”, esploso una decina d’anni fa e collocato senza sosta e logica ad ogni ora del giorno e della notte. Poi, esaurito il tormentone spagnolo, spazio a Can Yaman e soci, con titoli come “DayDreamer”, “Terra Amara”, “Endless Love” e “Tradimento” sbattuti ovunque. Una sorta di reazione a catena che ha reso Canale 5 un ‘turchificio’ senza soluzione di continuità. Appiattirsi su un determinato genere, ignorare le sirene, affossare il livello qualitativo e chiudersi rispetto ad un bacino d’utenza più ampio, ha fatto sì che l’ammiraglia di Mediaset finisse col rivolgersi sempre alle stesse ‘teste’ – andate via via riducendosi – senza acquisirne altre. Il contemporaneo flop di nuove fiction e serie poco poco distanti da quei parametri sta lì a dimostrare che ce ne vuole (e vorrà) di lavoro per riconquistare chi in questi anni è scappato.".
Infine si sofferma sui bassi ascolti di Striscia La Notizia (che da settembre potrebbe essere sospesa per mandare in onda nell'access prime time La Ruota della Fortuna con Gerry Scotti n.d.s.): "L’emblema del tramonto, probabilmente, sta nel declino ormai irreversibile della trasmissione più identificativa e longeva di Canale 5 Striscia la Notizia'. Una graduale discesa negli inferi – sul fronte dell’Auditel – che costringe inevitabilmente la rete a guardarsi dentro, mettendo in discussione persino tradizioni incise sulla pietra e principi inossidabili siglati da prima che crollasse il Muro di Berlino. Ma rinviare ulteriormente il momento della rifondazione significa solo perdere altro tempo prezioso.".