Falcioni: "Canale 5 nel periodo più nero della sua esistenza. È un 'turchificio'"

fabri47

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Il giornalista intenditore di tv Massimo Falcioni, su Today, fa un editoriale duro verso Canale 5 e la sua crisi di ascolti: "Una crisi profonda, profondissima. Mascherata e negata a lungo, ma ormai sotto gli occhi di tutti. Canale 5 sta certamente affrontando il periodo più nero della sua esistenza, lunga quarantacinque anni. Quarantacinque anni di trionfi e cadute, tuttavia mai così rumorose e soprattutto reiterate. I numeri della prima serata raccontano di una leadership perduta per larga parte della settimana, con le uniche eccezioni rappresentate dai programmi di Maria De Filippi e, saltuariamente, dalla Coppa Italia. Poca roba rispetto alla sconfinata lista di insuccessi, titoli sbagliati e prodotti usurati, fatti proseguire per inerzia e per l’incapacità – o paura – di tentare dell’altro. E’ con questa filosofia che il “Grande Fratello” è arrivato a durare sette mesi. Spalmato su quasi tutta la stagione televisiva e addirittura chiamato a raddoppiare gli appuntamenti durante la settimana, il reality più longevo del piccolo schermo è stato spremuto come un limone...Non paghi della ‘prigionia’ da “Gf”, a Canale 5 decidevano pertanto di bissare col lancio di “The Couple”. Sulla carta un reality game con l’obiettivo del milione di euro come montepremi, nei fatti una protesi della trasmissione precedente. E, come se non bastasse, ecco pure “L’Isola dei Famosi”, propinata ad un pubblico già saturo e stanco.".

E poi cerca di spiegare le possibili origini della crisi dovuta anche all'invasione di soap in ogni fascia oraria provocando la fuga di un certo tipo di pubblico: "La verità è che Canale 5 è finita nel tunnel quando ha cominciato ad avere il terrore di sperimentare. Meglio puntare sull’usato sicuro, anche se quell’usato risultava a tutti appannato, tranne che agli occhi di quelli di Cologno. Un’involuzione che si può inoltre spiegare con l’epidemia di produzioni turche che hanno invaso il palinsesto. In origine fu “Il Segreto”, esploso una decina d’anni fa e collocato senza sosta e logica ad ogni ora del giorno e della notte. Poi, esaurito il tormentone spagnolo, spazio a Can Yaman e soci, con titoli come “DayDreamer”, “Terra Amara”, “Endless Love” e “Tradimento” sbattuti ovunque. Una sorta di reazione a catena che ha reso Canale 5 un ‘turchificio’ senza soluzione di continuità. Appiattirsi su un determinato genere, ignorare le sirene, affossare il livello qualitativo e chiudersi rispetto ad un bacino d’utenza più ampio, ha fatto sì che l’ammiraglia di Mediaset finisse col rivolgersi sempre alle stesse ‘teste’ – andate via via riducendosi – senza acquisirne altre. Il contemporaneo flop di nuove fiction e serie poco poco distanti da quei parametri sta lì a dimostrare che ce ne vuole (e vorrà) di lavoro per riconquistare chi in questi anni è scappato.".

Infine si sofferma sui bassi ascolti di Striscia La Notizia (che da settembre potrebbe essere sospesa per mandare in onda nell'access prime time La Ruota della Fortuna con Gerry Scotti n.d.s.): "L’emblema del tramonto, probabilmente, sta nel declino ormai irreversibile della trasmissione più identificativa e longeva di Canale 5 Striscia la Notizia'. Una graduale discesa negli inferi – sul fronte dell’Auditel – che costringe inevitabilmente la rete a guardarsi dentro, mettendo in discussione persino tradizioni incise sulla pietra e principi inossidabili siglati da prima che crollasse il Muro di Berlino. Ma rinviare ulteriormente il momento della rifondazione significa solo perdere altro tempo prezioso.".
 

Super_Lollo

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Il giornalista intenditore di tv Massimo Falcioni, su Today, fa un editoriale duro verso Canale 5 e la sua crisi di ascolti: "Una crisi profonda, profondissima. Mascherata e negata a lungo, ma ormai sotto gli occhi di tutti. Canale 5 sta certamente affrontando il periodo più nero della sua esistenza, lunga quarantacinque anni. Quarantacinque anni di trionfi e cadute, tuttavia mai così rumorose e soprattutto reiterate. I numeri della prima serata raccontano di una leadership perduta per larga parte della settimana, con le uniche eccezioni rappresentate dai programmi di Maria De Filippi e, saltuariamente, dalla Coppa Italia. Poca roba rispetto alla sconfinata lista di insuccessi, titoli sbagliati e prodotti usurati, fatti proseguire per inerzia e per l’incapacità – o paura – di tentare dell’altro. E’ con questa filosofia che il “Grande Fratello” è arrivato a durare sette mesi. Spalmato su quasi tutta la stagione televisiva e addirittura chiamato a raddoppiare gli appuntamenti durante la settimana, il reality più longevo del piccolo schermo è stato spremuto come un limone...Non paghi della ‘prigionia’ da “Gf”, a Canale 5 decidevano pertanto di bissare col lancio di “The Couple”. Sulla carta un reality game con l’obiettivo del milione di euro come montepremi, nei fatti una protesi della trasmissione precedente. E, come se non bastasse, ecco pure “L’Isola dei Famosi”, propinata ad un pubblico già saturo e stanco.".

E poi cerca di spiegare le possibili origini della crisi dovuta anche all'invasione di soap in ogni fascia oraria provocando la fuga di un certo tipo di pubblico: "La verità è che Canale 5 è finita nel tunnel quando ha cominciato ad avere il terrore di sperimentare. Meglio puntare sull’usato sicuro, anche se quell’usato risultava a tutti appannato, tranne che agli occhi di quelli di Cologno. Un’involuzione che si può inoltre spiegare con l’epidemia di produzioni turche che hanno invaso il palinsesto. In origine fu “Il Segreto”, esploso una decina d’anni fa e collocato senza sosta e logica ad ogni ora del giorno e della notte. Poi, esaurito il tormentone spagnolo, spazio a Can Yaman e soci, con titoli come “DayDreamer”, “Terra Amara”, “Endless Love” e “Tradimento” sbattuti ovunque. Una sorta di reazione a catena che ha reso Canale 5 un ‘turchificio’ senza soluzione di continuità. Appiattirsi su un determinato genere, ignorare le sirene, affossare il livello qualitativo e chiudersi rispetto ad un bacino d’utenza più ampio, ha fatto sì che l’ammiraglia di Mediaset finisse col rivolgersi sempre alle stesse ‘teste’ – andate via via riducendosi – senza acquisirne altre. Il contemporaneo flop di nuove fiction e serie poco poco distanti da quei parametri sta lì a dimostrare che ce ne vuole (e vorrà) di lavoro per riconquistare chi in questi anni è scappato.".

Infine si sofferma sui bassi ascolti di Striscia La Notizia (che da settembre potrebbe essere sospesa per mandare in onda nell'access prime time La Ruota della Fortuna con Gerry Scotti n.d.s.): "L’emblema del tramonto, probabilmente, sta nel declino ormai irreversibile della trasmissione più identificativa e longeva di Canale 5 Striscia la Notizia'. Una graduale discesa negli inferi – sul fronte dell’Auditel – che costringe inevitabilmente la rete a guardarsi dentro, mettendo in discussione persino tradizioni incise sulla pietra e principi inossidabili siglati da prima che crollasse il Muro di Berlino. Ma rinviare ulteriormente il momento della rifondazione significa solo perdere altro tempo prezioso.".
La Tv è morta, le nuove generazioni neanche la guardano.
 

fabri47

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La Tv è morta, le nuove generazioni neanche la guardano.
Luogo comune banale. Poi vedi i pacchi che ti fanno 6 milioni, come i vecchi tempi, con i giovani in massa che guardano De Martino e Sanremo che sfonda i 10 milioni.

Io mi preoccuperei più della crisi del calcio, quello sì che ha perso spettatori.
 

Super_Lollo

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Luogo comune banale. Poi vedi i pacchi che ti fanno 6 milioni, come i vecchi tempi, con i giovani in massa che guardano De Martino e Sanremo che sfonda i 10 milioni.

Io mi preoccuperei più della crisi del calcio, quello sì che ha perso spettatori.
Ma va Fabri lascia stare, quei numeri non contano più nulla perché non sono né controllabili ne traghettizzati che è quello che oramai chiedono le aziende.
Per quello oramai gli investimenti nelle Tv da parte dei brand stanno andando a picco, rimane solo un ultima parte di popolazione avanti con l’età che guarda ancora le stesse porcherie da anni.

Per me le Tv per come le intendiamo oggi avranno si e no ancora massimo una decina d’anni ma oramai il declino è in atto.
 

fabri47

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Ma va Fabri lascia stare, quei numeri non contano più nulla perché non sono né controllabili ne traghettizzati che è quello che oramai chiedono le aziende.
Per quello oramai gli investimenti nelle Tv da parte dei brand stanno andando a picco, rimane solo un ultima parte di popolazione avanti con l’età che guarda ancora le stesse porcherie da anni.

Per me le Tv per come le intendiamo oggi avranno si e no ancora massimo una decina d’anni ma oramai il declino è in atto.
Io mi affido ai numeri che smentiscono il luogo comune che la tv è morta e che bazzica da anni. Se così non fosse, Cattelan sarebbe rimasto su Sky, anzichè andare in Rai.

Che poi ci sia una crisi oggettiva di idee per nuove trasmissioni sono d'accordo.

Canale 5 non rappresenta la tv intera, purtroppo o per fortuna. E' semplicemente una rete gestita malissimo, a livello di idee e di palinsesto, e ne sta pagando le conseguenze.

C'è molta meno gente che guarda il piccolo schermo? Sì, vero, ma era ovvio che andasse così con tutte le piattaforme esistenti, ma personalmente vedo la tv a livello di numeri in ottima salute. Anzi, noto che le piattaforme online fanno molta più fatica visto che mettono pubblicità che prima non c'erano. DAZN poi non parliamone.

A questo punto se la tv generalista è morta, che dobbiamo dire su Netflix e co? Loro sono in ottima forma? Anche lì ci sono nette crisi di idee peraltro ed un avvicinamento alle fiction generaliste (vedi Inganno che sembra una fiction trash di Canale 5 degna di Gabriel Garko e Manuela Arcuri).
 

Giek

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Il giornalista intenditore di tv Massimo Falcioni, su Today, fa un editoriale duro verso Canale 5 e la sua crisi di ascolti: "Una crisi profonda, profondissima. Mascherata e negata a lungo, ma ormai sotto gli occhi di tutti. Canale 5 sta certamente affrontando il periodo più nero della sua esistenza, lunga quarantacinque anni. Quarantacinque anni di trionfi e cadute, tuttavia mai così rumorose e soprattutto reiterate. I numeri della prima serata raccontano di una leadership perduta per larga parte della settimana, con le uniche eccezioni rappresentate dai programmi di Maria De Filippi e, saltuariamente, dalla Coppa Italia. Poca roba rispetto alla sconfinata lista di insuccessi, titoli sbagliati e prodotti usurati, fatti proseguire per inerzia e per l’incapacità – o paura – di tentare dell’altro. E’ con questa filosofia che il “Grande Fratello” è arrivato a durare sette mesi. Spalmato su quasi tutta la stagione televisiva e addirittura chiamato a raddoppiare gli appuntamenti durante la settimana, il reality più longevo del piccolo schermo è stato spremuto come un limone...Non paghi della ‘prigionia’ da “Gf”, a Canale 5 decidevano pertanto di bissare col lancio di “The Couple”. Sulla carta un reality game con l’obiettivo del milione di euro come montepremi, nei fatti una protesi della trasmissione precedente. E, come se non bastasse, ecco pure “L’Isola dei Famosi”, propinata ad un pubblico già saturo e stanco.".

E poi cerca di spiegare le possibili origini della crisi dovuta anche all'invasione di soap in ogni fascia oraria provocando la fuga di un certo tipo di pubblico: "La verità è che Canale 5 è finita nel tunnel quando ha cominciato ad avere il terrore di sperimentare. Meglio puntare sull’usato sicuro, anche se quell’usato risultava a tutti appannato, tranne che agli occhi di quelli di Cologno. Un’involuzione che si può inoltre spiegare con l’epidemia di produzioni turche che hanno invaso il palinsesto. In origine fu “Il Segreto”, esploso una decina d’anni fa e collocato senza sosta e logica ad ogni ora del giorno e della notte. Poi, esaurito il tormentone spagnolo, spazio a Can Yaman e soci, con titoli come “DayDreamer”, “Terra Amara”, “Endless Love” e “Tradimento” sbattuti ovunque. Una sorta di reazione a catena che ha reso Canale 5 un ‘turchificio’ senza soluzione di continuità. Appiattirsi su un determinato genere, ignorare le sirene, affossare il livello qualitativo e chiudersi rispetto ad un bacino d’utenza più ampio, ha fatto sì che l’ammiraglia di Mediaset finisse col rivolgersi sempre alle stesse ‘teste’ – andate via via riducendosi – senza acquisirne altre. Il contemporaneo flop di nuove fiction e serie poco poco distanti da quei parametri sta lì a dimostrare che ce ne vuole (e vorrà) di lavoro per riconquistare chi in questi anni è scappato.".

Infine si sofferma sui bassi ascolti di Striscia La Notizia (che da settembre potrebbe essere sospesa per mandare in onda nell'access prime time La Ruota della Fortuna con Gerry Scotti n.d.s.): "L’emblema del tramonto, probabilmente, sta nel declino ormai irreversibile della trasmissione più identificativa e longeva di Canale 5 Striscia la Notizia'. Una graduale discesa negli inferi – sul fronte dell’Auditel – che costringe inevitabilmente la rete a guardarsi dentro, mettendo in discussione persino tradizioni incise sulla pietra e principi inossidabili siglati da prima che crollasse il Muro di Berlino. Ma rinviare ulteriormente il momento della rifondazione significa solo perdere altro tempo prezioso.".
Mi sembra la storia del Milan di Berlusconi…
Tutta gente ferma a 20, 30 anni fa.

Grazie Brescidente per averci lasciati in mani sicure!

MALEDETTO
 

Giek

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Io mi affido ai numeri che smentiscono il luogo comune che la tv è morta e che bazzica da anni. Se così non fosse, Cattelan sarebbe rimasto su Sky, anzichè andare in Rai.

Che poi ci sia una crisi oggettiva di idee per nuove trasmissioni sono d'accordo.

Canale 5 non rappresenta la tv intera, purtroppo o per fortuna. E' semplicemente una rete gestita malissimo, a livello di idee e di palinsesto, e ne sta pagando le conseguenze.

C'è molta meno gente che guarda il piccolo schermo? Sì, vero, ma era ovvio che andasse così con tutte le piattaforme esistenti, ma personalmente vedo la tv a livello di numeri in ottima salute. Anzi, noto che le piattaforme online fanno molta più fatica visto che mettono pubblicità che prima non c'erano. DAZN poi non parliamone.

A questo punto se la tv generalista è morta, che dobbiamo dire su Netflix e co? Loro sono in ottima forma? Anche lì ci sono nette crisi di idee peraltro ed un avvicinamento alle fiction generaliste (vedi Inganno che sembra una fiction trash di Canale 5 degna di Gabriel Garko e Manuela Arcuri).
Io davvero mi chiedo come la gente paghi un servizio come Netflix.
Pieno di serieTV (prima li chiamavano telefilm perché erano produzioni qualitativamente inferiori rispetto a quelle per il Cinema) di qualità imbarazzante. Proprio la rappresentazione di come la quantità abbia stravinto sulla qualità . Un sacco di gente che parla di questa e quella serie TV e poi scopri che ha visto qualche episodio della prima stagione e poi stop, passa a un’altra e così via. Ormai è tutto usa e getta. Qualità scandalosa e gente che si è adeguata a questa spazzatura. E così anche i soldi che prima venivano destinati al Cinema, per realizzare film con i controcaxxi, vengono dirottate su schifezze Netflix o altro.
 
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