be ci sono andati a zero se non sbaglio.
Si, del resto in Germania c’è una sola grande, le altre sono tutte vassalle, delle Romette deluxe, non c’è nessuna grande vera in Germania, a parte i bavaresi.
In Italia un Milan o un Inter che dovessero perdere uno come Lewa a zero a favore dei gobbi sarebbe impensabile, grazie a Dio. Che poi è la ragione per la quale appena la Serie A tornerà ciò che deve essere, cioè con le tre grandi tutte al top (e siamo sulla buona strada), non potrà che tornare ad essere superiore alla Bundesliga.
Comunque indipendentemente dalle possibilità di prendere Haaland oppure no, quando Ibra si ritirerà dal calcio giocato, cioè con ogni probabilità a fine stagione 2021/2022, dovremo assolutamente prendere un centravanti capace di fare la differenza.
E capace di farla nel momento stesso in cui lo prenderemo, non “un domani”, “quando crescerà”, “se messo in condizione”, “se servito bene”, “se sostenuto e preso per la manina da ambiente e società” ecc ecc ecc, e tutti gli ifs and buts che abbiamo usato per giustificare i brocchi sesquipedali che abbiamo avuto come centravanti dal post-Ibra in poi (brocchi per i quali la narrativa comune era “vedrete appena andranno via da qui e con giocatori veri a fianco, cosa faranno”).
Se c’è una cosa che abbiamo appurato aldilà di ogni ragionevole dubbio, dall’Estate 2012 al Gennaio 2020, è che al Milan i “centravanti gregari” non funzionano. Al Milan per far bene in un ruolo simile, che è probabilmente il più delicato di tutti, devi essere un fuoriclasse, ed esserlo già quando vieni preso, non in qualche vaga, astratta, ipotetica prospettiva futura. Fine.
Quindi mi aspetto che, che sia con Haaland o con altri, la società si stia organizzando per tempo per il post-Ibra. Perché non possiamo permetterci di tornare ad essere quelli che “ah, se avessimo il trio del 2009 Busquets, Xavi e Iniesta a centrocampo, con Bale e Ribery degli anni d’oro come esterni d’attacco, anche XYZ (leggi: nome dell’attaccante carneade di turno) farebbe ventordici goal a stagione”. Ci siamo già passati attraverso quella fase, e non vorremo né dovremo riviverla.
Per nessuna ragione.