GDS in edicola conferma le news di ieri e aggiunge: Cardinale da domani sarà a Milano. Entro un mese, due al massimo, andranno sciolti i nodi alla voce “stadio” e il Milan dovrà scegliere dove costruire la nuova casa. La visita di Cardinale servirà a capire se il nuovo stadio del Milan sorgerà a Milano o fuori. Non sono previsti nuovi faccia a faccia con Sala ma nemmeno esclusi.
Le alternative a La Maura sono tre: l’area delle ex acciaierie Falck di Sesto San Giovanni è stata la prima visionata dallo stesso Cardinale, quando il Milan era ancora nelle mani di Elliott, e resta ancora la strada più facilmente percorribile per più motivi (dalla disponibilità del- l’amministrazione comunale alla viabilità). A complicare le cose c’è la battaglia milionaria tra i proprietari di Hines e Intesa, banca che guida il gruppo dei finanziatori. Sullo sfondo, infine, le altre due piste: una conduce all’area San Francesco di San Donato, dove è in piedi il progetto di una cittadella dello sport (che comprende tra le altre cose un’arena da 20mila posti, un palazzetto polifunzionale e una zona commerciale); l’altra porta ad Assago-Rozzano, nell’area di proprietà della famiglia Cabassi: è quella in cui l’Inter sta valutando di costruire il suo stadio.
Secondo il CorSera il Milan vorrebbe La Maura. La società rossonera non vorrebbe più lo stadio condiviso con l'Inter.
PER LO STADIO RESTA ANCHE IPOTESI SAN SIRO QUI -) Stadio Milan: resta ipotesi San Siro.
l blitz di domani offrirà a Cardinale anche l’assist per un
aggiornamento sulla salute del Milan insieme ai vertici del club, dall’a.d. Furlani al d.t. Maldini. Con uno schema chiaro: coi quarti di Champions dietro l’angolo e la qualificazione alla prossima edizione da conquistare in A, qualunque valutazione su ruoli e gerarchie sarà rinviata alla fine della stagione. Quando anche il
futuro di Leao sarà finalmente a fuoco: le parti si aggiorneranno presto per riprendere a trattare sul rinnovo di Rafa, Cardinale supervisionerà. Anche da New York, ovviamente.
SCARONI ENEL: Scaroni è rimasto al vertice con RedBird e ci resterà ancora: avrà sempre tempo per il Milan anche se gli impegni in agenda diventeranno più fitti. E’ infatti probabile che torni a occupare un ruolo di primo piano in ambito istituzionale: il nuovo governo lo rivorrebbe in Enel, stavolta seduto sulla poltrona più importante, quella di presidente. Dal 2002 al 2005 aveva infatti ricoperto la carica di amministratore delegato dopo essere stato nominato da Silvio Berlusconi. Ruolo che non gli impedirebbe di conservare i gradi di presidente rossonero. Continuerà a occuparsi delle vicende del club con la passione e la vicinanza di sempre: nei prossimi giorni avanzerà, con Cardinale, sul fronte del nuovo stadio, tema che lo vede schierato in prima linea. Sempre al seguito della squadra nelle partite casalinghe, spesso anche in trasferta, più frequenti anche le sue visite a Milanello. L’ultima a inizio febbraio per ribadire la fiducia della proprietà a Pioli e al gruppo. Ha vissuto tutta la risalita della squadra nell’élite europea e prima ancora in vetta alla Serie A. Dalle macerie della gestione Yonghong alla solidità e ai successi di Elliott: «Nella gestione cinese ero in costante apprensione. Alla stretta finale, quando non ha potuto rimborsare il debito e il club è passato tra le proprietà di Elliott, ho tirato un sospiro di sollievo» aveva raccontato quest’inverno da Dubai. Ora è e resterà parte del corso RedBird. Che per prima cosa vorrebbe arricchire di un nuovo impianto di proprietà.