Donnarumma, retroscena sul mancato rinnovo.

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Miracle1980

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Purtroppo (o per fortuna) ieri non ho potuto commentare causa 'ban' (link esterno...mea culpa). Quindi questo è il mio primo commento sulla vicenda. Premesso che sono ancora deluso ed amareggiato per quanto accaduto ma io vorrei analizzare i seguenti punti.

- Secondo voi Donnarumma dopo l'europeo spiegherà pubblicamente le motivazioni della sua scelta?

- È possibile che Raiola abbia fatto firmare una ''penale'' di decine di milioni a Donnarumma (o famiglia) per tenere sotto ''sequestro'' il ragazzo? Sarebbe legale una cosa del genere?

- Se non ha rinnovato si presuppone che Raiola abbia già qualche offerta di stipendio più alta...difficilmente lascerebbe il suo assistito (la sua gallina dalle uova d'oro) ''appeso'' senza garanzie...MA se dovesse firmare per uno stipendio più basso di quello offerto dal Milan? Per esempio...va alla Juve o al Napoli per 3 milioni a stagione. Questo sarebbe il massimo dell'umiliazione per il Milan...voi come la prendereste?

- Ha davvero senso spendere soldi (tanti) per un nuovo portiere? Perchè non continuare con Storari e lanciare subito Plizzari? Tipo Storari nelle partite fuori casa e Plizzari in casa...
 

Therealsalva

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e il Milan non è mai andato oltre un'offerta da 3 milioni netti l'anno.

Boiata esagerata, ieri Fassone ha esplicitamente dichiarato che l'offerta era "Più alta rispetto alle cifre lette sui giornali".

Gli altri neanche li commento il Pulitzer lo vince Repubblica con "La galleria d'arte di Galliani" che ha collezionato opere quali "La citofonata a Destro", "La missione croata per Pjaca", "Carlitos non mi tradisce" e "Il principe - Josè Ernesto Sosa"
 

Willy Wonka

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Come riportato dal Corriere dello Sport in edicola oggi, 16 Giugno 2017, uno dei motivi alla base del mancato rinnovo contrattuale di Donnarumma va ricercato nella pressione ambientale venutasi a creare. A Donnarumma avrebbe infastidito e non poco la fretta che tutto l'ambiente gli ha messo addosso, dalla dirigenza fino ai tifosi. Donnarumma non ha potuto scegliere con tranquillità, ed è rimasto oltre modo amareggiato dalle accuse di essere un mercenario, dopo che negli ultimi due anni ha giocato in Serie A con uno stipendio praticamente irrisorio.
E proprio qui si annida un retroscena importante. Donnarumma a fine stagione aveva chiesto alla dirigenza di ottenere un conguaglio in denaro. Una sorta di retrodatazione dell'accordo che si sarebbe andati a siglare assieme. Richiesta che il Milan gli ha negato e Donnarumma se la è legata al dito, perchè vedere giocatori scarsi guadagnare cifre faraoniche rispetto a lui che ha riportato il Milan in Europa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Il Giornale: dietro al no di Donnarumma ci sono motivazioni economiche, tecniche e personali. Oltre alle motivazioni economiche Raiola e Donnarumma non hanno fiducia nel nuovo corso del Milan. I top player, quelli veri, non sono arrivati e la conferma di Montella è stato un ulteriore punto a sfavore del rinnovo. Raiola pensa veramente che questi cinesi falliranno. E poi ci sono le motivazioni personali, Gigio è da quasi due mesi vittima di attacchi dei tifosi sulla questione rinnovo, e non solo la società non lo ha difeso ma anzi ha messo ancora più carne al fuoco. La rottura era inevitabile.

Ancora il Giornale: la cosa sicura di tutta questa vicenda è una sola. Raiola, Donnarumma e famiglia non hanno mai avuto intenzione di rimanere un secondo di più nel nuovo Milan cinese. Raiola fin da principio li ha osteggiati, con Mirabelli si è rischiato veramente di arrivare alle mani.

La Repubblica: Raiola lo ha spiegato chiaro e tondo a Fassone e Mirabelli. Donnarumma è un Modigliani, e un Modigliani non sta in una galleria d'arte che non si può rivelare all'altezza. Il Milan di Galliani lo era, quello nuovo dei cinesi non lo è e non lo sarà. QUesto è stato in sintesi il discorso di Raiola fatto ieri. A Raiola e Donnarumma non ha convinto per niente il mercato del club fin qui, il Real Madrid, ma anche la Juventus, sono squadre di ben altro livello e caratura.

De Cerame (Telelombardia): il mancato rinnovo è arrivato perché Raiola voleva il 20% sulla rivendita futura, anche se questa cosa è vietata dai regolamenti. Il nuovo Milan inoltre abbasserà sensibilmente le cifre sulle commissioni, non ci si spingerà mai oltre il 5% del valore del trasferimento in essere. I rapporti tra Fassone, Mirabelli e i Raiola erano molto tesi, e il Milan non è mai andato oltre un'offerta da 3 milioni netti l'anno. Raiola voleva la clausola perchè aveva già in mano l'offerta del Real Madrid e dopo il rinnovo se lo sarebbe portato via subito a una cifra irrisoria. Il vero motivo del mancato rinnovo non va comunque ricondotto all'offerta economica al ragazzo, c'è fondamento sulle voci che lo vogliono in parola col Real da Aprile.

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Ivan lancini

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Classico che si farà il nome della yuve SopprAtutto a Sky ricordo che il signore John Elkann è presidente del consiglio di amministrazione della news corporation holdin che fa a capo Rupert Murdoch e indovinate chi è a capo di Sky cmq nn me ne frega più niente di dollarumma tribuna fino al 2018
 
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Bravissimo, concordo in pieno.

Personalmente era un po' che non scrivevo più visto il non troppo tempo a disposizione ma, su questa faccenda (una delle più vergognose a cui abbia mai avuto modo di assistere), penso sia importante il supporto di tutti alla società.

Credo che, come me, in tanti qui ricordino fin troppo bene il "grande" operato della vecchia "grande" società negli ultimi 10 anni e tutti i supplizi (per non dire delle prese per il **** ai tifosi) a cui ci ha costretto ma, per nostra fortuna, quella pagina è stata ormai voltata.

Dal mio punto di vista posso dire che, da almeno 10 anni, non ero così orgoglioso di essere un tifoso milanista e dell'operato della società rossonera. :ok:

- acquisto di giocatori funzionali al progetto e di prospettiva (e non acquisti la cui utilità quasi sempre era dubbia fin da subito e che, a posteriori, praticamente mai si rivelavano utili se non a indebolire ulteriormente la società)
- chiarezza e onestà comunicativa con i tifosi
- l'interesse della società Milan (e dei suoi tifosi) al primo posto per riportare il Milan al suo ruolo naturale di Top Club mondiale (l'unico che si può considerare realmente tale per storia e tradizione in Italia)

Queste erano le poche cose che, in tanti e più riprese, abbiamo inutilmente chiesto alla società negli ultimi 10 anni,spesso venendo ripagati da insulti e/o da accuse di ingratitudine dalle, ormai sempre più evidenti, "vedovelle" della carta stampata e non.

Ora che le abbiamo ottenute e che stiamo tornando ad essere IL MILAN (pur con il tempo inevitablmente necessario per poter recuperare l'immenso "gap" a cui ci aveva condannato la vecchia società) chiaramente, chi è restato tagliato fuori, soprattutto in Italia, si esibisce nel più classico degli esempi de "La volpe e l'uva".

Chi ha avuto modo di leggere ieri le reazioni e i commenti dei tifosi nel mondo del calcio in lingua inglese sa benissimo che, al contrario di quel che certa "carta straccia" vorrebbe farci credere, chi esce a testa più alta di prima da questa storia è solo l'Ac Milan mentre, probabilmente, l'immagine di un calciatore che non starò qui a nominare, ne uscirà piuttosto compromessa da questa faccenda.

Bravo
la penso come te
ONORATO di avere finalmente una società che porta avanti il nome MILAN
 

Pivellino

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Ho atteso a scrivere qualcosa, volevo riflettere anche sulla genesi della mia passione.

Questa è una storia che viene da lontano, un po' come la storiella de "La moglie del soldato", la rana e lo scorpione, avete presente quando la rana aiuta lo scorpione sulla pozza d’acqua ma poi viene punta?
Qualcosa di simile, ma un’amarezza consapevole però.

Ci sono tanti punti.

C'è un ragazzo troppo bravo per non essere notato da speculatori di quart'ordine, i nuovi commercianti di carne umana, i procuratori senza scrupoli.
Una famiglia meridionale con un codazzo di parenti ed interessi.
Un antennista che probabilmente aveva convenuto una serie di intrallazzi e promesse per ghermirlo e farlo suo beffando altri in tempi non sospetti.

Una società in cui manca l'ultima stanza dei bottoni, a meno che non si voglia vedere questa stanza in quella di un fondo Londinese emulo di uno strozzino dei Parioli.
Si perché qua manca la stanza di Al-Kelaifi o di un Perez, uno che con lo sguardo ti fa tremare tanto è il suo potere economico quando entri nel suo ufficio a negoziare.
E infatti il viaggio a Montecarlo a stendere i tappeti (questa cosa mi ha dato tanto fastidio) è stato un atto di debolezza, la genesi del rifiuto.
Una società che riemerge dalle ceneri di un glorioso passato, e dal futuro rappresentato da un punto interrogativo perché nella storia due rinascite non sono così frequenti.

Il management, ma si Magic Fassone …. un manager con un passato di X-n (n metti una squadra a caso), capace probabilmente, ma anche non totalmente in grado di rappresentare un potere temibile.
Un DS ancora acerbo, si perché Fassone e Mirabelli devono crescere tanto se vogliono ambire e non basta girare gli stadi a veder partite.
Non ci si siede a banchettare con i lupi vestiti da agnelli.

Riflettendo capisco il pensiero del mio coetaneo Paolo Maldini e lo scetticismo di altri ex che qua dentro vengono frustati verbalmente solo perché non si fanno ammaliare da questa effimera musica, da questo futuro che oltre le nebbie credetemi, è incerto assai.

Che dire di un budget di 150 milioni che fa sognare qualcuno abituato male, ma irrimediabilmente destinato ad alimentare i sogni di una squadra da rifondare su un mercato in cui un Manchester C. offre quasi 25 lordi di ingaggio ad un panchinaro del Real e in cui un top si muove solo per 100.
150 milioni come speranza di trasformare scetticismo in entrate dalla Cina per poter ripagare un debito pesante contratto per un acquisto scellerato.
Bruciati questi 150 milioni, a Gennaio saremo ancora proprietà di Li o di un fondo Londinese, o di Goldman? O riapriranno i cordoni della valuta in Cina?

In questo io condivido l’idea di alcuni (Admin e Tifò in primis), qua serviva Conte e un budget da 250/300 milioni, il primo acquisto CR7. Così potevi dire siamo tornati.
E invece Montella e C. significano essere al massimo l’Atalanta d’Europa, per parecchi anni a venire.
Solo che io queste illusioni non le ho mai avute e mi era chiaro che meglio una fetta di pane che la promessa di una bistecca.
……

Se mi spoglio di ogni recondito sentimento, se dimentico quella notte di fine anni ’70 in cui ho cominciato ad amare il rossonero, se lascio liberi i miei pensieri alla pura razionalità mi dico che questa cosa era inevitabile. Non siamo pronti, non siamo affidabili.

Dunque ciò che è accaduto non è qualcosa di cui meravigliarsi.
Forse doveva andare proprio così.
E forse servirà a svegliarsi.
 

Nicco

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4,5mln mi sembrano una gran bella retrodatazione di ringraziamento a 18 anni, la luna ancora non l'ha comprata nessuno, infame.
 

Pampu7

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Dopo il nervoso della giornata di ieri e in parte anche oggi ora mi sto facendo 7487638877 domande ee viaggi menali sul nostro futuro di squadra.
Pensieri positivi:
-è vero stiamo facendo mercato dopo anni del nulla cosmico
-abbiamo una dirigenza chiara e diretta coi tifosi
-la nuova società si sta impegnando nel tirare fuori soldi
-partiamo da un disastro totale e non si può pretendere tutto subito
-finalmente ci siamo levati di torno galliani berlusconi e molto probabilmente anche raiola

Pensieri negativi che mi faccio collegandoli in successione a quelli positivi:
-dobbiamo tornare ad essere il milan e lo facciamo con perin (rotto) musacchio (nessuna big su di lui) biglia (31 anni ed è alla lazio non al real) kessie (1 stagione buona, concorrente Roma) a.silva (anche su di lui nessuna squadra) (r.rodriguez lo salvo perchè terzini sinistri ottimi è difficile trovarli o già in grandi squadre).Finita sta considerazione mi dico: dopo sti anni penosi che cosa pretendi? cara grazia che vengono questi.
-Alla fine non sappiamo ancora chi c'è dietro il Milan con precisione
-Maldini perchè mai avrebbe rifiutato il Milan? Per un Mirabelli di turno?
-E se Donnarumma se ne fosse davvero andato perchè il futuro non è così roseo come dicono?

Troppe paranoie lo so però mi pare sia arrivato il momento di capire a pieno cosa sarà di noi
 

Casnop

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Ho atteso a scrivere qualcosa, volevo riflettere anche sulla genesi della mia passione.

Questa è una storia che viene da lontano, un po' come la storiella de "La moglie del soldato", la rana e lo scorpione, avete presente quando la rana aiuta lo scorpione sulla pozza d’acqua ma poi viene punta?
Qualcosa di simile, ma un’amarezza consapevole però.

Ci sono tanti punti.

C'è un ragazzo troppo bravo per non essere notato da speculatori di quart'ordine, i nuovi commercianti di carne umana, i procuratori senza scrupoli.
Una famiglia meridionale con un codazzo di parenti ed interessi.
Un antennista che probabilmente aveva convenuto una serie di intrallazzi e promesse per ghermirlo e farlo suo beffando altri in tempi non sospetti.

Una società in cui manca l'ultima stanza dei bottoni, a meno che non si voglia vedere questa stanza in quella di un fondo Londinese emulo di uno strozzino dei Parioli.
Si perché qua manca la stanza di Al-Kelaifi o di un Perez, uno che con lo sguardo ti fa tremare tanto è il suo potere economico quando entri nel suo ufficio a negoziare.
E infatti il viaggio a Montecarlo a stendere i tappeti (questa cosa mi ha dato tanto fastidio) è stato un atto di debolezza, la genesi del rifiuto.
Una società che riemerge dalle ceneri di un glorioso passato, e dal futuro rappresentato da un punto interrogativo perché nella storia due rinascite non sono così frequenti.

Il management, ma si Magic Fassone …. un manager con un passato di X-n (n metti una squadra a caso), capace probabilmente, ma anche non totalmente in grado di rappresentare un potere temibile.
Un DS ancora acerbo, si perché Fassone e Mirabelli devono crescere tanto se vogliono ambire e non basta girare gli stadi a veder partite.
Non ci si siede a banchettare con i lupi vestiti da agnelli.

Riflettendo capisco il pensiero del mio coetaneo Paolo Maldini e lo scetticismo di altri ex che qua dentro vengono frustati verbalmente solo perché non si fanno ammaliare da questa effimera musica, da questo futuro che oltre le nebbie credetemi, è incerto assai.

Che dire di un budget di 150 milioni che fa sognare qualcuno abituato male, ma irrimediabilmente destinato ad alimentare i sogni di una squadra da rifondare su un mercato in cui un Manchester C. offre quasi 25 lordi di ingaggio ad un panchinaro del Real e in cui un top si muove solo per 100.
150 milioni come speranza di trasformare scetticismo in entrate dalla Cina per poter ripagare un debito pesante contratto per un acquisto scellerato.
Bruciati questi 150 milioni, a Gennaio saremo ancora proprietà di Li o di un fondo Londinese, o di Goldman? O riapriranno i cordoni della valuta in Cina?

In questo io condivido l’idea di alcuni (Admin e Tifò in primis), qua serviva Conte e un budget da 250/300 milioni, il primo acquisto CR7. Così potevi dire siamo tornati.
E invece Montella e C. significano essere al massimo l’Atalanta d’Europa, per parecchi anni a venire.
Solo che io queste illusioni non le ho mai avute e mi era chiaro che meglio una fetta di pane che la promessa di una bistecca.
……

Se mi spoglio di ogni recondito sentimento, se dimentico quella notte di fine anni ’70 in cui ho cominciato ad amare il rossonero, se lascio liberi i miei pensieri alla pura razionalità mi dico che questa cosa era inevitabile. Non siamo pronti, non siamo affidabili.

Dunque ciò che è accaduto non è qualcosa di cui meravigliarsi.
Forse doveva andare proprio così.
E forse servirà a svegliarsi.
Un post molto suggestivo, complimenti, meriterebbe un contesto di significato più nobile ed appropriato di quello rappresentato da Raiola e Donnarumma, la cui vicenda ha profili meno riferibili alla peculiarità del mondo rossonero in questa età di transizione verso il nuovo. Nel caso del giovane assistito di Raiola, è semplicemente cominciato il tour professionale, migratorio tra i vari top club europei, alla ricerca del miglior ingaggio e della più ricca commissione riservata all'agente da clubs compiacenti. Quel che accadde a Ibrahimovic tredici anni fa, al primo passaggio da Amsterdam a Torino, secondo lo schema di lavoro e di affari di Raiola, in questo serenamente assecondato dal proprio assistito, cui il manager riserva ricchi ingaggi, e da cui questi pretende disponibilità personale e fedeltà alle decisioni strategiche. Il Milan come l'Ajax di tredici anni fa, l'Inter di otto anni fa, il Barcellona di sette anni fa, il Milan di cinque anni fa. Clubs potentissimi, giocatori ricchi e satolli dietro ingaggi precedenti, ma a cui Raiola chiede disponibilità al trasferimento per aggiornare il livello di provvigioni, ed alzare livello di ingaggi e visibilità mediatica nei singoli passaggi, che costituiscono essi stessi un evento. Per Donnarumma, cambiano solo i nomi delle società, e la sequenza migratoria: oggi il Milan, domani il Real, dopodomani la Juventus, poi chissà. La sabbia nella ruota che gira questa invidiabile macina, la singolarità, l'anomalia, quale può essere la mozione di un sentimento, o l'affidabilità di un progetto tecnico, non hanno albergo in questo progetto sportivo, professionale ed imprenditoriale, basato su scelte collusive, prospettive economiche, interessenze tra più soggetti, in funzione di un flusso deterministico, a circuito chiuso, irreversibile, insondabile, di denaro. È l'universo parallelo del calcio, sedimentato dietro il vecchio tessuto delle appartenenze di squadra, ed ora incentrato su clan di agenti, scuderie, alla maniera dei pugili o dell'ippica: due discipline individuali. La risposta? Quella opposta, omeopatica, della sacralità della squadra, della maglia, che trasfigura e rende virtuoso, avvolgente di bene, ogni valore individuale, anche deteriore, indipendentemente dal merito tecnico, purché marchiato dalla ceralacca dei colori sociali. In Inghilterra, nelle mille Kop che sventolano sciarpe dopo un 0-5 subito dalla propria squadra, lo hanno capito: la maglia è maglia anche se indossata da capre fetenti, e ai giocatori si riservano tributi nel dopo carriera, ma si pretende l'obbedienza contrattuale ai colori. Dopo, quei colori non stingono se posti su altre, meno nobili spalle. Il sistema funziona, perché poggia sui valori possibili in uno sport di squadra, ovvero essa stessa. Vorrei vedere questo qui, in Italia: sarebbe la meraviglia. :)
 

Jackdvmilan

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Dopo il nervoso della giornata di ieri e in parte anche oggi ora mi sto facendo 7487638877 domande ee viaggi menali sul nostro futuro di squadra.
Pensieri positivi:
-è vero stiamo facendo mercato dopo anni del nulla cosmico
-abbiamo una dirigenza chiara e diretta coi tifosi
-la nuova società si sta impegnando nel tirare fuori soldi
-partiamo da un disastro totale e non si può pretendere tutto subito
-finalmente ci siamo levati di torno galliani berlusconi e molto probabilmente anche raiola

Pensieri negativi che mi faccio collegandoli in successione a quelli positivi:
-dobbiamo tornare ad essere il milan e lo facciamo con perin (rotto) musacchio (nessuna big su di lui) biglia (31 anni ed è alla lazio non al real) kessie (1 stagione buona, concorrente Roma) a.silva (anche su di lui nessuna squadra) (r.rodriguez lo salvo perchè terzini sinistri ottimi è difficile trovarli o già in grandi squadre).Finita sta considerazione mi dico: dopo sti anni penosi che cosa pretendi? cara grazia che vengono questi.
-Alla fine non sappiamo ancora chi c'è dietro il Milan con precisione
-Maldini perchè mai avrebbe rifiutato il Milan? Per un Mirabelli di turno?
-E se Donnarumma se ne fosse davvero andato perchè il futuro non è così roseo come dicono?

Troppe paranoie lo so però mi pare sia arrivato il momento di capire a pieno cosa sarà di noi

Non mi soffermo a rispondere alle domande perchè ce ne sarebbe da dire..però temo capirai solo durande/fine della prossima stagione come saremo messi...anzi...in particolare da gennaio/febbraio
 
Stato
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