Djokovic traditore per la Serbia. Se ne va in Grecia.

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Dopo la sconfitta agli US Open, Novak Djokovic ha scelto di trasferirsi ad Atene con la sua famiglia, allontanandosi dalla Serbia. La decisione non è di natura fiscale o climatica, ma è dovuta a una crescente ostilità politica e mediatica nei suoi confronti.

La campagna mediatica contro Djokovic è iniziata dopo che il tennista ha sostenuto pubblicamente le proteste studentesche contro il governo del presidente Aleksandar Vucic. Il suo sostegno, espresso sui social media e attraverso gesti simbolici, ha portato i media filogovernativi a etichettarlo come "traditore" e "falso patriota", una svolta radicale rispetto alla precedente venerazione.

La tensione ha raggiunto il culmine con la manipolazione di un messaggio di omaggio a lui dedicato durante un evento pubblico e lo spostamento del torneo di Belgrado, organizzato dalla famiglia Djokovic, ad Atene. Questi eventi, uniti alla profonda frattura sociale del Paese, hanno reso il clima in Serbia sempre più ostile. La sua decisione di trasferirsi ad Atene appare come una conseguenza inevitabile, costringendo il campione, un tempo simbolo dell'orgoglio nazionale, a cercare tranquillità lontano dalla sua patria.
 
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Dopo la sconfitta agli US Open, Novak Djokovic ha scelto di trasferirsi ad Atene con la sua famiglia, allontanandosi dalla Serbia. La decisione non è di natura fiscale o climatica, ma è dovuta a una crescente ostilità politica e mediatica nei suoi confronti.

La campagna mediatica contro Djokovic è iniziata dopo che il tennista ha sostenuto pubblicamente le proteste studentesche contro il governo del presidente Aleksandar Vucic. Il suo sostegno, espresso sui social media e attraverso gesti simbolici, ha portato i media filogovernativi a etichettarlo come "traditore" e "falso patriota", una svolta radicale rispetto alla precedente venerazione.

La tensione ha raggiunto il culmine con la manipolazione di un messaggio di omaggio a lui dedicato durante un evento pubblico e lo spostamento del torneo di Belgrado, organizzato dalla famiglia Djokovic, ad Atene. Questi eventi, uniti alla profonda frattura sociale del Paese, hanno reso il clima in Serbia sempre più ostile. La sua decisione di trasferirsi ad Atene appare come una conseguenza inevitabile, costringendo il campione, un tempo simbolo dell'orgoglio nazionale, a cercare tranquillità lontano dalla sua patria.
Non aveva di meglio dove andare rispetto a quel postaccio di Atene?
 

bmb

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Dopo la sconfitta agli US Open, Novak Djokovic ha scelto di trasferirsi ad Atene con la sua famiglia, allontanandosi dalla Serbia. La decisione non è di natura fiscale o climatica, ma è dovuta a una crescente ostilità politica e mediatica nei suoi confronti.

La campagna mediatica contro Djokovic è iniziata dopo che il tennista ha sostenuto pubblicamente le proteste studentesche contro il governo del presidente Aleksandar Vucic. Il suo sostegno, espresso sui social media e attraverso gesti simbolici, ha portato i media filogovernativi a etichettarlo come "traditore" e "falso patriota", una svolta radicale rispetto alla precedente venerazione.

La tensione ha raggiunto il culmine con la manipolazione di un messaggio di omaggio a lui dedicato durante un evento pubblico e lo spostamento del torneo di Belgrado, organizzato dalla famiglia Djokovic, ad Atene. Questi eventi, uniti alla profonda frattura sociale del Paese, hanno reso il clima in Serbia sempre più ostile. La sua decisione di trasferirsi ad Atene appare come una conseguenza inevitabile, costringendo il campione, un tempo simbolo dell'orgoglio nazionale, a cercare tranquillità lontano dalla sua patria.
L'idea di schierarsi politicamente da parte di un personaggio pubblico, sportivo, televisivo o quel che si voglia, secondo me è sempre sintomo di scarso QI.
 
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Non aveva di meglio dove andare rispetto a quel postaccio di Atene?
Ci sono alcuni quartieri davvero belli ad Atene; penso a Kolonaki, Anafiotika, Plaka, Monastiraki o, fuori dal centro cittadino, Glyfada. Personalmente, poi, trovo suggestive anche le colline del Philopappos e del Likavittos.
Nel complesso, però, capisco bene la tua opinione: quartieri periferici piuttosto degradati e con un senso perenne di insicurezza. Io non faccio testo perché adoro Atene e mi piace girovagare anche per zone come Plateia Omonoias o Metaxourgeio che solitamente non attirano turisti 😂

FINE OT
 

Stanis La Rochelle

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L'idea di schierarsi politicamente da parte di un personaggio pubblico, sportivo, televisivo o quel che si voglia, secondo me è sempre sintomo di scarso QI.

Non vedo il motivo, se uno ci crede davvero in quel che dice e non lo fa per convenienza ha tutta la mia stima. A differenza di tanti che vanno sempre a convenienza senza il minimo pudore.

Tra l'altro la posizione che ha gli permette di non avere conseguenze reali impattanti, lui può spostarsi tranquillamente in Grecia se poi butta male, l'uomo medio serbo finisce in carcere magari.
 

sottoli

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Dopo la sconfitta agli US Open, Novak Djokovic ha scelto di trasferirsi ad Atene con la sua famiglia, allontanandosi dalla Serbia. La decisione non è di natura fiscale o climatica, ma è dovuta a una crescente ostilità politica e mediatica nei suoi confronti.

La campagna mediatica contro Djokovic è iniziata dopo che il tennista ha sostenuto pubblicamente le proteste studentesche contro il governo del presidente Aleksandar Vucic. Il suo sostegno, espresso sui social media e attraverso gesti simbolici, ha portato i media filogovernativi a etichettarlo come "traditore" e "falso patriota", una svolta radicale rispetto alla precedente venerazione.

La tensione ha raggiunto il culmine con la manipolazione di un messaggio di omaggio a lui dedicato durante un evento pubblico e lo spostamento del torneo di Belgrado, organizzato dalla famiglia Djokovic, ad Atene. Questi eventi, uniti alla profonda frattura sociale del Paese, hanno reso il clima in Serbia sempre più ostile. La sua decisione di trasferirsi ad Atene appare come una conseguenza inevitabile, costringendo il campione, un tempo simbolo dell'orgoglio nazionale, a cercare tranquillità lontano dalla sua patria.
alla fine può risultare antipatico ma almeno non è il solito bamboccio ricco che va dove tira il vento (ogni riferimento al cervo turco non è casuale :p)
per quanto mi riguarda, respect per lui, Springsteen e altri che usano la loro posizione privilegiata per far sentire la propria voce
 

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