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Di Maio al Corriere della Sera:
"Serve pragmatismo, bisogna fermare i barconi che partono dalla Tunisia e dialogare per una nuova intesa con Tunisi sui flussi
Va portato avanti il negoziato per un nuovo accordo in materia migratoria e presto io stesso andrò a Tunisi per affrontare il tema, ma prima voglio i fatti.
Bisogna lavorare subito a un accordo con le autorità tunisine affinché sequestrino in loco e mettano fuori uso barchini e gommoni utilizzati per le traversate, perché le imbarcazioni che stanno arrivando sono di questo tipo qui, cosiddette fantasma, spesso fuggono ai radar.
Lo scenario ricorda quello albanese degli inizi del 2000 e allora con il governo di Tirana si cooperò in questo senso, il che contribuì a fermare i flussi.
Con Tunisi dobbiamo sperimentare la medesima strada a mio avviso, lavorando naturalmente su più fronti
Qui non si tratta di avere una linea dura o meno, non c'è e non deve esserci un approccio ideologico al tema, bensì pragmatico e concreto.
La questione degli sbarchi, unita al rischio sanitario con la pandemia, è un tema di sicurezza nazionale.
Quanto accaduto a Caltanissetta e a Porto Empedocle deve far pensare, i cittadini chiedono giustamente delle risposte e il dovere di uno Stato è darle quelle risposte, lavorando per risolvere il problema alla radice
C'è una fase di instabilità politica in Tunisia che sta alimentando gli arrivi verso l'Italia e noi non dobbiamo pensare a come fermare gli sbarchi, ma a come bloccare le partenze.
Questo è il nodo che stiamo affrontando già a livello governativo.
Anche perché la Tunisia è un Paese sicuro e chi parte per l'Italia viene rimpatriato.
Non sarà regolarizzato nessuno"
"Serve pragmatismo, bisogna fermare i barconi che partono dalla Tunisia e dialogare per una nuova intesa con Tunisi sui flussi
Va portato avanti il negoziato per un nuovo accordo in materia migratoria e presto io stesso andrò a Tunisi per affrontare il tema, ma prima voglio i fatti.
Bisogna lavorare subito a un accordo con le autorità tunisine affinché sequestrino in loco e mettano fuori uso barchini e gommoni utilizzati per le traversate, perché le imbarcazioni che stanno arrivando sono di questo tipo qui, cosiddette fantasma, spesso fuggono ai radar.
Lo scenario ricorda quello albanese degli inizi del 2000 e allora con il governo di Tirana si cooperò in questo senso, il che contribuì a fermare i flussi.
Con Tunisi dobbiamo sperimentare la medesima strada a mio avviso, lavorando naturalmente su più fronti
Qui non si tratta di avere una linea dura o meno, non c'è e non deve esserci un approccio ideologico al tema, bensì pragmatico e concreto.
La questione degli sbarchi, unita al rischio sanitario con la pandemia, è un tema di sicurezza nazionale.
Quanto accaduto a Caltanissetta e a Porto Empedocle deve far pensare, i cittadini chiedono giustamente delle risposte e il dovere di uno Stato è darle quelle risposte, lavorando per risolvere il problema alla radice
C'è una fase di instabilità politica in Tunisia che sta alimentando gli arrivi verso l'Italia e noi non dobbiamo pensare a come fermare gli sbarchi, ma a come bloccare le partenze.
Questo è il nodo che stiamo affrontando già a livello governativo.
Anche perché la Tunisia è un Paese sicuro e chi parte per l'Italia viene rimpatriato.
Non sarà regolarizzato nessuno"