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Come riportato dalla GDS in edicola, quello il programma alla ripresa del campionato sarà un derby da primato. Anche tra i giocatori in campo.
Theo vs Thuram e gli altri: sfida tra i più veloci e sprinter. Il rossonero a 35 Km/h. Il nerazzurro a 34,1. Leao vola a 34,88. Sul podio tra i rossoneri ci sono Calabria a 33,52 e Pulisic a 33,33. Manca ancora Chukwueze, l'altro sprinter.
Reijnders vs Calha: il rossonero è super con i suoi 12,5 km a partita. Calhanoglu lo insegue con 11,94. Anche Krunic corre circa 11,80 km a partita.
Giroud vs Thuram: i più grossi. Giroud a quota 193 cm per 91 kg è il piano alto alla pari di Arnautovic (primo cambio). Thuram arriva a 192 cm per 90 kg.
Jovic vs Mkhi: sfida tra i più titolati. Il neo rossonero ha vinto 12 trofei in carriera (Giroud 11). Il nerazzurro ben 22
Calabria vs Lautaro: sfida tra i più vincenti nella stracittadina. Per Calabria quattro successi nei derby. Ma il re è Lautaro a quota 9.
Corriere della Sera: sia peri Milan che l'Inter tattiche differenti ma attacchi show. Lautaro a 5 gol, Giroud a 4. Inter più solida e concreta, più potente. Milan più imprevedibile e fantasioso, più tecnico. Ma in entrambi i casi, la chiave è il collettivo
Mentalità: luci a San Siro. E non solo per il derby del 16 settembre, che farà ovviamente segnare un sold out da capogiro: la verità è che lo stadio milanese è ormai da tempo l’uomo in più sia per l’Inter sia per il Milan, settantamila spettatori sono la normalità anche per le partite non di cartello. I risultati degli ultimi anni hanno riavvicinato i tifosi e questa partenza sprint è stata un’iniezione ulteriore di energia. Il derby sarà innanzi tutto una questione di testa. Col Milan che va a caccia della rivincita dopo i quattro nettissimi e dolorosissimi k.o. del 2023. La rivoluzione estiva ha però riportato entusiasmo dentro all’ambiente, che sembra vivere di un’energia tutta nuova. Più scelte, più qualità, più peso, più centimetri: Pioli sa di avere una squadra più forte rispetto alla stagione scorsa. L’Inter invece colpisce per la consapevolezza: del proprio gioco, della propria mentalità, della propria solidità. L’impresa di Champions, con la coppa sfuggita più per dettagli che per demeriti, ha consentito ai nerazzurri di fare un ulteriore salto di qualità quanto a forza mentale.
I volti nuovi: l'estate ha portato enormi cambiamenti. Per entrambe. Anche se solo quella del Milan è stata una
vera e propria rivoluzione: venduto Tonali, sono arrivati 10 nuovi giocatori. Per una spesa totale di 114 milioni, bonus esclusi. Con Pulisic, Loftus-Cheek e Reijnders la formazione titolare è nuova per un terzo, senza contare Chukwueze, Musah, Okafor, Jovic. La principale incognita riguardava il rodaggio, ma questo «tre su tre» è la prova che il lavoro è già a buonissimo punto. «Cresciamo di partita in partita» ha ammesso Pioli, che dopo l’addio di Maldini ha un ruolo ancora più centrale anche sul mercato. L’Inter ha mantenuto la stessa struttura, senza stravolgere, salutando Lukaku, Skriniar, Brozovic e Dzeko, incorporando 12 giocatori e piazzando il colpo più caro dell’estate, Pavard, 30 milioni più 2. Thuram è il simbolo del restyling estivo. Non sarà un bomber spietato, ma il suo lavoro di assistenza per Lautaro è incessante e fondamentale. Marcus è una punta tattica che può fare la differenza. E se affina la mira sotto porta..
Punti deboli: la partenza è stata ottima, ma c’è ancora tanto da lavorare»: Inzaghi e Pioli la pensano allo stesso modo e infatti, dopo le rispettive vittorie su Fiorentina e Roma, entrambi hanno messo in guardia i propri giocatori. La sosta per le Nazionali, con 17 nerazzurri e 15 rossoneri convocati, in questo senso è una grana. Ma anche l’occasione per mettere a fuoco quali sono i margini di miglioramento. Partiamo dall’Inter, che almeno nella formazione titolare può contare sulla continuità, vantaggio non da poco. E infatti a oggi il vero dettaglio migliorabile riguarda l’affinità fra il portiere neo arrivato Sommer e la difesa: le ripartenze di Onana erano un’arma tattica, difficile che lo svizzero possa fare altrettanto, ma ci deve almeno provare. Il Milan invece ha margini più ampi, proprio perché ha cambiato molto anche negli undici di base. Se centrocampo e attacco hanno già guadagnato in rapidità e fantasia, è dietro che serve mettere a punto i meccanismi. Un centrale in più avrebbe fatto comodo. Di sicuro occorre trovare i giusti equilibri.
Tuttosport: dall’euroderby, valido per la finale di Champions a Istanbul, al derby... scudetto. Inter e Milan hanno terminato il primo segmentino del campionato ’23-24 a braccetto: tre vittorie su tre, 9 punti e tanti saluti alle rivali. La testa della classifica di Serie A dice Milano. A maggio fu l’Inter a prevalere sul Milan - come in tutti i quattro derby del 2023 -, volando in Turchia per giocarsela col Manchester City; il 16 settembre, però, si ripartirà da zero. Di sicuro questo primo scorcio di stagione ha detto che le due milanesi saranno protagoniste nella corsa scudetto, quel titolo che l’Inter ha vinto nel ’20-21 e il Milan la stagione seguente. Entrambe sono arrivate a 19 scudetti e puntano alla seconda stella. L’ad nerazzurro Beppe Marotta lo ripete da inizio luglio, Stefano Pioli lo ha ribadito venerdì notte dopo aver espugnato l’Olimpico. Da Roma caput mundi a Milano caput Italiae.
MERCATO E ABBONDANZA
Inter e Milan hanno attuato una vera e propria rivoluzione in estate: 12 acquisti i nerazzurri, più il riscatto di Acerbi e un paio di rientri dai prestiti; 10 per i rossoneri, oltre al reintegro finale di Caldara. Nonostante questo rimescolamento di uomini, Inzaghi e Pioli hanno lavorato al meglio durante la preparazione e presentato due squadre più che pronte ai nastri di partenza. Il grande mercato ha avuto come prima conseguenza quella di allungare gli organici dei due tecnici. L'impressione, rispetto alle due rose che avevano terminato la stagione '22-23, è che Inzaghi e Pioli abbiano più scelte. Certo, finora hanno giocato sempre gli stessi undici, ma il tecnico nerazzurro ha in panchina carte talmente competitive che l'Inter che finisce le partite è forte come quella che le inizia. Pioli ha cambiato sistema, rinunciando ai trequartisti, ma davanti ha sei uomini che solo il Napoli ha in Serie A, con possibilità di avere sempre in campo tre attaccanti potenzialmente letali.
ATTACCHI AL TOP
Sarà anche per questo, ma dopo tre giornate sono proprio Inter e Milan le due squadre con i migliori attacchi della Serie A: 8 reti a testa. Quello che sorprende, però, non è solamente la produttività offensiva delle due squadre, ma quante opportunità da rete Inter e Milan costruiscano nei 90 e passa minuti di gioco. Per rendere l'idea: i nerazzurri contro Monza (2-0), Cagliari (2-0) e Fiorentina (4-0) hanno concluso 60 volte, centrando lo specchio in 17 occasioni; il Milan contro Bologna (2-0), Torino (4-1) e Roma (2-1) ha calciato 36 volte, 17 in porta. Il Milan ha scelto di avere una trazione anteriore che a volte l'espone alle ripartenze avversarie, cosa che andrà ovviamente registrata contro una squadra come l'Inter che oltre ad attaccare, in questo avvio di campionato, non prende gol. Tre vittorie, 0 gol subiti - combinazione che non accadeva dal 1966 -: nessuno in Europa nei top campionati ha fatto altrettanto.
I NUOVI LEADER
In due squadre che hanno cambiato tanti volti, sono due gli uomini copertina, due nuovi-vecchi leader. Quello in casa Inter è Lautaro Martinez, promosso capitano dopo gli addii estivi dei senatori Handanovic, Brozovic e Skriniar. L'argentino si è preso la squadra sulle spalle, sente la responsabilità della fascia e la trasmette guidando i compagni, non solo con i gol, seppur tanti (ben 5 finora). Sulla sponda rossonera, surfa Leao. Dopo i saluti a Ibrahimovic e capitan futuro Tonali, il portoghese è salito di tono. A differenza di Lautaro, non è capitano, ma con la scelta di prendere la maglia numero 10 ha mandato un segnale forte: eccomi, sono pronto a trascinarvi. A Roma ha segnato il primo gol, sgasate e assist sono quelle di sempre. E ora arriva il derby.
Theo vs Thuram e gli altri: sfida tra i più veloci e sprinter. Il rossonero a 35 Km/h. Il nerazzurro a 34,1. Leao vola a 34,88. Sul podio tra i rossoneri ci sono Calabria a 33,52 e Pulisic a 33,33. Manca ancora Chukwueze, l'altro sprinter.
Reijnders vs Calha: il rossonero è super con i suoi 12,5 km a partita. Calhanoglu lo insegue con 11,94. Anche Krunic corre circa 11,80 km a partita.
Giroud vs Thuram: i più grossi. Giroud a quota 193 cm per 91 kg è il piano alto alla pari di Arnautovic (primo cambio). Thuram arriva a 192 cm per 90 kg.
Jovic vs Mkhi: sfida tra i più titolati. Il neo rossonero ha vinto 12 trofei in carriera (Giroud 11). Il nerazzurro ben 22
Calabria vs Lautaro: sfida tra i più vincenti nella stracittadina. Per Calabria quattro successi nei derby. Ma il re è Lautaro a quota 9.
Corriere della Sera: sia peri Milan che l'Inter tattiche differenti ma attacchi show. Lautaro a 5 gol, Giroud a 4. Inter più solida e concreta, più potente. Milan più imprevedibile e fantasioso, più tecnico. Ma in entrambi i casi, la chiave è il collettivo
Mentalità: luci a San Siro. E non solo per il derby del 16 settembre, che farà ovviamente segnare un sold out da capogiro: la verità è che lo stadio milanese è ormai da tempo l’uomo in più sia per l’Inter sia per il Milan, settantamila spettatori sono la normalità anche per le partite non di cartello. I risultati degli ultimi anni hanno riavvicinato i tifosi e questa partenza sprint è stata un’iniezione ulteriore di energia. Il derby sarà innanzi tutto una questione di testa. Col Milan che va a caccia della rivincita dopo i quattro nettissimi e dolorosissimi k.o. del 2023. La rivoluzione estiva ha però riportato entusiasmo dentro all’ambiente, che sembra vivere di un’energia tutta nuova. Più scelte, più qualità, più peso, più centimetri: Pioli sa di avere una squadra più forte rispetto alla stagione scorsa. L’Inter invece colpisce per la consapevolezza: del proprio gioco, della propria mentalità, della propria solidità. L’impresa di Champions, con la coppa sfuggita più per dettagli che per demeriti, ha consentito ai nerazzurri di fare un ulteriore salto di qualità quanto a forza mentale.
I volti nuovi: l'estate ha portato enormi cambiamenti. Per entrambe. Anche se solo quella del Milan è stata una
vera e propria rivoluzione: venduto Tonali, sono arrivati 10 nuovi giocatori. Per una spesa totale di 114 milioni, bonus esclusi. Con Pulisic, Loftus-Cheek e Reijnders la formazione titolare è nuova per un terzo, senza contare Chukwueze, Musah, Okafor, Jovic. La principale incognita riguardava il rodaggio, ma questo «tre su tre» è la prova che il lavoro è già a buonissimo punto. «Cresciamo di partita in partita» ha ammesso Pioli, che dopo l’addio di Maldini ha un ruolo ancora più centrale anche sul mercato. L’Inter ha mantenuto la stessa struttura, senza stravolgere, salutando Lukaku, Skriniar, Brozovic e Dzeko, incorporando 12 giocatori e piazzando il colpo più caro dell’estate, Pavard, 30 milioni più 2. Thuram è il simbolo del restyling estivo. Non sarà un bomber spietato, ma il suo lavoro di assistenza per Lautaro è incessante e fondamentale. Marcus è una punta tattica che può fare la differenza. E se affina la mira sotto porta..
Punti deboli: la partenza è stata ottima, ma c’è ancora tanto da lavorare»: Inzaghi e Pioli la pensano allo stesso modo e infatti, dopo le rispettive vittorie su Fiorentina e Roma, entrambi hanno messo in guardia i propri giocatori. La sosta per le Nazionali, con 17 nerazzurri e 15 rossoneri convocati, in questo senso è una grana. Ma anche l’occasione per mettere a fuoco quali sono i margini di miglioramento. Partiamo dall’Inter, che almeno nella formazione titolare può contare sulla continuità, vantaggio non da poco. E infatti a oggi il vero dettaglio migliorabile riguarda l’affinità fra il portiere neo arrivato Sommer e la difesa: le ripartenze di Onana erano un’arma tattica, difficile che lo svizzero possa fare altrettanto, ma ci deve almeno provare. Il Milan invece ha margini più ampi, proprio perché ha cambiato molto anche negli undici di base. Se centrocampo e attacco hanno già guadagnato in rapidità e fantasia, è dietro che serve mettere a punto i meccanismi. Un centrale in più avrebbe fatto comodo. Di sicuro occorre trovare i giusti equilibri.
Tuttosport: dall’euroderby, valido per la finale di Champions a Istanbul, al derby... scudetto. Inter e Milan hanno terminato il primo segmentino del campionato ’23-24 a braccetto: tre vittorie su tre, 9 punti e tanti saluti alle rivali. La testa della classifica di Serie A dice Milano. A maggio fu l’Inter a prevalere sul Milan - come in tutti i quattro derby del 2023 -, volando in Turchia per giocarsela col Manchester City; il 16 settembre, però, si ripartirà da zero. Di sicuro questo primo scorcio di stagione ha detto che le due milanesi saranno protagoniste nella corsa scudetto, quel titolo che l’Inter ha vinto nel ’20-21 e il Milan la stagione seguente. Entrambe sono arrivate a 19 scudetti e puntano alla seconda stella. L’ad nerazzurro Beppe Marotta lo ripete da inizio luglio, Stefano Pioli lo ha ribadito venerdì notte dopo aver espugnato l’Olimpico. Da Roma caput mundi a Milano caput Italiae.
MERCATO E ABBONDANZA
Inter e Milan hanno attuato una vera e propria rivoluzione in estate: 12 acquisti i nerazzurri, più il riscatto di Acerbi e un paio di rientri dai prestiti; 10 per i rossoneri, oltre al reintegro finale di Caldara. Nonostante questo rimescolamento di uomini, Inzaghi e Pioli hanno lavorato al meglio durante la preparazione e presentato due squadre più che pronte ai nastri di partenza. Il grande mercato ha avuto come prima conseguenza quella di allungare gli organici dei due tecnici. L'impressione, rispetto alle due rose che avevano terminato la stagione '22-23, è che Inzaghi e Pioli abbiano più scelte. Certo, finora hanno giocato sempre gli stessi undici, ma il tecnico nerazzurro ha in panchina carte talmente competitive che l'Inter che finisce le partite è forte come quella che le inizia. Pioli ha cambiato sistema, rinunciando ai trequartisti, ma davanti ha sei uomini che solo il Napoli ha in Serie A, con possibilità di avere sempre in campo tre attaccanti potenzialmente letali.
ATTACCHI AL TOP
Sarà anche per questo, ma dopo tre giornate sono proprio Inter e Milan le due squadre con i migliori attacchi della Serie A: 8 reti a testa. Quello che sorprende, però, non è solamente la produttività offensiva delle due squadre, ma quante opportunità da rete Inter e Milan costruiscano nei 90 e passa minuti di gioco. Per rendere l'idea: i nerazzurri contro Monza (2-0), Cagliari (2-0) e Fiorentina (4-0) hanno concluso 60 volte, centrando lo specchio in 17 occasioni; il Milan contro Bologna (2-0), Torino (4-1) e Roma (2-1) ha calciato 36 volte, 17 in porta. Il Milan ha scelto di avere una trazione anteriore che a volte l'espone alle ripartenze avversarie, cosa che andrà ovviamente registrata contro una squadra come l'Inter che oltre ad attaccare, in questo avvio di campionato, non prende gol. Tre vittorie, 0 gol subiti - combinazione che non accadeva dal 1966 -: nessuno in Europa nei top campionati ha fatto altrettanto.
I NUOVI LEADER
In due squadre che hanno cambiato tanti volti, sono due gli uomini copertina, due nuovi-vecchi leader. Quello in casa Inter è Lautaro Martinez, promosso capitano dopo gli addii estivi dei senatori Handanovic, Brozovic e Skriniar. L'argentino si è preso la squadra sulle spalle, sente la responsabilità della fascia e la trasmette guidando i compagni, non solo con i gol, seppur tanti (ben 5 finora). Sulla sponda rossonera, surfa Leao. Dopo i saluti a Ibrahimovic e capitan futuro Tonali, il portoghese è salito di tono. A differenza di Lautaro, non è capitano, ma con la scelta di prendere la maglia numero 10 ha mandato un segnale forte: eccomi, sono pronto a trascinarvi. A Roma ha segnato il primo gol, sgasate e assist sono quelle di sempre. E ora arriva il derby.