Degrado musica italiana: perchè questo declino?

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Quindi secondo te la musica di oggi è melodia pura, mentre la musica dei fratelli La Bionda (ammesso tu li conosca), di Battiato, e tutta la massa di autori che hanno generato, tra le altre cose, la italo-disco copiata e osannata in tutto il mondo, la si può creare con una chitarra e due accordi suonati da un qualsiasi demente.
Ognuno ha il proprio bagaglio individuale di cultura e sensibilità musicale. E ognuno ha suoi gusti sui quali, come ci insegnano i nostri antenati, non si discute. Quindi rispetto il fatto che tu ritenga che la italo-disco rientri nella categoria “musica di qualità”

Poi vabbè, tu sei il Kylian Mbappè dei nostalgici dei (presunti) bei tempi che furono, quindi è ancora più consigliato non discuterne. :asd:
 

hiei87

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E' presto detto, abbiamo perso totalmente la nostra identita' culturale Italiana, importando la subcultura da ghetto americana, prima l'hip hop e poi la trap. Declino infinito e senza pari.
Sì e no. Il dopoguerra italiano a livello musicale è quasi sempre stato d'importazione. Abbiamo importato il rock alla Elvis con Little Tony e i suoi compari, il cantautorato francese o alla Dylan con i De Andrè e i De Gregori, il rock progressivo con gruppi straordinari, tra cui la prm, le orme, gli area e tanti altri, e la new wave con diaframma, cccp e litfiba. Certo, in tutti questi artisti c'erano delle fondamenta date dalla tradizione musicale italiana, ma erano grandi artisti.
Certo è anche che se importi la trap e il reaggeton è difficile ti venga fuori arte avanguardistica.
Ma forse sono anch'io che sono vecchio e non posso capire.
 

fabri47

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La cosa grave è che ormai non devi nemmeno più saper cantare, basta che hai quell'aggeggio, l'autotune, una base sopra, urli due scemenze e vendi e/o fai visualizzazioni. Ormai tutti i concerti fatti vedere nella tv generalista non hanno più un cantante melodico, eccetto i big tipo Elisa, Giorgia, Zucchero ecc.

Questa è la conseguenza di anni in cui non si è voluta insegnare la cultura musicale nelle scuole o dando poca importanza alle materie artistiche, sottovalutando il degrado artistico.
 

gabri65

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Ognuno ha il proprio bagaglio individuale di cultura e sensibilità musicale. E ognuno ha suoi gusti sui quali, come ci insegnano i nostri antenati, non si discute. Quindi rispetto il fatto che tu ritenga che la italo-disco rientri nella categoria “musica di qualità”

Poi vabbè, tu sei il Kylian Mbappè dei nostalgici dei (presunti) bei tempi che furono, quindi è ancora più consigliato non discuterne. :asd:

Certo che la italo-disco era di qualità, visto che la gente impazziva e la ballava come mossa da una forza irrefrenabile. E non aveva tempo di fare le gretinate, imbrattare i monumenti e occuparsi di schifezze mainstream, poiché la bella musica ti faceva stare bene e ti rendeva felice.

E comunque l'ho citata solo a margine. Tu ovviamente la prendi a pretesto, isolata dalle altre, visto che era musica più commerciale rispetto a tutto il resto che ho scritto.

Detto questo i gusti sono gusti, ma mi rimane difficile pensare che tra qualche decennio passeranno la "musica" di feccie tipo Jax o come accidente si chiama, commentando su quanto era bella.

Non sono il KM dei nostalgici, ma il fatto che esista un thread del genere scritto da uno del '91 ti dovrebbe far riflettere. E certo, siamo nel progresso, qualsiasi cosa viene fuori adesso è migliore per definizione rispetto al passato, guai a invalidare questo dogma. Come il Milan, per esempio.
 
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Certo che la italo-disco era di qualità, visto che la gente impazziva e la ballava come mossa da una forza irrefrenabile.
E sarebbe questo un parametro per stabilire quale sia musica di qualità? Anche ora i ragazzini impazziscono per il tizio di turno, eh.
Tra l’altro quella gente che impazziva e ballava mossa da una forza irrefrenabile è la stessa che poi, il giorno dopo, indossate giacca e cravatta ha devastato un Paese riducendolo a essere uno zimbello globale e creando i presupposti per quello che, a tuo dire, sarebbe il “degrado” moderno. Ma questa è un’altra storia.

E certo, siamo nel progresso, qualsiasi cosa viene fuori adesso è migliore per definizione rispetto al passato, guai a invalidare questo dogma. Come il Milan, per esempio.
Non mi sembra di aver elogiato la musica italiana contemporanea. Anzi.
 

gabri65

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E sarebbe questo un parametro per stabilire quale sia musica di qualità? Anche ora i ragazzini impazziscono per il tizio di turno, eh.
Tra l’altro quella gente che impazziva e ballava mossa da una forza irrefrenabile è la stessa che poi, il giorno dopo, indossate giacca e cravatta ha devastato un Paese riducendolo a essere uno zimbello globale e creando i presupposti per quello che, a tuo dire, sarebbe il “degrado” moderno. Ma questa è un’altra storia.

Beh, e la gente di oggi approva e rincara.

Scemo io a discutere con te, lasciamo stare, che stiamo parlando ovviamente di tutt'altre fesserie.

Non mi sembra di aver elogiato la musica italiana contemporanea. Anzi.

E allora che diamine scrivi.
 
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Beh, e la gente di oggi approva e rincara.
Beh il frutto non cade mai lontano dall’albero.

.E allora che diamine scrivi.
Mi sembrava chiara la mia opinione. Non c’è nessun degrado perché la musica leggera/“commerciale” italiana non è mia stata, a mio avviso, di particolare pregio artistico, con rare eccezioni tra i prodotti divenuti “mainstream”.
 
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perché siamo un sistema chiuso a ogni contaminazione esterna, non siamo più buoni neanche a copiare, in Italia c'è profonda ignoranza non solo sul rock alternative, ma pure sul pop internazionale da classifica, ascoltano tutti quei 4 tananai e annalisa della situazione, in un tritacarne che si autoalimenta in cui chi detiene le leve del "potere" crea dei PERSONAGGI e li impone alle masse.

Non ci sono canali di divulgazione, non ci sono locali per musica live, non c'è nessuna alternativa alla paccottiglia mainstream.

In UK la musica fa parte dell'esperienza quotidiana della cultura, hanno la BBC che trasmette musica di ogni tipo, ti ritrovi i Fontaines Dc, gli Smile o i Blur in prima serata da Jools Holland, qui al massimo avevi Fazio che invitava il Mengoni della situazione.

L'adolescente medio italiano ascolta "musica italiana", dove per musica italiana non si intendono Dalla, Battiato o Bersani, ma Tananai, Lazza, Fedez, o al massimo l'indie dei vari Pinguini tattici, che poi non è altro che pop becero che ha invaso i canali alternative, etichette discografiche che si definiscono alternative ma che non sono altro che mainstream wannabe.

E badate non è questione di trap o non trap: se all'adolescente italiano medio chiedi di Future o Gucci Mane non sa manco chi sono.
 

fabri47

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Non ero nato in quell'epoca, ma ho fatto grandi studi e approfondimenti a riguardo. È incredibile come negli anni 70' ogni pezzo fatto da un gruppo italiano aveva produzioni clamorose. L'epoca del prog era veramente qualcosa di magico ed inarrivabile. Anche i musicisti "semplici" tiravano fuori capolavori. I Pooh con Parsifal, l'oggi tanto bistrattato Richard Benson con i Buon Vecchio Charlie fece un LP che si mangia tutta la musica commerciale italiana dell'ultimo trentennio come minimo. O Alan Sorrenti con "Aria", prima di normalizzarsi con figli delle stelle. Ed è altrettanto strano come ci sia stato un reset dopo. Come se l'Italia non sapesse più cosa significa suonare, al punto che bastano robe tipo il primo vociare del Volo o le prime note dei Maneskin per mettersi le mani nei capelli dallo stupore. Come ci hanno ridotti...
 
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