I problemi sono tanti.
Il problema numero 1 è che il calcio era lo sport di tutti perché praticato per strada.
Oggi si gioca sostanzialmente solo nelle scuole calcio pagando e così abbiamo perso in un colpo solo tanti ipotetici iscritti, una quantità infinita di ore di ipotetico allenamento di base e una formazione più selvaggia ma stimolante la fantasia.
Un bambino di 8 anni di allena sei ore a settimana, le stesse ore io me le facevo in un pomeriggio fino al tramonto.
Il problema numero 2 sono le nascite in meno.
Il problema numero 3 è il tenore e lo stile di vita.
Il calciatore oggi è più probabile esca dove c'è fame anziché dalle generazioni del tiktok.
Il problema numero 4 è che i nostri ragazzi crescono più tardi.
Il problema numero 5 è che il mercato interno italiano è fermo ancora alle logiche di quando il nostro campionato era il numero 1 del mondo e così se vai a chiedere un Frattesi ti chiedono 40 mln quando in Francia con 5 ne trovi uno più forte.
Il problema numero 6 è che girano troppi soldi facili da subito.
Il problema numero 7 è che stiamo perdendo la figura storica del dirigente federale vecchio stampo, quello che curava le nidiate e le generazioni.
Il problema numero 8 è che il calcio va riportato nelle scuole, a discapito di discutibili progetti a pagamento affidati a discutibili docenti che non hanno la minima idea di quel che fanno.
Io mi sono innamorato del calcio coi vecchi giochi della gioventù, tornei studenteschi di istituto che si svolgevano alle scuole elementari.
E vi premetto che ai miei tempi la scuola calcio iniziava ad 8 anni coi pulcini.
Non esistevano i piccoli amici, età 5 anni , come oggi.
Questo perché noi degli anni 80 a 5 anni sapevamo già fare la capriola, correre, saltare, giocare a nascondino anziché a campana.
Insomma, eravamo fisicamente già sciolti , a differenza di oggi che sono scoordinati.
Il problema numero 9 sono i tecnici dei settori giovanili che non mirano alla formazione del giovane calciatore ma a vincere i campionati per farsi notare.
Il problema numero 10 sono i genitori, i veri nemici della scuola calcio.
Gente che dovrebbe solo chiedere ai propri figli se si sono divertiti dopo un allenamento o partita e non quanti gol hanno realizzato.
Lo sport serve a formare uomini migliori, il campione viene fuori da sé.
Parlo con cognizione di causa perché sono istruttore di base e ne ho viste tante/troppe.