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Dalic:"Rebic deve giocare esterno. Se è in forma non lo fermi".
Dalic, CT della Croazia, su Rebic, sul Milan e su Ibrahimovic. Le dichiarazioni alla GDS in edicola
"Non sono sorpreso delle sue ultime prestazioni, perché conosco perfettamente le sue qualità. So quanto può dare e le sue ultime partite non sono altro che la prova del suo valore. Ero stupito prima quando non giocava, ma capisco il motivo delle difficoltà iniziali”.
Qual è il motivo? “Un nuovo campionato, un nuovo club, nuove abitudini: un periodo di adattamento è sempre necessario. In più nel suo caso vedevo che giocava in una posizione sbagliata, non è esattamente un attaccante ma un esterno: si esprime al massimo del potenziale sulla fascia, destra o sinistra non ha importanza. In più è un giocatore che ha bisogno della fiducia di tutti e ora finalmente ce l’ha: dei compagni, dell’allenatore, dei tifosi”.
Sulle sue qualità: “Può fare la differenza in Serie A e oggi lo sta dimostrando. E’ un giocatore veramente, veramente forte. Ora che è più consapevole non potrà che migliorare sempre di più. Ha forza, è veloce e se è in condizioni fisiche ottimali nessuno può fermarlo”.
Su Ibrahimovic: “Ibrahimovic attira gli avversari e a Rebic rimangono più spazi nei quali sa muoversi come chiede l’allenatore. Sa approfittarne come dimostrano gli ultimi cinque gol. L’importante è che resti nella posizione che gli è più congeniale: nelle ultime partite Pioli ha saputo utilizzarlo al meglio”.
Sul perché ha sempre creduto in Rebic: “Sono felice di ritrovarlo in grande forma perché ho bisogno di lui e sono sempre stato ripagato. Anche in Croazia in queste settimane hanno scritto cose negative su di lui, anche a me chiedevano perché continuassi a convocarlo se nel Milan non giocava. La risposta è che io l’ho sostenuto e ci ho sempre creduto. L’ho anche spronato e questo è utile: se lo sproni, ripaga la fiducia. So quanto può dare e quanto conta per l’allenatore, la squadra, i compagni. Per questo non ho mai pensato di escluderlo, ora deve continuare così”.
Sul Milan: “Tutto il Milan ha bisogno di tempo, non solo Rebic. Non si possono cambiare le cose in pochi mesi. Zvone è impegnato a costruire una squadra completamente nuova, con tanti giocatori diversi. La difficoltà aumenta quando sei al Milan, dove tutti si aspettano i risultati del passato. Boban sa anche questo, è l’uomo giusto perché ha vissuto quegli anni e può capire cosa occorre alla squadra di oggi. Comprare giocatori che possano diventare campioni in futuro richiede tanta pazienza. Quanta? Minimo due o tre anni, certo non sei mesi. Sei mesi sono troppo pochi anche per uno come il mio amico Zvone”.
Dalic, CT della Croazia, su Rebic, sul Milan e su Ibrahimovic. Le dichiarazioni alla GDS in edicola
"Non sono sorpreso delle sue ultime prestazioni, perché conosco perfettamente le sue qualità. So quanto può dare e le sue ultime partite non sono altro che la prova del suo valore. Ero stupito prima quando non giocava, ma capisco il motivo delle difficoltà iniziali”.
Qual è il motivo? “Un nuovo campionato, un nuovo club, nuove abitudini: un periodo di adattamento è sempre necessario. In più nel suo caso vedevo che giocava in una posizione sbagliata, non è esattamente un attaccante ma un esterno: si esprime al massimo del potenziale sulla fascia, destra o sinistra non ha importanza. In più è un giocatore che ha bisogno della fiducia di tutti e ora finalmente ce l’ha: dei compagni, dell’allenatore, dei tifosi”.
Sulle sue qualità: “Può fare la differenza in Serie A e oggi lo sta dimostrando. E’ un giocatore veramente, veramente forte. Ora che è più consapevole non potrà che migliorare sempre di più. Ha forza, è veloce e se è in condizioni fisiche ottimali nessuno può fermarlo”.
Su Ibrahimovic: “Ibrahimovic attira gli avversari e a Rebic rimangono più spazi nei quali sa muoversi come chiede l’allenatore. Sa approfittarne come dimostrano gli ultimi cinque gol. L’importante è che resti nella posizione che gli è più congeniale: nelle ultime partite Pioli ha saputo utilizzarlo al meglio”.
Sul perché ha sempre creduto in Rebic: “Sono felice di ritrovarlo in grande forma perché ho bisogno di lui e sono sempre stato ripagato. Anche in Croazia in queste settimane hanno scritto cose negative su di lui, anche a me chiedevano perché continuassi a convocarlo se nel Milan non giocava. La risposta è che io l’ho sostenuto e ci ho sempre creduto. L’ho anche spronato e questo è utile: se lo sproni, ripaga la fiducia. So quanto può dare e quanto conta per l’allenatore, la squadra, i compagni. Per questo non ho mai pensato di escluderlo, ora deve continuare così”.
Sul Milan: “Tutto il Milan ha bisogno di tempo, non solo Rebic. Non si possono cambiare le cose in pochi mesi. Zvone è impegnato a costruire una squadra completamente nuova, con tanti giocatori diversi. La difficoltà aumenta quando sei al Milan, dove tutti si aspettano i risultati del passato. Boban sa anche questo, è l’uomo giusto perché ha vissuto quegli anni e può capire cosa occorre alla squadra di oggi. Comprare giocatori che possano diventare campioni in futuro richiede tanta pazienza. Quanta? Minimo due o tre anni, certo non sei mesi. Sei mesi sono troppo pochi anche per uno come il mio amico Zvone”.