1) Errato: la democrazia sta morendo perché è sempre stata un'illusione
2) Ma questo implica anche che la collettività abbia sufficiente cultura politica, economica e sociale da poter prendere decisioni che la rappresentanza ha il compito di ratificare.
3) La fallacia di questo ragionamento sta proprio qui.
Non esisterà MAI un popolo talmente evoluto da essere in grado di autogovernarsi. Non esiste. Perché non esiste questo concetto in natura.
QUALSIASI animale che vive in branco ha un leader e una gerarchia.
4) Il crollo del sistema Paese è legato al crollo morale del popolo italiano, legato a sua volta allo scollamento verso lo Stato e le Istituzioni che la tanto amata Sinistra comunista, figlia dei partigiani, ha voluto nel secondo dopoguerra.
5) La classe politica attuale è solo lo specchio della società, fatta di individualisti che sgomitano per avere la possibilità di trovarsi in posti dove meglio riescono a gestire i propri interessi.
Ma come accade in Parlamento accade anche quando fai la fila alla Posta, o al supermercato.
6) TUTTO è collegato. Il disastro economico e politico è figlio del disastro sociale.
...grazie all'inutilità del sistema scolastico moderno che non produce teste pensanti ma idioti pronti a dare il deretano per passare l'anno e diplomarsi, si crea una società sempre più intellettualmente impoverita.
7) (Il despota illuminato) Lo avete avuto, e lo avete appeso a Piazzale Loreto festeggiando insieme ad assassini, stupratori e criminali seriali che ancora oggi chiamate eroi partigiani e che festeggiate il 25 Aprile.
Ma tanto è un discorso buttato alle ortiche, visto che la maggior parte ragiona ancora per stereotipi, come il Duce che ha fatto la guerra e ci ha fatto combattere senza fucili.
Scusa, non mi riescono mai le citazioni multiple. Vado per punti.
1) Ok. La democrazia forse è stata una illusione temporanea, tanto quanto secondo alcuni storici lo è stato il fascismo. La visione "parentetica" di un evento o periodo storico. Una interruzione in un cammino più lungo. Forse esistono più prospettive e più cammini. Si interrompono, si incrociano. Uno continua, mentre l'altro si ferma. E poi si danno il cambio.
Ok, diciamo che è stato bello crescere in questa illusione negli anni '70, vivere gli anni 80 con tutte le loro leggerezze e magagne.
2) il grande problema. L'ignoranza e la miopia. Perché se anche uno crede che la tutela di tanti piccoli interessi sia meritevole, non è detto che questa cosa abbia un futuro, che dia delle prospettive.
3) Forse la democrazia è una cosa da popoli nordici, ma quello che sta succedendo nelle due democrazie anglosassoni mi lascia dei dubbi. Forse le ultime tendenze sono salutari reazioni di sopravvivenza. L'elemento wasp che si ribella alla prospettiva di diventare minoranza rispetto agli invasori latino-afro-asiatici.
Forse lo stesso meccanismo che ha indotto alcuni tradizionali sostenitori del partito comunista ad abbandonarlo quando il principio del solidarismo e dell'accoglienza verso tutti si doveva tradurre in pratica e competizione quotidiana.
Tradotto: Quando il mio interesse è in gioco, il vecchio ideale lo mando a farsi benedire.
Però bisogna stare attenti a non giudicare tutto quanto c'è sul pianeta sulla base della sua descrizione o definizione ideale.
Così come in fisica tu descrivi una condizione ideale, tipo il moto rettilineo uniforme e poi fai i conti con una realtà di forze contrarie ed attriti, così sono le strutture sociali e di potere, l'umanità. Difettose, sempre perfettibili, mai ideali. Molto sta alle persone che di volta in volta le incarnano.
Disinteressate? Con visione? Ma esistono tanti esempi di puro saccheggio sia in democrazia che in autocrazia. In democrazia hai una chance di sostituirle nel rituale elettorale. In autocrazia no.
4) il partito comunista è stato una forza anti-sistema. Per impedire che andasse al potere, alcune istituzioni sono state corrotte ed a tratti i veri custodi delle istituzioni sono apparsi i comunisti. Meccanismi di sopravvivenza di strutture di potere. Anche qui sempre meglio stare sul realismo che sul idealismo. O quantomeno cercare di guardare le cose anche da prospettive diverse.
5) d'accordissimo. Lo scrivo spesso quando qualche amico dà dei delinquenti solo ai politici.
6) l'ironia della storia, è che le stesse cose le sostengono nei centri sociali, contro una idea della scuola fatta solo per formare stupidi esecutori proni alle esigenze produttive di Confindustria. Però per me la condizione base per formare teste pensanti è il pluralismo. Qualsiasi formazione basata solo su un indottrinamento dell'una o dell'altra parte politica non porta da nessuna parte. Alla fine bisogna pur vivere e lavorare.
56 milioni di filosofi non producono PIL.
(Ed abbiano già 40 commissari tecnici della nazionale).
56 milioni di lobotomizzati verranno presto tritati ed inscatolati perché alla fine converrà sempre di più metterci dei robot.
Poi mica tutti possono fare tutto. Posso sognare di essere Marco Van Basten, ma anche accontentarmi di essere Desailly.
7) il despota illuminato Mussolini. Materia complessa.
In questo momento mi trovo a pochi Km da dove fu giustiziato. Abito più a sud, sulla direttrice seguita dalle colonne fasciste in fuga verso la Svizzera.
Gianfranco Fini disse che quando ribaltarono il despota a piazzale Loreto dalle sue tasche non cadde un centesimo.
Vero. Si, lui era interessato solo al potere (ed alla patata). Però quella colonna era stra-carica di denari che lungo il percorso furono persi. Non a favore di famiglie comuniste. Comune istinto predatorio.
I gerarchi non erano disinteressati. Solita ripartizione di incentivi selettivi per tenere in piedi una struttura di potere, scriverebbero gli esperti.
Assassini, stupratori e criminali seriali nella storia d'Italia si contano senz'altro di più nella struttura di potere fascista che in quella comunista. Ma è fauna umana che tiene in piede qualsiasi regime di qualsiasi orientamento politico in tutto il mondo. Manovalanza.
Non dimentichiamoci il percorso politico del compagno Mussolini, come ancora veniva chiamato da chi nell'imminenza della caduta definitiva del regime in Nord Italia, si chiedeva come deciderne le sorti.
Non dimentichiamoci chi c'era accanto al Duce e Claretta in piazzale Loreto. Quale partito aveva fondato...
Perché oltre alle etichette politiche le vicende sono anche fatte di rapporti umani, ambizioni personali. Possono portare un popolo alla grandezza, ma anche alla rovina.
E poi qui, in Italia. Un giorno tutti fedeli ad una linea, il giorno dopo ad un'altra.