Alcuni estratti delle conclusioni della tesi di Hernan al corso di Coverciano, relatore Renzo Ulivieri, titolo “Il calciatore moderno: identità, nazionalismo e internazionalizzazione”:
"Il calciatore nasce e si forma con una specifica predisposizione qualitativa, unita a un innato talento che l’allenatore deve saper coltivare aggiungendo ulteriori capacità, magari attingendo da esperienze già vissute nello stesso campionato, che permetteranno di raggiungere rapidamente il livello standard della categoria o magari rompendo gli schemi e utilizzando conoscenze ed insegnamenti “rubati” da altri
contesti, in grado di arricchire in modo unico e completare il calciatore. Nella mia esperienza da calciatore, tecnica, tattica e dinamismo sono stati i fattori chiave dei tre grandi Campionati da me giocati. Nella fase storica in cui ero calato, queste caratteristiche prendevano il sopravvento sulle altre in modo decisivo; l’aspetto tecnico in Argentina, la tattica in Italia ed il dinamismo in Inghilterra erano identificativi dei campionati e dello stile di gioco.
Eravamo ancora in una fase di trasformazione del calcio che oggi richiede la presenza nel calciatore di tutti e tra gli elementi contemporaneamente. Questi, infatti, divengono gli ingredienti che un calciatore dovrebbe possedere, sviluppare e allenare per raggiungere un livello di gioco internazionale.
I tre fattori inoltre devono inoltre reggersi su una capacità di adattamento alle differenti situazioni che possono presentarsi nella carriera di un atleta. La formazione dell’uomo, del suo carattere, come del resto, la conoscenza delle lingue rappresenta una condizione fondamentale per permettere al calciatore di poter dare il massimo in ogni contesto e con la velocità di rendimento richiesta dal mercato.
Si apre quindi la strada a un tipo di formazione e di allenamento che deve prevedere un’attenzione particolare alla preparazione fisica e atletica del giocatore, necessaria in funzione dei tatticismi moderni che richiedono come già detto una grande velocità di manovra e frequenti sovrapposizioni offensive. Velocità e dinamismo conseguentemente richiedono una preparazione tecnica eccellente, che dovrebbe
essere la base degli insegnamenti nel periodo di formazione giovanile e che deve potersi mantenere e crescere tramite esercitazioni costanti che mirino alla rapidità di esecuzione e alla precisione, in situazioni d’inferiorità numerica e di elevata pressione.
Tatticamente il giocatore deve saper gestire sia la fase difensiva che offensiva, riuscendo a leggere le differenti situazioni che si succedono nel corso di una partita e cercando di mantenere un ordine che consenta alla squadra la massima efficacia.
Il talento individuale, rimane però l’elemento che può fare la differenza a livello individuale e di squadra, unica caratteristica di un giocatore, che con la sua imprevedibilità, in quanto unico e personale, può generare il valore aggiunto necessario a vincere una partita.
L’allenatore deve riuscire a gestire questa caratteristica, senza soffocarlo in un eccessivo tatticismo o dinamismo, ma esaltandolo all’interno di un progetto totale ed inquadrandolo nella ricerca del raggiungimento di quel valore che è la sintesi del calcio di oggi: l’equilibrio."