Covid,allarme RT e T.I. Lombardia

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il punto è capire perchè in una regione non funzionano le misure ed in altre invece sì.
ad esempio perchè indice dei contagi non scende come altrove ed è in stallo ?
se sia una questione ineludibile,allora valutare provvedimenti ad hoc,oppure ci siano errori umani

sono le stesse risposte che abbiamo se ci chiediamo perchè in lombardia è scoppiato tutto con molta più violenza che in qualsiasi altra parte del mondo.

le risposte sono densità della popolazione, numero di industrie presenti e mentalità menefreghista della gente sull'argomento specifico (in minor misura credo).

per questo una zona rossa in lombardia è meno efficace. considerando che è una misura tardiva e poco decisa il risultato è questo.
che è già ottimo per quel che uno si deve aspettare dalla lombardia.
ovvio che però devi sapere che la discesa in questo modo è molto lenta. se riapri sei fregato.

ovviamente questo è il mio parere ma lo dico da tempo...
 
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Lunga intervista dell'Huffington Post ad Antonio Presenti,responsabile delle terapie intensive in Lombardia e primario di anestesia al policlinico di Milano:

"La discesa dei ricoveri in terapia intensiva in Lombardia è più lenta del previsto e di quanto sperassimo: pensavamo di arrivare a 500 letti verso Natale (il dato del 10 dicembre indica 748 ricoveri totali in intensiva, ndr), ma con quest’andamento avremo bisogno di più tempo

Al contrario di quello che è successo nel mese di aprile quando, in lockdown totale, la discesa fu più rapida -oggi i numeri calano lentamente.
La mia preoccupazione è per ciò che succederà con l’arrivo del Natale e che dipenderà in gran parte dal comportamento dei cittadini


Sappiamo bene che meno stringenti sono i provvedimenti più è alto il numero dei malati.
Si tratta di capire dove il buon senso sceglierà di collocarci: è evidente che non potremo raggiungere zero contagi, a meno che non si opti per un lockdown totale come quello di marzo e aprile, ma è necessario ottenere un tasso di infezioni ragionevole.
Anche per la buona tenuta del sistema medico-sanitario
Un elemento su cui focalizzare l’attenzione è che le recenti restrizioni hanno abbassato relativamente poco il numero di nuovi contagi: questo può essere dovuto alle scelte e ai comportamenti di singoli, che non sempre rispettano le norme

È riconosciuta da più parti l’alta probabilità di una terza ondata, che peraltro ha già avuto inizio in molti Paesi del mondo.
Confido che gli italiani comprendano che, durante le festività natalizie, sarà bene optare per la sobrietà rimanendo nell’ambito più ristretto possibile"


Le parole del governatore Fontana in conferenza stampa:

"Da domenica 13 dicembre la Lombardia sarà ufficialmente zona gialla.
Il ministro Speranza mi ha informato che, come per le volte precedenti, venerdì firmerà l’ordinanza, sabato sarà pubblicata e domenica entrerà in vigore

Se le misure della zona gialla saranno rispettate e rigorosamente applicate dai nostri concittadini, potrebbero essere sufficienti per evitare quello che è successo a ottobre, dopo che abbiamo avuto un’estate nella quale ci eravamo un po’ troppo liberati
La terza ondata?
Questa è una domanda che andrebbe rivolta agli esperti.
Io credo che queste scelte siano state fatte in modo oculato e attento da parte di persone che si occupano di contrastare l’epidemia.
La zona gialla che mantiene le limitazioni si avvicina all’ordinanza che ho firmato il 22 ottobre che determinò una stabilizzazione
"


Sul Corriere della Sera invece viene sollevato,dall'ingegnere Artom e dal fisico Battiston,lo stallo dell'indice RT dei contagi da due settimane in controtendenza con i dati nazionali di continuo calo

"Da una decina di giorni nella regione l’indice Rt - numero che indica quante persone vengono contagiate da una sola persona, in media e in un certo arco di tempo - ha smesso di scendere.
Dopo aver raggiunto intorno al 25 novembre il valore minimo dall’inizio dell’autunno (sotto 0.7), l’indice Rt continua ad oscillare attorno a 0,8.

Un numero in stasi che si mantiene fortunatamente sotto l’1 ma che, secondo gli esperti, rappresenta un elemento da analizzare.

Se consideriamo che il numero di infetti rappresenta l’effetto di dinamiche sociali risalenti a una decina di giorni precedenti, si capisce come la rapida ripresa del contagio avuta dall’inizio di ottobre e che identifichiamo come ‘seconda ondata’ non sia dovuta ai comportamenti estivi, bensì a quanto è accaduto nelle nostre città a partire da metà settembre, vale a dire alla riapertura degli uffici e alla ripresa dell’attività scolastica

L’Rt, poi, è tornato a scendere attorno al 23 ottobre, in Lombardia e in tutta Italia.
Se andiamo a vedere la causa di questo repentino cambio di direzione, scopriamo che dieci giorni prima, il 13 ottobre, era entrato in vigore il Dpcm con nuovi provvedimenti restrittivi

Andando avanti, il 6 novembre subentra la divisione del Paese in zone rosse, arancioni e gialle.
Gli effetti di questo provvedimento che nelle regioni rosse introduce misure molto severe non sembrano comportare ulteriori miglioramenti nella velocità di discesa di Rt

E dal 27 novembre l’Rt si blocca, non scende più.
Non si può escludere che le nuove misure abbiano avuto effetti controproducenti
: costringere gli abitanti di città medio-grandi entro i confini dei propri comuni può aver in qualche modo favorito nuovi contatti o assembramenti tali da determinare una ripresa del contagio"

Non passa giorno che non ci sia una dichiarazione terroristica da parte di qualche str..zo
 

Albijol

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Non ci sono ancora risposte precise, si parla di smog, umidità ed ovviamente densità abitativa.
Inoltre, e finalmente se ne sta parlando, in nessun posto come in Lombardia vi è tale affollamento sui mezzi pubblici, correre, metropolitane (Milano) e treni.

Per la mia limitata esperienza Roma è molto peggio di Milano in questo senso
 
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Continuate a dare colpa ai mezzi pubblici e simili, quando il 99,99999% dei ragazzi dai 16 ai 35 anni fa feste a casa anche in zona rossa.

Almeno dalle mie parti, se poi nelle altre zone non è cosi, chiedo scusa.

I mezzi pubblici saranno pure un problema, ma anche se lo risolvessero non cambierebbe nulla o poco, secondo me.

Non è che tutti vivono in città eh.. la maggior parte degli italiani non prende un mezzo pubblico da 20 anni

Bah...

Anzi, vi dirò di piu, la gente che crepa, cioè dai 70 agli 80, nemmeno ha nipotini piccoli, quindi non ci sono scuse.
O vanno in giro a prenderselo oppure qualcuno glielo porta in casa.
 
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