Andrea Conti intervistato dal Corriere dello Sport in edicola oggi 8 agosto 2017. Ecco un'anticipazione:"Orgoglio Milan. Voglio diventare il tuo Dani Alves. Puntiamo a riportare questo club ai vertici. Giocare nel Milan è il coronamento di un sogno. E'stata la prima squadra che mi ha voluto e che ha voluto più di tutti. Per me è stato fondamentale essere protagonista di questo nuovo importante progetto. Riportare questo club ai vertici. Il Milan è il sogno di ogni bambino. Gli 8 gol dell'anno scorso? Sono stato agevolato dalla difesa a 3. Con quella a 4, non so se riuscirò a ripetermi su quei livelli. Ma io preferisco essere sempre aggressivo, mai passivo con l'avversario. Sono per il pressing offensivo. Cerco di fare la vita sana. E l'alimentazione non è mai stata un problema. Nel mio ruolo ho sempre ammirato Alves e Sergio Ramos quando era terzino. Mi sono ispirato a De Sciglio e Darmian in quanto più vicini alla mia realtà. Il Milan è come una grande famiglia che ti accoglie subito. Le pressioni? Ci sono abituato e non le soffro. Devo migliorare nella fase difensiva nelle diagonali e nell'uno contro uno. E devo protestare di meno in campo. Sono uno che gioca semplice, mi inserisco alle spalle dell'avversario, sono veloce e determinato. Non sono Suso nell'uno contro uno e non ho i piedi di Rodriguez. Ho ancora tanto da imparare. Voglio andare ai Mondiali 2018 e conquistare la maglia dell'Italia il prima possibile".
Ci buttiamo? Ci buttiamo. Un potenziale top mondo nel suo ruolo nei prossimi anni. Deve limare una certa spocchia da manifesta superiorità tecnica che macchia talvolta le sue prestazioni, ma per il resto è dinamite pronta ad esplodere. Con il Craiova, ad un certo punto, abbiamo visto il tipetto, con gli avversari schierati in pieno assetto difensivo, lasciare il pallone a Suso e, lemme lemme, abbandonare la sua posizione e salire sulla fascia tra avversari sbigottiti come noi, vista la temerarieta' tattica del gesto. Fiducia nel lancio del compagno a smarcarlo, nella capacita di Kessie di coprirlo, ed in sé stesso, quasi a dire: seguitemi pure, se volete, tanto non mi troverete dove vado. Un pazzo, un mito.