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Ci sta, per carità. Ognuno interpreta le situazioni della vita a modo suo. Io ho il mio punto di vista sul calcio e sui calciatori, e da tanto non mi illudo più.
"E se il Milan ricevesse per lei una grossa offerta, magari dalla Premier?". Risposta: "So cosa ho fatto per arrivare a questa maglia e non farei mai l'errore di andarmene. So che è difficile, soprattutto nel calcio di oggi, ma il mio sogno è diventare una bandiera del Milan. E farò di tutto per riuscirci".
"Ridurmi lo stipendio per il Milan era stato il mio ultimo pensiero, come lo sarà il rinnovo. Perché è certo che io voglio stare qui, contratto dopo contratto. Sarebbe bello diventare una bandiera, ma non guardo così tanto oltre per scaramanzia".
"Voglio rimanere il più a lungo possibile. Se me lo chiedete oggi dico anche per tutto il resto della mia storia. Ma per lanciarsi in promesse del genere è troppo presto, nella nostra carriera non conta solo la voglia, incidono tanti altri fattori: la salute, gli infortuni, la famiglia. È impossibile fare previsioni così a lungo termine".
Quando nessuno ti cerca é facile lasciarsi andare a certi sentimentalismi. A questi commenti vogliamo dare un peso? Se Sandro rispettava questa sua volontà, siamo sicuri che non andavano a fare il discorsetto a Maignan?
Qual'é il problema se Furlani ha contattato il suo agente o Sandro per informarlo dell'offerta? Ci mancherebbe altro. Diverso invece sarebbe stato parlare con Maldinni. Lui avrebbe detto che Sandro é un patrimonio del club, e come tale va tutelato. Non ha mai voluto dare via nessuno dei migliori.
Poi ripeto, io di questo Milan targato Furlani/Cardinale/Pioli non condivido niente. Niente.
L'inversione ad U di Tonali dopo la portata clamorosa di quella frasi, è proprio la cosa che a me inquieta di più, proiettandola al discorso societario e di prospettiva futura. Non sono prove che mi arrecano delusione verso Tonali, ma prove che distruggono totalmente le mie speranze.
Tonali solo qualche settimana fa piangeva sinceramente come un bambino all'addio di Ibra. Ibra è sempre stato un mio idolo, e tuttavia me ne sono sbattuto. Lui invece stava male. Questo ragazzo è veramente uno di noi, l'ultimo possibile sulla faccia della terra che se ne sarebbe andato, l'ultimo partigiano che avrebbe opposto strenua resistenza ad una vagonata di petroldollari.
Non è Donnarumma, non è la turca, non è Kessie, aggiungo che non è nemmeno un ingenuo come Kakà che era circondato da squali come Bosco Leite, Bronzetti e Diogo Kotscho.
In un mondo di mercenari, in un calcio cambiato, lui era l'unico che cercava sinceramente di essere diverso. Anche con fatti concreti.
Lo sporco dio denaro, ok. E' vero che non l'hanno costretto ad andare in una miniera in Siberia.
Ma cosa diavolo può essere successo per convincere anche sentimentalmente ed emotivamente uno che è immensamente più milanista di tanti noi? Io non so rispondere, come nessuno di voi.
Non lo sappiamo cosa è successo dietro le quinte. Io credo che i giocatori sappiano qualcosa di TERRIBILE su quel che diventerà il Milan, qualcosa che non sa nemmeno il più pessimista antisocietario su questi lidi.
Probabile che ci siano anche state clamorose liti interne nello spogliatoio, spaccature insababili, e qui ci leghiamo alla conferma di Pioli come "super coach".
Quando riportate dichiarazioni di Tonali, e ripenso all'uomo tonali, non mi sale la rabbia e la delusione verso di lui. Sono travolto dal terrore di quel che potrebbe succedere nel futuro prossimo.