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Paolo Condò dal CorSera:"Domani la seconda semifinale sarà il match dei «progetti», parola che nel calcio suscita sempre ironie e sarcasmi perché Juventus e Milan, come l’Inter, come il Real, il Barcellona, il Bayern o i Manchester e il Liverpool nei loro Paesi, devono lottare sempre per vincere. Che non significa «devono vincere» — quello vale di rado e in presenza di figure oltremodo dominanti — ma restare lì a battersi fino a primavera. Complicato, quando si vara un progetto pluriennale, ma non è nemmeno giusto compatire troppo chi ci va di mezzo: tutti gli allenatori vorrebbero guidare queste squadre, e dentro a Juventus e Milan di questi mesi è stato abbastanza facile distinguere il progetto tecnico che fra scatti, pause e anche passi indietro sta comunque faticosamente procedendo, e quello che ha invece portato a un cambio al volante. È positivo che Ibrahimovic abbia abbandonato la postura dell’uomo che-non-deve chiedere-mai scusandosi con Paulo Fonseca e i tifosi per le modalità dell’ultima notte. Un segnale di maturità. Può sembrare un paradosso, ma per quello che è successo (e per ciò che lo aspetta dopo), il Milan è il club che arriva a Riad più leggero. E anche questo, come il tè, abbassa la temperatura".
