Condò:"Ibra, classismo e trash talking contro Lukaku".

hiei87

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Condò parte bene e ha il pregio in questo caso di escludere il razzismo. Però anche lui, al di là della retorica insopportabile sul trash talking, in cui dimentica di accennare al fatto che sia sempre esistito, solo che ora senza pubblico è più facile accorgersene, finisce per assegnare a Ibra il ruolo del carnefice e a Lukaku quello della vittima.
Tra l'altro, le frasi su Lukaku sulla moglie di Ibra in altri contesti avrebbero suscitato lo stesso identico polverone, con l'indignazione femminista. In questo caso vengono annullate dalla polemica sul razzismo, come se ci fossero discriminazioni di serie A e di serie B (posto che in realtà di discriminazioni non si tratta in nessun caso).
 
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Paolo Condò su Repubblica in edicola oggi, 28 gennaio:"Quello che Ibra ha fatto a Lukaku nel derby di coppa Italia ha un nome molto preciso: si chiama trash-talking, ed è un metodo — largamente diffuso nelle competizioni di vertice, e spesso anche nella partite di calcetto fra colleghi — per innervosire l’avversario portandolo a sbagliare, a reagire, a farsi espellere. I professionisti del settore, e Ibra certamente lo è, memorizzano le informazioni che possono tornare utili, quelle che rivelano i punti deboli degli avversari: la storia dei riti voodoo è una cretinata tirata fuori dal proprietario dell’Everton per giustificare agli azionisti il fatto che Lukaku all’epoca se ne fosse andato anziché prolungare il suo contratto. Romelu si adirò molto per la falsità, e di quella rabbia ovviamente è rimasta traccia in rete: chi vuole provocarlo, sa dove colpire. Oltre a questa carineria, Ibra gli ha tirato addosso pure la storia dell’asino (donkey) che a Manchester tormentava il belga in due sensi: uno riguardava i suoi limiti tecnici, l’altro era appunto un doppio senso. Ce n’era d’avanzo per farlo reagire (e infatti Lukaku è partito con insulti e minacce) fidando nel fatto che l’arbitro non conoscesse l’intera storia, e dunque notasse la reazione assai più della provocazione: che poi è l’esatto obiettivo degli “artisti” del trash-talking.A questo punto, due domande e due risposte. 1) C’era del razzismo nella miccia accesa da Ibra? No. Semmai del classismo: sei un seguace del voodoo, quindi un selvaggio. Fra l’altro Zlatan, che ha vissuto un’infanzia paragonabile per complessità a quella di Lukaku, ha precisato ieri che il suo intento non era razzista. Certo, potrebbe averlo fatto per allontanare da sé il rischio di una squalifica; ma lo svedese non è mai stato un ipocrita. 2) Allora quel che è successo può essere considerato normale, una “cosa da campo” e basta? No. Il trash-talking è un espediente sleale e vigliacco per trarre un vantaggio indebito, e se l’arbitro avesse capito meglio quel che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi avrebbe dovuto espellere entrambi i giocatori, calcando poi la mano nel referto più sul provocatore che sul provocato.Chiarito questo, sarà bene ricordare che non viviamo in un mondo di panna montata, e che anche i nostri eroi hanno dei difetti. Ricordate l’ondata di melassa con la quale abbiamo accolto The Last Dance? Beh, nell’epopea di Michael Jordan erano raccontati diversi episodi di trash-talking— lui era un maestro — e ci eravamo sbellicati dalle risate. Con grande commozione abbiamo appena ricordato il primo anniversario della scomparsa di Kobe Bryant, che oltre a essere il campione e la persona meravigliosa che sappiamo, era famoso anche per il modo in cui brutalizzava verbalmente avversari e pure compagni. La differenza è che dei Bulls e dei Lakers non ce ne frega niente — ci teniamo solo l’ammirazione incondizionata per le loro star — mentre se indossi la maglia di un club della nostra quotidianità sei innocente o colpevole a seconda di chi tifiamo. Non va bene".

Le parole di Seba Rossi QUI -) https://www.milanworld.net/seba-rossi-ibra-anche-io-avrei-difeso-il-mio-capitano-vt99379.html

tutto giusto tranne questo.
se makaku ha un cervello da scimmia sono fatti suoi, che torni a correre nella savana invece che a s siro. con materazzi però andava bene è?
lo sport è anche autocontrollo.
 

ventu84090

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Può essere anche giusto...ma allora perché non ha fatto lo stesso articolo su Materazzi-Zidane in finale mondiale?
Mi fanno tenerezza i giornalisti italiani...
 
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Paolo Condò su Repubblica in edicola oggi, 28 gennaio:"Quello che Ibra ha fatto a Lukaku nel derby di coppa Italia ha un nome molto preciso: si chiama trash-talking, ed è un metodo — largamente diffuso nelle competizioni di vertice, e spesso anche nella partite di calcetto fra colleghi — per innervosire l’avversario portandolo a sbagliare, a reagire, a farsi espellere. I professionisti del settore, e Ibra certamente lo è, memorizzano le informazioni che possono tornare utili, quelle che rivelano i punti deboli degli avversari: la storia dei riti voodoo è una cretinata tirata fuori dal proprietario dell’Everton per giustificare agli azionisti il fatto che Lukaku all’epoca se ne fosse andato anziché prolungare il suo contratto. Romelu si adirò molto per la falsità, e di quella rabbia ovviamente è rimasta traccia in rete: chi vuole provocarlo, sa dove colpire. Oltre a questa carineria, Ibra gli ha tirato addosso pure la storia dell’asino (donkey) che a Manchester tormentava il belga in due sensi: uno riguardava i suoi limiti tecnici, l’altro era appunto un doppio senso. Ce n’era d’avanzo per farlo reagire (e infatti Lukaku è partito con insulti e minacce) fidando nel fatto che l’arbitro non conoscesse l’intera storia, e dunque notasse la reazione assai più della provocazione: che poi è l’esatto obiettivo degli “artisti” del trash-talking.A questo punto, due domande e due risposte. 1) C’era del razzismo nella miccia accesa da Ibra? No. Semmai del classismo: sei un seguace del voodoo, quindi un selvaggio. Fra l’altro Zlatan, che ha vissuto un’infanzia paragonabile per complessità a quella di Lukaku, ha precisato ieri che il suo intento non era razzista. Certo, potrebbe averlo fatto per allontanare da sé il rischio di una squalifica; ma lo svedese non è mai stato un ipocrita. 2) Allora quel che è successo può essere considerato normale, una “cosa da campo” e basta? No. Il trash-talking è un espediente sleale e vigliacco per trarre un vantaggio indebito, e se l’arbitro avesse capito meglio quel che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi avrebbe dovuto espellere entrambi i giocatori, calcando poi la mano nel referto più sul provocatore che sul provocato.Chiarito questo, sarà bene ricordare che non viviamo in un mondo di panna montata, e che anche i nostri eroi hanno dei difetti. Ricordate l’ondata di melassa con la quale abbiamo accolto The Last Dance? Beh, nell’epopea di Michael Jordan erano raccontati diversi episodi di trash-talking— lui era un maestro — e ci eravamo sbellicati dalle risate. Con grande commozione abbiamo appena ricordato il primo anniversario della scomparsa di Kobe Bryant, che oltre a essere il campione e la persona meravigliosa che sappiamo, era famoso anche per il modo in cui brutalizzava verbalmente avversari e pure compagni. La differenza è che dei Bulls e dei Lakers non ce ne frega niente — ci teniamo solo l’ammirazione incondizionata per le loro star — mentre se indossi la maglia di un club della nostra quotidianità sei innocente o colpevole a seconda di chi tifiamo. Non va bene".

Le parole di Seba Rossi QUI -) https://www.milanworld.net/seba-rossi-ibra-anche-io-avrei-difeso-il-mio-capitano-vt99379.html

Ma come si fa a dire una cosa del genere???
Il trash talking è un'arte.
Prova a dirlo agli americani o ad un appassionato NBA quale sono una cosa del genere.
Ti appendono per le orecchie al muro.
Se non sai le cose, TACI!
 

Lineker10

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Paolo Condò su Repubblica in edicola oggi, 28 gennaio:"Quello che Ibra ha fatto a Lukaku nel derby di coppa Italia ha un nome molto preciso: si chiama trash-talking, ed è un metodo — largamente diffuso nelle competizioni di vertice, e spesso anche nella partite di calcetto fra colleghi — per innervosire l’avversario portandolo a sbagliare, a reagire, a farsi espellere. I professionisti del settore, e Ibra certamente lo è, memorizzano le informazioni che possono tornare utili, quelle che rivelano i punti deboli degli avversari: la storia dei riti voodoo è una cretinata tirata fuori dal proprietario dell’Everton per giustificare agli azionisti il fatto che Lukaku all’epoca se ne fosse andato anziché prolungare il suo contratto. Romelu si adirò molto per la falsità, e di quella rabbia ovviamente è rimasta traccia in rete: chi vuole provocarlo, sa dove colpire. Oltre a questa carineria, Ibra gli ha tirato addosso pure la storia dell’asino (donkey) che a Manchester tormentava il belga in due sensi: uno riguardava i suoi limiti tecnici, l’altro era appunto un doppio senso. Ce n’era d’avanzo per farlo reagire (e infatti Lukaku è partito con insulti e minacce) fidando nel fatto che l’arbitro non conoscesse l’intera storia, e dunque notasse la reazione assai più della provocazione: che poi è l’esatto obiettivo degli “artisti” del trash-talking.A questo punto, due domande e due risposte. 1) C’era del razzismo nella miccia accesa da Ibra? No. Semmai del classismo: sei un seguace del voodoo, quindi un selvaggio. Fra l’altro Zlatan, che ha vissuto un’infanzia paragonabile per complessità a quella di Lukaku, ha precisato ieri che il suo intento non era razzista. Certo, potrebbe averlo fatto per allontanare da sé il rischio di una squalifica; ma lo svedese non è mai stato un ipocrita. 2) Allora quel che è successo può essere considerato normale, una “cosa da campo” e basta? No. Il trash-talking è un espediente sleale e vigliacco per trarre un vantaggio indebito, e se l’arbitro avesse capito meglio quel che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi avrebbe dovuto espellere entrambi i giocatori, calcando poi la mano nel referto più sul provocatore che sul provocato.Chiarito questo, sarà bene ricordare che non viviamo in un mondo di panna montata, e che anche i nostri eroi hanno dei difetti. Ricordate l’ondata di melassa con la quale abbiamo accolto The Last Dance? Beh, nell’epopea di Michael Jordan erano raccontati diversi episodi di trash-talking— lui era un maestro — e ci eravamo sbellicati dalle risate. Con grande commozione abbiamo appena ricordato il primo anniversario della scomparsa di Kobe Bryant, che oltre a essere il campione e la persona meravigliosa che sappiamo, era famoso anche per il modo in cui brutalizzava verbalmente avversari e pure compagni. La differenza è che dei Bulls e dei Lakers non ce ne frega niente — ci teniamo solo l’ammirazione incondizionata per le loro star — mentre se indossi la maglia di un club della nostra quotidianità sei innocente o colpevole a seconda di chi tifiamo. Non va bene".

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Il discorso sul trash talking è pure giusto.

Per il resto basta falsi moralismi e giudizi da scrivania. E' stata una scenetta orrenda e ridicola tra due adulti e professionisti che sono abbondantemente pagati per autocontrollarsi e evitare comportamenti da bambini. Chiuso.

Passiamo alla partita col Bologna che mi pare sia abbastanza fondamentale per la nostra stagione.
 
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Condò persona a modo. Bravo.
Non sono d'accordo su due cose.

Non penso ci sia classismo di nessun tipo, e mi sembra una boiata questa.

Non credo che in questo caso la colpa sia piú del provocatore che del provocato, perché se rivedeste l'episodio notereste che lukaku impazzisce PRIMA del diverbio con zlatan.
Quindi qui era rosso per Lukaku e al limite giallo per ibra.
 

Andris

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i giocatori non sarebbero stati neanche ammoniti per le rispettive battute,se ne dicono anche a palla in gioco.
tutto è nato dal contatto fisico perchè lukaku è andato verso i giocatori del Milan,non viceversa.
lui andava ammonito innanzitutto dall'arbitro che avrebbe dovuto fermare sul nascere tutto,non guardare
 

Snake

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condò un bell'articolo sulle simulazioni di piscinaldo e dybala quando lo fai? ma tranquillo che è più vigliacco e sleale il trash talking :troll:
 

Djerry

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Paolo Condò su Repubblica in edicola oggi, 28 gennaio:"Quello che Ibra ha fatto a Lukaku nel derby di coppa Italia ha un nome molto preciso: si chiama trash-talking, ed è un metodo — largamente diffuso nelle competizioni di vertice, e spesso anche nella partite di calcetto fra colleghi — per innervosire l’avversario portandolo a sbagliare, a reagire, a farsi espellere. I professionisti del settore, e Ibra certamente lo è, memorizzano le informazioni che possono tornare utili, quelle che rivelano i punti deboli degli avversari: la storia dei riti voodoo è una cretinata tirata fuori dal proprietario dell’Everton per giustificare agli azionisti il fatto che Lukaku all’epoca se ne fosse andato anziché prolungare il suo contratto. Romelu si adirò molto per la falsità, e di quella rabbia ovviamente è rimasta traccia in rete: chi vuole provocarlo, sa dove colpire. Oltre a questa carineria, Ibra gli ha tirato addosso pure la storia dell’asino (donkey) che a Manchester tormentava il belga in due sensi: uno riguardava i suoi limiti tecnici, l’altro era appunto un doppio senso. Ce n’era d’avanzo per farlo reagire (e infatti Lukaku è partito con insulti e minacce) fidando nel fatto che l’arbitro non conoscesse l’intera storia, e dunque notasse la reazione assai più della provocazione: che poi è l’esatto obiettivo degli “artisti” del trash-talking.A questo punto, due domande e due risposte. 1) C’era del razzismo nella miccia accesa da Ibra? No. Semmai del classismo: sei un seguace del voodoo, quindi un selvaggio. Fra l’altro Zlatan, che ha vissuto un’infanzia paragonabile per complessità a quella di Lukaku, ha precisato ieri che il suo intento non era razzista. Certo, potrebbe averlo fatto per allontanare da sé il rischio di una squalifica; ma lo svedese non è mai stato un ipocrita. 2) Allora quel che è successo può essere considerato normale, una “cosa da campo” e basta? No. Il trash-talking è un espediente sleale e vigliacco per trarre un vantaggio indebito, e se l’arbitro avesse capito meglio quel che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi avrebbe dovuto espellere entrambi i giocatori, calcando poi la mano nel referto più sul provocatore che sul provocato.Chiarito questo, sarà bene ricordare che non viviamo in un mondo di panna montata, e che anche i nostri eroi hanno dei difetti. Ricordate l’ondata di melassa con la quale abbiamo accolto The Last Dance? Beh, nell’epopea di Michael Jordan erano raccontati diversi episodi di trash-talking— lui era un maestro — e ci eravamo sbellicati dalle risate. Con grande commozione abbiamo appena ricordato il primo anniversario della scomparsa di Kobe Bryant, che oltre a essere il campione e la persona meravigliosa che sappiamo, era famoso anche per il modo in cui brutalizzava verbalmente avversari e pure compagni. La differenza è che dei Bulls e dei Lakers non ce ne frega niente — ci teniamo solo l’ammirazione incondizionata per le loro star — mentre se indossi la maglia di un club della nostra quotidianità sei innocente o colpevole a seconda di chi tifiamo. Non va bene".

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Concordo molto poco, anzi direi per nulla perché mancano le basi della ricostruzione corretta.

Quella di Ibra è stupidità e mancata lettura della gara, è l'esatto opposto del trash talking inteso alla NBA come arte del mandare fuori giri l'avversario. Lukaku era già fuori giri, per questo è del tutto indifendibile Zlatan e questo errore rischia addirittura di capovolgere le gerarchie almeno umorali dei prossimi giorni.

Quella di Lukaku è frustrazione e nervosismo tecnico, perché la sua squadra era sotto e lui non riusciva ad incidere contro un avversario (Romagnoli) che aveva sempre bullizzato e che ora (incredibile!) gli aveva appena fatto un fallo sporco e fisico.
Tutto quello che succede dopo con Ibra è a nervosismo e reazione già avvenuta, semplicemente sale di livello.

Lettura disastrosa di Condò, fatta giusto per dire la sua.

P.S.: melassa su The Last Dance? Andrebbe prima vista. Certo che Jordan viene dipinto come divinità, essendolo, ma ci sono almeno due puntate intere sui suoi guai con le scommesse e sui rapporti pessimi coi compagni maltrattati, oltre ad innumerevoli riferimenti al trash talking ed alla sopraffazione mentale in campo.
 

Konrad

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Concordo molto poco, anzi direi per nulla perché mancano le basi della ricostruzione corretta.

Quella di Ibra è stupidità e mancata lettura della gara, è l'esatto opposto del trash talking inteso alla NBA come arte del mandare fuori giri l'avversario. Lukaku era già fuori giri, per questo è del tutto indifendibile Zlatan e questo errore rischia addirittura di capovolgere le gerarchie almeno umorali dei prossimi giorni.

Quella di Lukaku è frustrazione e nervosismo tecnico, perché la sua squadra era sotto e lui non riusciva ad incidere contro un avversario (Romagnoli) che aveva sempre bullizzato e che ora (incredibile!) gli aveva appena fatto un fallo sporco e fisico.
Tutto quello che succede dopo con Ibra è a nervosismo e reazione già avvenuta, semplicemente sale di livello.

Lettura disastrosa di Condò, fatta giusto per dire la sua.

P.S.: melassa su The Last Dance? Andrebbe prima vista. Certo che Jordan viene dipinto come divinità, essendolo, ma ci sono almeno due puntate intere sui suoi guai con le scommesse e sui rapporti pessimi coi compagni maltrattati, oltre ad innumerevoli riferimenti al trash talking ed alla sopraffazione mentale in campo.

Grazie...pensavo di essere impazzito io...

Il donkey-talking dei nostri "giornalisti/opinionisti" di questi giorni è disarmante...e il risultato sarà uno solo...non credo molto nell'inchiesta o nella maxi squalifica...credo invece che ci saranno ancora più cartellini facili per noi nelle prossime gare...sperando che il VAR sarà sempre onesto.
 
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