Condò:"I ritorni di Allegri. Capello unico paragone".

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CorSera: il ritorno di Max Allegri allo Juventus Stadium è la storia della 6ª giornata, grazie alla forza del presente — il Milan ci arriva da primo in classifica — e alla suggestione di un passato da libri di storia. Con 5 scudetti, 4 coppe Italia e 2 finali Champions in 5 stagioni, il primo periodo di Max alla Juve compete per il titolo di top mai visto dalle nostre parti. Proprio per questo al suo posto non avremmo accettato la seconda chiamata in bianconero, che nasceva da premesse diverse — non più la squadra dominante, ma un club zavorrato dagli esiti insufficienti dell’operazione Ronaldo — eppure ugualmente lo inchiodava ai risultati. È vero che all’epoca Andrea Agnelli gli chiedeva soltanto il posto Champions, sempre raggiunto, nel tentativo di guadagnare tempo per raddrizzare la baracca: ma quando ti chiami Juve, Milan o Inter i piani pluriennali sono pie illusioni, devi lottare comunque per vincere. Lo stesso congedo rabbioso era dovuto alla percezione che Giuntoli, investito della missione di liberarsene, gli avesse remato contro temendo che un successo l’avrebbe riqualificato. Allegri a gennaio, miracolosamente incollato all’Inter, aveva chiesto un giocatore vero — uno solo! — per provare a competere fino alla fine. Erano invece arrivati Djalo e Alcaraz, e il messaggio gli era parso inequivocabile. Il secondo ritorno della sua carriera, stavolta al Milan, è differente perché dei vecchi tempi non è rimasto nessuno, se non il defilato Ibra. E però anche questa scelta conferma la tendenza di Max a tornare sempre sulle proprie orme (fedele o pigro?): da quando allena in A si è seduto su tre panchine, Cagliari, Milan e Juve. Qualche raffronto: Conte ne ha 7 (4 italiane più 2 straniere più la Nazionale), Spalletti 9 (7+1+1), Ranieri 16 (8+8). Trapattoni, l’unico ancora in vantaggio quanto a scudetti, ha allenato 5 squadre in Italia, 4 all’estero e l’Italia. L’unico paragonabile resta Fabio Capello, che in serie A ha guidato solo Milan, Roma e Juve, cui ha aggiunto due Real Madrid, l’Inghilterra e una crepuscolare stagione in Cina. Non a caso i due si specchiano l’uno nell’altro con grande simpatia reciproca.

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iceman.

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CorSera: il ritorno di Max Allegri allo Juventus Stadium è la storia della 6ª giornata, grazie alla forza del presente — il Milan ci arriva da primo in classifica — e alla suggestione di un passato da libri di storia. Con 5 scudetti, 4 coppe Italia e 2 finali Champions in 5 stagioni, il primo periodo di Max alla Juve compete per il titolo di top mai visto dalle nostre parti. Proprio per questo al suo posto non avremmo accettato la seconda chiamata in bianconero, che nasceva da premesse diverse — non più la squadra dominante, ma un club zavorrato dagli esiti insufficienti dell’operazione Ronaldo — eppure ugualmente lo inchiodava ai risultati. È vero che all’epoca Andrea Agnelli gli chiedeva soltanto il posto Champions, sempre raggiunto, nel tentativo di guadagnare tempo per raddrizzare la baracca: ma quando ti chiami Juve, Milan o Inter i piani pluriennali sono pie illusioni, devi lottare comunque per vincere. Lo stesso congedo rabbioso era dovuto alla percezione che Giuntoli, investito della missione di liberarsene, gli avesse remato contro temendo che un successo l’avrebbe riqualificato. Allegri a gennaio, miracolosamente incollato all’Inter, aveva chiesto un giocatore vero — uno solo! — per provare a competere fino alla fine. Erano invece arrivati Djalo e Alcaraz, e il messaggio gli era parso inequivocabile. Il secondo ritorno della sua carriera, stavolta al Milan, è differente perché dei vecchi tempi non è rimasto nessuno, se non il defilato Ibra. E però anche questa scelta conferma la tendenza di Max a tornare sempre sulle proprie orme (fedele o pigro?): da quando allena in A si è seduto su tre panchine, Cagliari, Milan e Juve. Qualche raffronto: Conte ne ha 7 (4 italiane più 2 straniere più la Nazionale), Spalletti 9 (7+1+1), Ranieri 16 (8+8). Trapattoni, l’unico ancora in vantaggio quanto a scudetti, ha allenato 5 squadre in Italia, 4 all’estero e l’Italia. L’unico paragonabile resta Fabio Capello, che in serie A ha guidato solo Milan, Roma e Juve, cui ha aggiunto due Real Madrid, l’Inghilterra e una crepuscolare stagione in Cina. Non a caso i due si specchiano l’uno nell’altro con grande simpatia reciproca.

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Parere personale, Capello per me resta il migliore di tutti.
Allegri lo metto un gradino sotto Conte.
 
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Allegri ha la macchia di essere il più paesanotto di tutti.
Non si è mai misurato all'estero.

Sta facendo bene e gliene do atto però su questo punto non mi piace.
Ha preferito anche stare fermo per anni per tornare sempre a Milan e juve.
 
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