Per una volta non abbiamo trovato il Rodrigo Becao di turno, incredibile
Guarda che molti non ci credono, ma i portieri che diventavano tutti muri, i difensori centrali che segnavano doppiette, i cessi che diventavano fenomeni solo contro di noi, erano tutti “segnali”. Così come sono segnali le partite come quelle dell’altra sera e pure queste dove vinciamo con più del 50% della squadra titolare fuori (cosa impensabile negli anni passati). Così come era un segnale, e che segnale, la nebbia infernale di Belgrado 31 anni e dieci mesi fa.
Sembra una boiata da dire in questo mondo moderno e materialista, ma non esiste solo la realtà fenomenica.
E attenzione a non ridurre tutto al solo “****”: il **** è una cosa, quello a cui abbiamo assistito l’altra sera è ben altro. Il **** te la fa sfangare nelle partite che non contano, ma poi finisce e capita che il tuo attaccante solo davanti ad Abbiati gli scaraventi la palla sul polpaccio mandando la prima squadra di Milano, prima per palmares, nascita e storia, a giocarsi la partita più importante della storia del calcio italico, per dire. Oppure succede che il tuo attaccante segni il goal del 3-2 in una finale UEFA, si... il 3-2 per gli avversari.