Enrico Mattei non era un fascista, anzi era un partigiano democristiano.
E ripeto: la storia sta lì.
Magari prima di scrivere post sarebbe meglio cercare di conoscere i personaggi, sapere che cosa hanno realizzato, capire le dinamiche geopolitiche in cui si stava calando il Paese, e poi venire qui a trarre conclusioni.
La quarta economia del mondo. Altro che chiacchiere da bar utili solo a votare il PD.
Io non riscrivo niente. Io parlo di fatti che chiunque può andare a verificare e scoprire che sono così, così come chiunque può andare da solo a scoprire che il sistema che controlla questo mondo è fatto da ebrei aschenaziti. E non lo trovi scritto su siti nascosti, ma su Wikipedia.
Ma come al solito, il problema non è la mancanza di informazioni, ma di volontà di ottenerle.
Ci si è smesso di fare domande. Su tutto.
E poi si viene qui a dire falsità e luoghi comuni, venendo a pontificare che bisogna accettare di togliersi le mutande perché gli USA ti hanno dato il benessere.
Tu ti contraddici da solo e non te ne rendi nemmeno conto.
Dici che l'Italia ha avuto eccellenze industriali ma non ha la predisposizione.
E ti contraddici perché ignori volutamente la Storia e gli avvenimenti che ne sono scaturiti.
L'Italia ha e ha sempre avuto le potenzialità, proprio perché è un paese di industria, di innovazione e di cultura. E la gente importante c'è stata, ma è stata fatta morire. Di proposito.
Enrico Mattei lo hanno ammazzato, Aldo Moro lo hanno ammazzato, Craxi è dovuto scappare via dopo Sigonella.
Interi settori sono stati volutamente svenduti, perché sotto diktat.
E nel mentre svendono questo Paese ti raccontano la favoletta dell'italiano ladro che sa solo rubare.
E riguardo il welfare, ripeto: parli di robe di cui non hai la più benché minima idea. Spari numeri a casaccio e mescoli cause ed effetto, non rendendoti conto nemmeno che la sua insostenibilità è voluta, come ti ho già spiegato quando ti ho parlato della trappola del debito.
Se lo Stato volesse ridurrebbe a zero la disoccupazione nel giro di un anno. Così come se volesse ridurrebbe a zero il fenomeno del nero.
Non è mai stata una questione di sostenibilità, ma di interessi. C'è l'interesse a mantenere lo status quo.
EDIT: aggiungo che Enrico Mattei a tal proposito fece questo discorso
Io non intendo salutare solamente gli allievi qui giunti da varie parti del mondo per studiare insieme con gli italiani: ma desidero estendere il mio pensiero anche ai loro Paesi, a molti dei quali è legata anche la nostra attività. Ringrazio il professor Bonino che ha voluto esprimere l’importanza oggi assunta da questa scuola con la quale il gruppo ha soddisfatto una sua esigenza. Noi ci siamo trovati, sedici anni fa, in una situazione tragica. Sapevamo che c’era qualcosa da fare, ma solo un piccolissimo numero di uomini erano preparati per coadiuvarci. Non avevamo le esperienze tecniche nella ricerca degli idrocarburi e gli altri ne approfittavano. Quando ci siamo messi al lavoro siamo stati derisi, perché dicevano che noi italiani non avevamo le capacità ne’ le qualità per conseguire il successo.
Eravamo quasi disposti a crederlo perché da ragazzi, ci avevano insegnato queste cose. Io proprio vorrei che gli uomini responsabili della cultura e dell’insegnamento ricordassero che noi italiani dobbiamo toglierci di dosso quel complesso di inferiorità che ci hanno insegnato, ovvero che gli italiani sono dei bravi letterati, bravi poeti, bravi cantanti, bravi suonatori di chitarra, brava gente, ma non hanno le capacità della grande organizzazione industriale. Ricordatevi, amici di altri Paesi: sono le cose che hanno fatto credere a noi e che ora insegnano anche a voi. Tutto ciò è falso e noi ne siamo un esempio. Dovete avere fiducia in voi stessi, nelle vostre possibilità, nel vostro domani; dovete formarvelo da soli questo domani. Ma per fare questo è necessario studiare, imparare, conoscere i problemi. E noi ci mettemmo con tanto impegno, e abbiamo creato scuole aziendali per ingegneri, per specialisti, per operai, per tutti e dappertutto. Con questo sforzo continuo ci siamo formati i nostri quadri