Io lo capisco questo modo di pensare, peccato che per quanto comprensibile sia la stessa identica forma mentis che ha portato allo scoppio della seconda guerra mondiale.
Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale è stato causato da interessi finanziari legati al modo in cui la Germania nazionalsocialista e l'Italia fascista intendevano gestire i rapporti economici internazionali, fuori dallo schema finanziario ebraico su cui l'Impero Britannico e gli Stati Uniti reggevano la loro economia.
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Il delitto imperdonabile della Germania prima della Seconda Guerra Mondiale fu il suo tentativo di sganciare la sua economia dal sistema di commercio mondiale, e di costruire un sistema di cambi indipendente di cui la finanza mondiale non poteva più trarre profitto" (Winston Churchill)
"Quel che ci spinse in guerra contro Hitler non fu la sua dottrina politica; la causa stavolta fu il suo tentativo coronato da successo di dare vita a una nuova economia. La prosperità della finanza internazionale dipende dall’emissione di prestiti a interesse a nazioni in difficoltà economica. L’economia di Hitler significava la sua rovina. Se gli fosse stato permesso di completarla con successo, altre nazioni avrebbero certo seguito il suo esempio, e sarebbe venuto il momento in cui tutti gli stati senza riserve auree si sarebbero scambiati beni contro beni; così non solo la richiesta di prestiti sarebbe cessata e l’oro avrebbe perso valore, ma i prestatori finanziari avrebbero dovuto chiudere bottega. Questa pistola finanziaria era puntata in modo particolare alla tempia degli Stati Uniti" (Gen. Fuller, militare e storico della Seconda Guerra Mondiale)
Poi, c'è la versione "cartone animato Disney, serie Le Principesse" che narra la storia di tre uomini brutti e cattivi, Mussolini Hitler e Hirohito, che volevano conquistare il mondo e tenerlo sotto scacco, ma la brava principessa Inghilterra e il principe azzurro americano l'hanno salvata, combattendo strenuamente per la libertà di tutti.
Che storiella commovente, vero? Finisce pure con "E vissero tutti (gli ebrei capitalisti) felici e contenti".
Li figurati, ci si è lavati le mani prima dell'Austria, poi della Cecoslovacchia, in un certo senso anche della Lituania, prima della Polonia.
Altra mistificazione storica.
Quello che è passato alla storia come Anschluss, era in realtà un'idea romantica nazionalista che attanagliava il nazionalismo tedesco fin dai moti degli anni '30 del XIX secolo.
I patrioti tedeschi sperarono sempre di vedere abbattuta la Confederazione Germanica, quel mostro che doveva resuscitare l'anacronistico Sacro Romano Impero Germanico agli occhi delle potenze del Congresso di Vienna, e voluto fortemente dall'Impero Britannico, che non voleva, dopo l'esperienza francese, alcun dominatore nel Continente, e che quindi preferì creare una confederazione, la cui contrapposizione tra Asburgo e Hohenzollern avrebbe favorito un equilibrio al ribasso a favore di Londra.
Alla fine, gli Hohenzoller prevalsero, in quanto la Prussia era in ascesa per questione di maggiore omogeneità nazionale, a differenza di un impero troppo variegato come quello austriaco (che dovrà infatti nel '66 fare i conti con la forte componente ungherese), e dove la stessa casa Asburgo stava sempre di più cosmopolitizzando Vienna, al punto che lo stesso Francesco Ferdinando, assassinato nel '14, preferiva parlare il ceco al tedesco.
Furono le potenze vincitrici della Prima Guerra Mondiale, temendo che dalla disgregazione dell'Impero Austriaco, l'unione tra la Germania e la Repubblica dell'Austria Tedesca potesse ridar vita ad un popolo compatto e coeso, che vietarono la tanto desiderata unificazione.
Tutti territori che Hitler giustamente reclamò e incorporò di nuovo nel Reich.
Territori che già da tempo si pensò fosse giusto ridare alla Germania, visto che erano territori da sempre abitati da tedeschi, e visto che le mutilazioni subite nei trattati di Versailles furono una vendetta disonorevole, voluta in particolare dai Francesi che avevano sete di rivalsa dopo la disfatta di Sedan e la perdita dei territori, tra l'altro abitati da tedeschi e germanofoni, dell'Alsazia-Lorena.
Per quanto riguarda la Lituania, Hitler non aveva alcun interesse in essa in sé, ma in Memel, territorio MAI STATO lituano, e storicamente parte della Prussia.
Venne strappato alla Germania perché Memel era un porto strategico e gli Alleati non vollero lasciarlo a Berlino per evitare un controllo navale sul Baltico, ma preferirono darlo ad un paese insignificante come la Lituania, che non ne avrebbe mai potuto sfruttarne il potenziale.
Per quanto riguarda la Cecoslovacchia, fu un paese senza senso, esattamente come la Jugoslavia. Due paesi nati per far torto rispettivamente alla Germania e all'Italia.
Erano un'accozzaglia di popoli che si odiavano fra loro e che venivano tenuti insieme con botte di denaro, e politici pupazzi, da Parigi e Londra. Paesi che, difatti, oggi non esistono più.
Quella della Polonia è una balla colossale, poi, smentita da tempo.
Hitler non aveva alcun interesse nella Polonia. Fu il primo cancelliere del dopoguerra a proporre trattati di collaborazione con Varsavia.
I polacchi invece già da tempo avevano interesse nell'espandere i confini occidentali fino all'Elba e volevano una guerra con la Germania, provocandola, tramite la repressione delle popolazioni tedesche nella Prussia Occidentale, che era la porzione di territorio tra la Pomerania e la Slesia che venne ceduta alla Polonia.
I polacchi infatti speravano una guerra con la Germania, perché volevano sfruttare il momento, prima dell'ascesa di Hitler, in cui Berlino era con le pezze al ****, mentre non penseranno mai di fare guerra ad Est contro il gigante sovietico.
Tuttavia, dopo la cura nazionalsocialista, la Germania era diventata troppo potente, e quando Hitler cominciò a rivendicare i confini del '14, con il ritorno della Prussia Occidentale i polacchi chiesero aiuto agli inglesi, fingendo di essere le vittime di una tensione che loro stessi avevano creato.
Tra l'altro fu proprio Hitler a proporre a Stalin il mantenimento di uno stato polacco tra le due potenze, cosa che Mosca non volle, visto che l'obbiettivo era di riprendere i confini dell'Impero zarista, che dovevano naturalmente comprendere Varsavia.
Considera, infatti, che la Polonia non è mai stata parte del Reich, ma un Governatorato autonomo, guidato da Hans Frank.
Idem il protettorato di Boemia e Moravia e la Slovacchia. Pensa te, fu proprio Hitler a dividere quelle che oggi sono CASUALMENTE Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca. Che strana coincidenza.
Comunque hai dimenticato il Belgio, visto che i distretti di Eupen e Malmedy, ritornarono alla Germania durante la Seconda Guerra Mondiale.
Chissà come mai, invece, il conquistatore Hitler non riannesse lo Schleswig settentrionale, che venne annesso dalla Danimarca nel primo dopoguerra, vero? Se lo sarà dimenticato...
Gli storici concordano che se si fosse intervenuti alla vigilia dell'anschluss (o ancora meglio per la remilitarizzazione della renania nel 1936) la Germania sarebbe venuta giù senza troppi scossoni e senza scomodare URSS e USA.
Gli storici sanno benissimo che non ci sarebbe potuto mai essere alcun intervento, poiché il riarmo della Germania fu voluto in primis da Londra, che voleva ridimensionare Parigi, per mantenere un equilibrio al ribasso nel continente, salvo poi rendersi conto che si erano trovati un nemico della finanza internazionale fra i piedi.
Il classico doppio-giochismo anglosassone.
E gli USA erano coinvolti fin dall'inizio. Solo che preferirono muovere le fila con altri mezzi, aspettando che qualcuno che volevano distruggere da tempo, il Giappone, desse loro modo di intervenire direttamente.