Campopiano: il pagamento della terza caparra slitta alla prossima settimana. Fininvest concede anche questa ulteriore dilazione.
Le parti in gioco parlano di difficoltà ad esportare danaro anche via HK, sempre a causa delle strette governative cinesi che, a quanto pare, adesso agirebbero anche sui fondi off shore. Tuttavia SES e Fininvest hanno ricevuto rassicurazioni in tal senso.
Seguono aggiornamenti.
Si continua da qui:
http://www.milanworld.net/milan-rinviato-il-bonifico-di-ses-vt45258-15.html
Anche Sky Sport conferma: si slitta alla prossima settimana per la terza caparra da 100 milioni.
HK è una piazza finanziaria occidentale a tutti gli effetti per i meccanismi che la governano e il dollaro di HK nulla ha a che fare con lo yuan. Comunque se gli ostacoli posti avranno come effetto quello di far saltare questa operazione, non finirò mai di ringraziare il governo cinese, per quanto mi sia poco simpatico sul piano della politica generale. Wanda non ha firmato contratti vincolanti e certo non ha perso anticipi e mi sembra incauto fare paragoni. Mi sembra ovvio invece che qui il governo cinese consideri questa operazione sul Milan del tutto sgangherata e a rischio di naufragio in sé, proprio per la sua intrinseca struttura e la mancanza di "forza ed esperienza" del soggetto che la conduce: ne abbiamo avuto tante conferme in passato, la riprova sono le attendibili notizie arrivate all'orecchio di Forchelli sulla filosofia spericolata e velleitaria di questo progetto finanziario. Il fondo IDG ha firmato a fine agosto,
si tratta di una transazione coeva alla nostra, e regolarmente eseguito nei termini, tra dicembre e febbraio, un aumento di capitale di 100 M per il 20% del Lione, accettando una valutazione di 650 M come enterprise value senza che nessuno glielo impedisse (notizie ufficiali, essendo il Lione quotato) - per l'appunto si trattava di soggetto prestigioso e noto che andava a fare una transazione in un campo, quello sportivo, che ben conosce, pur pagano un prezzo molto più alto di quello fissato dai mercati finanziari sul Lione; senza parlare di Suning che tra l'altro aveva già dimostrato alle autorità cinesi un genuino interesse per il calcio come vettore di marketing in Cina e quindi era credibile nel proposito di fare un investimento strategico e sinergico lontano dal concetto di speculazione finanziaria a breve.
Strano che non si dia peso alle parole "
forza ed esperienza": una maggiore selettività porterà a scartare avventure estere messe in piedi da soggetti che non hanno spalle robuste e non hanno già dimostrato in Cina grandi capacità imprenditoriali, mentre nel caso di Wanda si tratta di nuove valutazioni dovute certo anche a compiacenza nell'evitare di fare una cosa sgradita agli amichetti politici fin troppo ammanicati, non certo di un divieto che reca danno alle tasche di Wang Jailin.
Sarebbe disonesto infatti non ricordare che anni fa esisteva una robusta scuola di pensiero che sosteneva che spesso, data la mancanza di trasparenza amministrativa che impediva verifiche puntuali dall'estero, soggetti cinesi usavano la scusa delle autorizzazioni anche quando in realtà avevano cambiato idea o non avevano trovato i soldi per chiudere e non era facile distinguere. Diciamo che negli ultimi anni la situazione è molto migliorata, ma la mano sul fuoco non tutti la mettono. In definitiva, in relazione a questo tema, tutti i dati empirici che abbiamo in mano ci autorizzano a pensare che questa operazione era un
mezzo aborto già in partenza, e che quindi la maggiore selettività governativa, se vale a impedirla del tutto, alla fine può rivelarsi un'ancora di salvezza per noi. Fininvest invece, dovrà neutralizzare il provento straordinario di 200 M con un costo equivalente sotto forma di accantonamento al fondo rischi per le probabili liti giudiziarie sulle "caparre", ma si spera che si decida finalmente a vendere a prezzo minore a soggetto almeno dignitoso. Il pagamento delle caparre in sé non è uno strumento diffuso ad alti livelli nel M&A e in questo caso mi sembra che servisse a
coprire un deficit di credibilità di Yong. Se poi quest'ultimo non ha chiesto, come sembra, di
regolare espressamente sul piano contrattuale la mancanza delle autorizzazioni in rapporto al rischio di inadempimento (come fanno tutti i soggetti cinesi seri, che al massimo si impegnano a pagare un piccolo indennizzo, non certo una penale o a perdere un anticipo),
ciò rafforzerebbe l'impressione di scarsa credibilità iniziale, che ovviamente indebolisce la forza contrattuale di una parte.
Sinceramente non riesco a capire perché tanti utenti sicuramente acuti si incaponiscano illogicamente a difendere lo spessore e la dignità di questa operazione: che sembrava un aborto fin dal principio perché era un aborto fin dal principio, non perché esistevano delle motivazioni bizzarre e recondite che nascondevano i diamanti sotto il letame. Che fosse un aborto lo si evinceva da ciò che emergeva (o meglio da ciò che non emergeva, cosa giustificata con funambolici pretesti di ogni genere), e dalla testimonianza di Forchielli. Si chiude il cerchio, dalla favola del governo come deus ex machina alle forzature del governo come unico assassino dell'operazione: solo un innocente becchino secondo me.