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Come riportato dalla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 25 marzo 2018, che titola "Grosso guaio a Chinatown", Si va verso la rogatoria internazionale nell'indagine sulla cessione del Milan. I fari della Procura sono puntati su duecento milioni di euro, in odore di riciclaggio. Finivest fa sapere di ritenersi parte lesa della vicenda, nel caso cui prendesse una brutta piega.
Tutto è iniziato quando Yonghong Li e Han Li anticipato Galatioto e Gancikoff, e si assicurano il Milan versando 200 milioni di euro di caparra nelle casse di Fininvest. Ghedini va spontaneamente in Procura, più volte, chiedendo quasi il permesso di incassare quelle cifre.I primi 100 milioni di euro sono arrivati da Li attraverso Credit Suisse banca entrata nello scandalo Panama Papers, accusata di favorire l'evasione fiscale. La seconda rata, invece, fa il giro del mondo partendo dalle Isole Vergini. Queste le operazioni sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti.
Ora il Milan va sempre più verso Elliott, ma il finale su questa sceneggiata potrebbero scriverlo gli inquirenti.
Ghedini in procura a chiedere il permesso di incassare 200 milioni...... Un autentica presa di coscienza che sotto c era qualcosa di poco chiaro... Altrimenti cosa ci vai a fare in procura?
Guarda, ricordo perfettamente quando scrissi qui che quest'atto di Ghedini mi sembrava la classica "excusatio non petita, accusatio manifesta" e alcuni furono d'accordo con me. Chiaramente non potevo averne certezza ma il dubbio rimaneva, comunque vedremo cosa verrà fuori, può anche essere che la Procura non trovi prove e si chiuda tutto con un nulla di fatto.
Piuttosto mi concentrerei su un altro aspetto, la famosa "spaccatura in due della cordata". Negli ultimi giorni ci ho ripensato, perché è il lato più strano della faccenda e mi sono detto: se non ci fosse stata nessuna spaccatura? Cioè se Galatioto (in rappresentanza di Henry Wu, il cinoamericano) e Yonghong siano da sempre state due realtà distinte? Semplicemente Galatioto potrebbe aver fatto saltare il banco per le richieste folli di Berlusca, accettate invece dal giocatore d'azzardo Li, reinseritosi quando ormai sembrava tagliato fuori.