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Lui ha già detto che secondo le sue fonti (molto precise e presumibilmente dentro l'affare) '' non ci sono scadenze ma ovviamente i cinesi si aspettano una risposta a breve'' (confermando solo quella lunga di giugno già detta da Galatioto e Bloomberg).
Di questo presunto obbligo di Berlusconi a dover dare una risposta entro lunedì, anzi entro il 28, anzi entro il prossimo week end, ne parlano i soliti media che ad oggi non hanno mai mostrato di saperne veramente qualcosa.
Ognuno tira a indovinare, e come detto cercate di non stare troppo dietro a questa giostra mediatica.
Lui ha già detto che secondo le sue fonti (molto precise e presumibilmente dentro l'affare) '' non ci sono scadenze ma ovviamente i cinesi si aspettano una risposta a breve'' (confermando solo quella lunga di giugno già detta da Galatioto e Bloomberg).
Di questo presunto obbligo di Berlusconi a dover dare una risposta entro lunedì, anzi entro il 28, anzi entro il prossimo week end, ne parlano i soliti media che ad oggi non hanno mai mostrato di saperne veramente qualcosa.
Ognuno tira a indovinare, e come detto cercate di non stare troppo dietro a questa giostra mediatica.
Bravo Re, in questa vicenda c'è un punto indiscutibile ed è la dichiarazione di una delle parti relativa alla possibilità che si definisca il tutto in un tempo variabile tra le sei-otto settimane dal giorno della dichiarazione, ovvero fine maggio-inizio giugno. Si tratta di tempistiche che normalmente le parti concordano a partire dallo start che è dato dalla stipulazione dei contratti preliminari. Quel lasso di tempo è dato appunto dal periodo che probabilmente è stato attributo al venditore per esprimere il consenso sul blocco dell'intero accordo, e dunque consentire lo sviluppo delle operazioni fino al traguardo finale, oppure il diniego in blocco delle intese intervenute, che conduce invece alla interruzione delle attività. Se si è in questa fase, si ripete, i negoziati finalizzati alla elaborazione di una bozza di accordo sono conclusi (ad essi è logicamente precedente l'attività di verifica dei conti societari, che è essenziale al fine della formazione della proposta di acquisto). La sottoscrizione del contratto preliminare sviluppa una complessa fase che si gioca sul piano societario, proprio delle due parti, bancario-finanziario, e amministrativo, che le parti svolgono secondo tappe scrupolosamente concordate. Manca ormai poco al traguardo finale, il percorso è stato condiviso (e Berlusconi ha seguito e diretto dal suo lato tutte le attività, come è ovvio), e questo è un indice significativo della serietà e profondità delle intese raggiunte. Certo, Berlusconi può decidere di mandare all'aria il tutto, ma apparirebbe come una contraddizione rispetto alla volontà e determinazione che egli ha impresso a tutto il lavoro dei tecnici Fininvest, e soprattutto lo porrebbe in evidente contrasto con la volontà dei figli e del management della holding. Per un futuro da immaginare con una Fininvest che per la prima volta si sarebbe esposta nell'interesse a vendere, che è specularmente disinteresse ad andare avanti nel Milan. A Silvio la scelta, e le sue conseguenze.
Caro Reblanck, l'anno scorso ero uno dei pochissimi che guardava come il fumo negli occhi alla cessione, o presunta tale, a Mr. Bee, per una serie di motivi che i fatti successivi hanno purtroppo confermato. Quanto a quest'anno, è sufficiente che Berlusconi dica di no. Una parolina, un fiato di due secondi, ed i cinesi si volatilizzano in un istante... magari vanno a bussare alla porta di Joel Glazer: Galatioto è stato in passato consulente della famiglia.
Eh si si,mi hanno pure bannato lo scorso anno perché dicevo che non era vero.
Joel Glazer è del 1928 ed era il presidente del Man UTD ed ha venduto,ma per piacere.