Esatto. Non si può pensare che Fininvest rimanga con le mani in mano, assistendo passivamente allo sprofondo del conto economico a cui deve poi rimediare essa stessa a fine stagione. Marina ha dato carta bianca al tentativo del padre di ricercare nuovi soci disponibili ad investire in quote di minoranza cifre molto elevate, determinando unilateralmente il valore del 100 per cento del club ad oltre 1 miliardo prima del debito consolidato. Non avendo ricevuto riscontro positivo in tal senso in un lasso di tempo ampio (diciotto mesi almeno), ha nel frattempo impostato un negoziato con soggetti diversi e contenuti alternativi (valore condiviso con il potenziale acquirente, prezzi dunque più in linea con i valori di mercato, cessione in tempi graduali del controllo del club e comunque immediata ingerenza del socio di minoranza nelle scelte di governance). I nodi stanno venendo ormai al pettine, con l'Uefa che sta ponendo sotto tutela i conti del club, imponendogli il rientro a medio termine dal grave deficit di bilancio. Per Berlusconi il gioco del rinvio di certe scelte e' finito, e le sue ambizioni personali frustrate dai fallimenti nelle scelte degli ultimi anni. Fininvest si sta ormai disimpegnando dal mercato televisivo calcistico (Mediaset Premium ormai vicina al controllo di Vivendi), causa gli altissimi costi, ed il Milan non ha più l'importanza strategica che ne giustificava l'insostenibile peso.