La tua è una tesi antistorica e anche in contrasto con la realtà attuale.
Antistorica perché, quando c’erano le pene che tu invochi, il numero di crimini era svariati ordini di grandezza maggiore rispetto a quello attuale.
In contrasto con la realtà attuale perché, per esempio, negli USA per l’omicidio si arriva fino alla pena di morte e, nonostante questo, hanno un tasso di omicidi ogni 100mila abitanti dieci volte superiore al nostro.
Per quanto riguarda le violenze sessuali, il Paese europeo con l’incidenza più alta(più di 200 ogni 100mila abitanti) ha praticamente lo stesso trattamento sanzionatorio previsto in Italia, dove l’incidenza è quasi dieci volte più bassa.
In generale l’Italia, per quanto riguarda l’incidenza di omicidi e violenze sessuali, è abbondantemente al di sotto della media UE. Quindi, mettendo da parte populismo e demagogia spicciola, da noi il sistema general-preventivo funziona meglio che in altri Paesi, senza alcuna necessità di avere tipologie di pene che fanno parte delle pagine più nere della Storia occidentale(e che ci avvicinerebbero culturalmente a quelle stesse realtà che si criticano).
Negarlo è un atteggiamento equivalente a quello di chi parla di “emergenza femminicidio, cultura patriarcale, educare i maschi ecc”, nonostante anche per i cosiddetti femminicidi l’Italia si collochi abbondantemente sotto alla media UE.
Per quanto riguarda il caso concreto, da quel che ho letto le modalità con le quali si è consumato il delitto mi sembrano particolarmente spregevoli. Auspicabile che le pene che verranno comminate si collochino nella fascia più alta della cornice edittale prevista.
Antistorica è la tua ricostruzione.
Paragoni due società separate da duecento (od anche trecento) anni di evoluzione.
Ragioni come quei pittori rinascimentali che dipingevano scene dell'antica Roma con abiti ed abbigliamento con fogge a loro contemporanee..
Nel '700/'800 la vita della maggioranza delle persone era miserevole, sospesa tra povertà e miseria... che la propensione a delinquere, anche solo per mangiare un tozzo di pane al giorno, fosse enormemente maggiore di quella di una società ben pasciuta, come la nostra, dove quasi tutti hanno il necessario e si litigano il superfluo, mi sembra anche solo imbarazzante doverlo dire...
Se l'alternativa è morire di fame, passare la notte in un fienile con i maiali, avere come materasso la nuda terra e come cuscino un sasso, con l'unica prospettiva che il giorno seguente sarà ancora così, stai sicuro che l'uomo sarà disposto a rubare, rapinare (o peggio) anche in presenza di pene corporali...
Insomma il discorso di "quando c'erano loro" il tasso di criminalità era superiore proprio non sta in piedi...
Così come non ha fondamento il riferimento attuale agli Stati Uniti...
Se tolgono la pena di morte, diminuiscono come per magia gli omicidi? O, come è probabile, aumentano?
L'unica certezza che ho è che il ladro e lo spacciatore "risocializzato" dalle pene "rieducative" "moderne", uscito dal carcere (ammesso che vi entri), tornerà a svolgere la sua attività, mentre quello privato prima di una mano (e nel caso di recidiva anche dell'altra) no...
